Come volevasi dimostrare.
Proviamo un'autentica e sincera gioia nel vergare queste righe, informando il nostro pubblico fedele (e in costante e decisiva crescita, ormai regolarmente superiore ai novecento visitatori unici al giorno) che, nel corso della vasta e profonda operazione antiterrorismo che sta letteralmente "ripulendo" Homs e dintorni dalla presenza terrorista che l'ha infestata negli ultimi mesi le forze di sicurezza del Presidente Assad hanno fermato e arrestato Nasr al-Ariki, agente dei servizi segreti di Riyadh.
E' dunque finalmente e inoppugnabilmente provato il contatto tra la corrotta corte dei Saoud e i terroristi tagliagole all'opera in Siria; Ariki sarebbe stato al comando di un gruppo di terroristi che disponeva di lanciarazzi, missili, mortai e altre armi pesanti che ha usato fino all'ultimo tentando di dare l'assalto ai blocchi dell'Esercito siriano, che ha "parcellizzato" la città in settori e sta metodicamente procedendo a isolarli e 'bonificarli' uno alla volta.
L'Arabia Saudita e il Qatar sono stati accusati a più riprese di soffiare sul fuoco nella speranza di precipitare la Siria nel caos e forzare un cambio di Governo che indebolisca i legami del paese con l'Iran, con gli sciiti Irakeni e con il movimento Hezbollah. Numerosi trafficanti di armi arrestati in Libano hanno confessato di avere ricevuto da finanziatori sauditi e qatariani denaro con cui comprare armi in Israele e farle arrivare in Siria tramite il confine libanese del Nord, dove agiscono miliziani e sostenitori dei partiti fedeli a Saad Hariri, il mezzo-saudita mezzo-libanese agente di Washington e Tel Aviv.
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