Il coraggio della verità contro le menzogne di FOX, BBC e CNN, l'orgoglio di un popolo contro l'arroganza di sceicchi del petrolio e media mogul venduti a Sion, la fiducia nel domani contro il nichilismo di chi ha sparso bombe, proiettili e odio nella speranza di far spiralare la Siria nel caos e nell'anarchia per conto della CIA, della NATO e del Mossad; così si potrebbero sintetizzare le ultime 48 ore che hanno visto, a Damasco come in altri centri, decine e decine di migliaia di persone scendere in piazza, sfidare i bombaroli infiltrati da Riyadh e Tel Aviv, sfidare i cecchini addestrati da Marines e Berretti Verdi e riforniti dai militari turchi e dai falangisti libanesi per dimostrare, col numero, con la voce, con le bandiere nazionali e coi ritratti del Presidente, da che parte stia la vera Siria, quella che vuole continuare a vivere in pace, armonia, tolleranza e rispetto reciproco, che vuole costruirsi la propria Libertà e una "Democrazia su misura" grazie alle riforme implementate dal Governo e non ricevendola da "liberatori" arroganti e interessati.
"Siamo scesi in piazza per sostenere il programma di riforme del Presidente Assad, il suo dialogo nazionale, che sarà un passo basilare nel prossimo processo di riforme politiche e istituzionali, vogliamo sostenere le scelte libere e autonome del popolo siriano, vogliamo dire "no" e "no pasaran" a tutte le cospirazioni e le trame che sono state ordite contro il nostro paese", queste le parole pronunciate da un manifestante, restato anonimo, ma con le idee ben chiare, ai microfoni di una troupe della tv iraniana PressTV.
Molti messaggi dei dimostranti sono stati indirizzati alla missione degli osservatori della Lega Araba che, sotto la guida del Generale sudanese Al-Dabi (foto sopra) sono sul punto di trasmettere al loro quartier generale il primo rapporto preliminare della loro missione, destinata a durare altre settimane. "C'è stata una cospirazione in atto contro la Siria, ed é tempo che tutti ne prendano atto e lo ammettano francamente, la missione degli osservatori non può tacerlo o nascondersi dietro formule di comodo, gli Stati Uniti, i Sauditi ed altre potenze ostili hanno cercato di far credere al mondo che il paese fosse teatro di una Rivoluzione che non c'é mai stata", ha commentato seccamente un altro dimostrante.
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SIRIA/ Padre Gheddo: e' in corso la pulizia etnica dei cristiani
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Piero Gheddo
giovedì 24 maggio 2012
SIRIA/ Padre Gheddo: e' in corso la pulizia etnica dei cristiani Foto Infophoto
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Altri cristiani uccisi in Siria. E' l'ultimo bollettino di una guerra civile che sta stritolando sempre di più tra due fuochi una delle più antiche comunità cristiane del Medio Oriente. E' successo nella zona di Homs, la città semi distrutta dai bombardamenti delle scorse settimane. Il villaggio di Dmeyneh abitato interamente da cristiani è stato abbandonato da alcune famiglie dopo che i mortai dei ribelli avevano ucciso tre di loro, un uomo di 60 anni e due ragazzi di soli 13 e 14 anni. Le famiglie fuggite per la paura di altri bombardamenti attualmente non sanno dove andare. In un altro villaggio, quello di Al Borj Al Qastal, nella provincia di Hama, invece i cristiani sono potuti tornare dopo che a loro volta erano stati costretti a fuggire perché, come hanno detto diversi testimoni, radicali islamici armati avevano sequestrato abitazioni e la chiesa locale per farne il loro quartiere generale. Padre Gheddo, contattato da IlSussidiario.net, non ha dubbi quando gli si chiede come giudica la situazione dei cristiani in Siria: "Posso solo ripetere quello che ha detto la chiesa ortodossa: ha definito la persecuzione dei cristiani in Siria una pulizia etnica in corso". Parole forti, che colpiscono ancora di più perché raramente i media occidentali parlano di questa situazione: "La comunità internazionale, sia europea che americana, fa ben poco per i cristiani non solo della Siria ma dell'intero Medio Oriente" dice Padre Gheddo. "Questo succede perché decenni di ateismo militante hanno fiaccato e spazzato via gli ideali che tenevano in piedi l'occidente stesso. Il mondo cristiano non è più unito perché manca quella cosa che dovrebbe unirlo, la fede in Cristo". A pagarne il conto, in definitiva, le comunità cristiane del Medio Oriente, là dove la fede cristiana è nata e ha mosso i suoi primi passi.
I Cristiani come dimostrato su questo sito lottano a fianco del Presidente Assad, difensore di tutte le minoranze contro i rozzi terroristi waabiti alleati di Arabia Saudita, Qatar e Israele.
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