giovedì 3 novembre 2011

L'Economist deve tirare il freno alla sua "macchina del fango"; ritratta le calunnie indirizzate verso Ghannouchi!


Esattamente un giorno prima delle elezioni tunisine per l'Assemblea Costituente il magazine 'Economist' pubblicò un articolo diffamatorio e calunnioso sul partito musulmano Ennahda e sul suo leader Rachid Ghannouchi, da pochi mesi tornato in patria per partecipare al Rinascimento democratico tunisino dopo la cacciata del tiranno Ben Ali avvenuta lo scorso gennaio.

La vigliacca tattica (pubblicare un articolo di menzogne e falsità "proprio" il giorno prima di un'elezione climaterica, "esattamente" nel giorno di 'pausa di riflessione' in cui, in Tunisia, la propaganda politica taceva) non ha avuto alcun effetto e, per volontà del popolo liberamente espressa nelle urne, l'Ennahda ha stracciato tutti i concorrenti, portando 90 deputati alla Costituente, sessanta in più del partito classificatosi secondo (il Congresso per la Repubblica, formazione di Sinistra).

A distanza di dodici giorni, arriva sulle pagine della rivista la ritrattazione dove, (bontà loro!), i vigliacchi e meschini redattori britannici giocoforza e obtorto collo ammettono che "Rachid Ghannouchi non ha mai dichiarato la volontà di riformare in senso restrittivo il Codice delle Libertà Personali, non ha mai dichiarato di voler abolire la monogamia e, soprattutto, non ha mai minacciato di voler vedere impiccata Raja ibn Salama, femminista tunisina". Troppa grazia vossia! Ma il vero schifo immondo é che su una rivista che si vorrebbe 'autorevole' venga pubblicato pattume che avrebbe a stento diritto di cittadinanza su stracci islamofobi quali "Libero" e "La Padania"!
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