giovedì 3 novembre 2011

15 morti in Yemen nelle ultime manifestazioni: cosa fa l'Europa? Cosa fa l'Occidente? Gheddafi era un criminale e Saleh no?


Almeno dieci dimostranti sono stati uccisi, e più di quaranta feriti -alcuni molto gravemente-, nella città di Taizz, nello Yemen meridionale, dove gravi violenze sono state perpetrate dalle forze di repressione schierate a difesa del regime di Ali Abdullah Saleh, tiranno locale contestato da più di quattro anni da un numero sempre crescente di cittadini, attivisti politici ed esponenti della società civile.

Oltre a queste vittime, se ne riportano altre tre nella città di Aden, dove si sarebbero registrati scontri tra guerriglieri tribali scesi in campo a proteggere i dimostranti e forze armate del regime. Altre due persone sono morte nella capitale Sanaa, dove cecchini appostati su edifici avrebbero aperto il fuoco contro una marcia di manifestanti.

Forte del sostegno di Usa, Arabia Saudita e Israele il tiranno dell'Arabia Felix, Ali Abdallah Saleh sembra confidare nella speranza di poter schiacciare la protesta popolare con la violenza e la brutalità nonostante il Consiglio di Sicurezza ONU lo abbia invitato a lasciare il potere e il Consiglio di Cooperazione dei Paesi Arabi del Golfo Persico abbia stilato una 'road map' per il passaggio di poteri che prevede a suo favore una perenne immunità contro ogni accusa per i crimini commessi negli oltre trenta anni di 'regno'.

Tuttavia i manifestanti hanno respinto tale prospettiva e insistono che Saleh, come Mubarak e Ben Ali (quest'ultimo contumace) venga sottoposto a regolare processo una volta destituito.
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