Ritornato da pochissimo dal suo viaggio in Libia alla testa della commissione ufficiale libanese per l'accertamento del fato di Imam Mousa Sadr, fondatore di Amal e leader sciita, scomparso 33 anni fa durante una visita al paese allora dominato dal Colonnello Gheddafi, il Ministro degli Esteri del Governo Mikati, Adnan Mansour, ha suscitato un vero e proprio vortice di interrogativi e polemiche dichiarando che, secondo quanto emerso nel corso delle indagini ufficiali, aiutate dal Consiglio Nazionale di Transizione e dal Governo ad interim, il religioso e i suoi due accompagnatori (Mohammad Yaacoub e Abbas Badreddine) potrebbero essere ancora vivi.
Se Mousa Sadr fosse vivo avrebbe quasi 84 anni compiuti, un'età che é difficile da raggiungere se per oltre tre decadi si rimane prigionieri di un dittatore africano; inoltre, quello che non é chiaro, é quali informazioni di quali fonti abbiano portato Mansour a prodursi personalmente in una dichiarazione tanto netta e tanto impegnativa. Quello che é sicuro é che a suo dire "La nuova leadership libica si é dimostrata più che pronta a seguire attentamente ogni indizio in merito e lo stesso Premier Abdurrahim el-Kib ha assicurato che la pronta soluzione del Caso Sadr avrà la massima priorità".
Imam Mousa Sadr era un influente e rispettatissimo leader sciita di origine iraniana, la cui predicazione la cui fattiva attività politica furono strumentali nella creazione del Movimento Amal. Sadr fu l'unico religioso musulmano sciita a presenziare alla cerimonia di insediamento di Papa Paolo VI a Roma e per tutta la sua vita intrattenne fitti e fecondi dialoghi con molte personalità cristiane europee e orientali. Sempre a Roma, nel 2004, venne ritrovato il suo passaporto, secondo alcuni portato in Italia da qualche membro dell'entourage di Gheddafi durante le frequenti visite del leader libico in Italia.
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