Dializzati, politrasfusi, feriti in coma attaccati a macchine e respiratori, pazienti in terapia intensiva per carenze cardiache, potrebbero essere queste le prossime vittime dello strangolamento sionazista contro il ghetto assediato di Gaza. Con l'unica centrale elettrica ripetutamente bombardata che non riesce a fornire corrente alla regione per più di dieci-quattordici ore al giorno nei numerosi ospedali e nelle cliniche di Gaza, Khan Younis e Beit Hanoun dozzine e dozzine di persone dipendono per la loro stessa vita dal funzionamento dei gruppi elettrogeni a combustibile di cui ormai ogni struttura sanitaria é necessariamente dotata.
Gruppi elettrogeni a gasolio all'ospedale Al-Shifa, Gaza City. |
Il Ministero della Salute del Governo palestinese ha lanciato l'allarme per una prossima "crisi sanitaria" con questo comunicato relato dal portavoce Ashraf al-Qedra: "Tutti i reparti ospedalieri della Striscia che dipendono dalla costante fornitura di elettricità potrebbero improvvisamente cessare di funzionare, anche le scorte di plasma, sangue, tessuti per trapianti e medicinali che necessitano di refrigerazione potrebbero andare perse per sempre, con conseguenze inimmaginabili". Una possibile soluzione del problema starebbe nell'allacciamento di Gaza alla rete elettrica egiziana, che potrebbe fornire all'enclave tutta l'energia necessaria a colmare gli ammanchi dovuti al parziale funzionamento della sua centrale.
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