La Fratellanza Musulmana egiziana, all'indomani della tornata elettorale che l'ha vista spadroneggiare in tutti i seggi e in tutti i distretti, portando a casa più del 50 per cento delle preferenze con la lista del "Partito di Libertà e Giustizia" e i candidati indipendenti ad esso collegati ha deciso di lanciare un chiaro e forte segnale che venga inteso da ascoltatori prossimi e remoti e che permetta di inquadrare correttamente le prospettive per la sua prossima azione politica.
Rashad al-Bayoumi, vicesegretario dell'Ikhwan, nel corso di una intervista al quotdiano inglese Al-Hayat ha dichiarato che: "Nessun membro della fratellanza riconoscerà mai Israele, o si siederà a negoziare con un rappresentante di Tel Aviv. Ciò non sarà mai possibile, a prescindere da qualunque altra circostanza, perché Israele é un regime illegittimo e criminale che occupa la terra palestinese e la Fratellanza non accetterà mai di avallare le azioni di una simile entità".
La Fratellanza Musulmana, in quanto legittimata dal voto popolare, si considera autorizzata a riconsiderare e anche abrogare unilateralmente qualunque accordo stipulato con l'entità sionista durante l'interim dei regimi di Sadat e Mubarak, questo comprende accordi come quello delle forniture energetiche, ma anche il trattato "di pace" del 1979 (in realtà nient'altro che una ignominiosa resa senza condizioni). "Prenderemo tutte le iniziative del caso riguardo ai vari trattati, la gente che ci ha votato lo ha fatto conoscendo benissimo la nostra posizione in merito, anzi, abbiamo avuto un consenso tanto massiccio proprio grazie ad essa".
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