E' durata veramente poco la tregua stipulata l'altra settimana tra i reparti dell'Esercito yemenita rimasti fedeli al dittatore Saleh, i militari passati all'opposizione e i guerriglieri tribali, in seguito al ripetuto uso di cecchini contro i dimostranti che ancora venerdì e sabato sono scesi in piazza chiedendo le dimissioni dell'autocrate spalleggiato da Usa, Sauditi e Israele é stato lanciato un attacco con mortai alla base aerea di Al-Daylami, struttura militare vicina all'aeroporto internazionale di Sanaa.
Diversi proiettili sono caduti tra gli hangar e i depositi di Al-Daylami, distruggendo ben due MiG-29SMT (gli aerei più avanzati della flotta di Saleh, ereditati dallo Yemen del Sud filosovietico, assorbito con la sanguinosa guerra civile del 1994) e causando la temporanea chiusura del vicino scalo civile, dove l'eco degli scoppi e la vista delle colonne di fumo hanno causato non poca paura e inquietudine tra i passeggeri in transito.
Tutti i voli in arrivo sono stati dirottati verso Aden, mentre l'Esercito accusava i guerriglieri tribali di aver lanciato i colpi di mortaio, "sparando dal quartiere di Arhab o da quello di Hassaba" e i militari della Prima Divisione Corazzata (il primo reparto a dichiararsi contro Saleh) di aver "collocato ordigni esplosivi" in altre parti della base.
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