"Furore", solo con questa parola si può descrivere la reazione che ha suscitato in tutto il Medio Oriente la diffusione del video in cui si vede il pingue e baffuto Emiro del Qatar, avvolto nel suo risplendente caftano come un "extra" di Lawrence d'Arabia, stendere cordialmente la mano a Tzipi Livni, la macellaia di Gaza, nel corso di una visita in Israele che avrebbe dovuto a tutti i costi rimanere segreta.
Il Qatar ufficialmente non ha rapporti diplomatici col regime ebraico ma tutti sanno che, come le altre ricche e retrograde monarchie petrolifere, il suo Emiro sia più in buoni rapporti con Tel Aviv che non con gli Stati progressisti e rivoluzionari come la Siria (contro cui Al-Jazeera porta avanti da dieci mesi una campagna di calunnia mediatica volta a causare la caduta di Assad) o l'Iran, che portano avanti con coerenza la linea della Resistenza.
L'Emiro Al-Thani nel corso della sua visita allo Stato sionista dell'Apartheid avrebbe discusso di come sostenere meglio la linea israeliana contro l'Iran, di come fornire a prezzo scontato gas e petrolio a Israele e di come diffondere nelle scuole qatariane libri scolastici scritti da esperti sionisti che dipingano in luce positiva l'invasione della Palestina e l'Olocausto della Nakba.
Tutto in un giorno di lavoro.
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