lunedì 6 febbraio 2012

Nuova esplosione nel Sinai al metanodotto diretto verso Israele! E' la dodicesima in dodici mesi


Una sezione del metanodotto che all'epoca di Mubarak riforniva il regime ebraico di gas egiziano a prezzi ridicolmente bassi (come previsto dalle clausole vessatorie della cosiddetta 'Pace di Camp David', in realtà un'umiliante capitolazione) é andata distrutta nel dodicesimo attacco esplosivo contro la struttura nel corso di altrettanti mesi. Ufficiali delle forze di sicurezza egiziane hanno dichiarato che numerosi sabotatori mascherati hanno piazzato esplosivi sotto una sezione di tubature circa 60 Km a Ovest di Al-Arish, nel Nord del Sinai nelle prime ore di ieri.

Testimoni oculari hanno visto altissime fiamme levarsi dalle tubature squarciate subito dopo la detonazione. Pompieri e lavoratori del metanodotto sono immediatamente accorsi per tentare di contenere il rogo, non vi sarebbero stati feriti o vittime. Secondo il risultato di recenti sondaggi condotti lo scorso autunno ben il settantanove percento degli Egiziani vuole che ogni tipo di accordo energetico con Tel Aviv sia cancellato per sempre mentre solo il nove per cento sarebbe favorevole a riprendere la fornitura, ovviamente a un prezzo adeguato.

Fino alla caduta di Mubarak il regime dell'Apartheid era abituato a ricevere quasi la metà del proprio fabbisogno di metano dal dittatore Mubarak; pare che ora per soddisfare le proprie esigenze il Governo Netanyahu si sia rivolto alle monarchie petrolifere del Golfo, per cui l'ostilità verso gli occupanti della Palestina é solo una postura mantenuta per esigenze di facciata.
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1 commento:

  1. Ma che teste dure 'sti egiziani... non gli va di vendere sottocosto gas ai sionisti! Non sono DEMONOcratici!

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