Il Patriarca di Antiochia Beshara al-Rahi, massimo rappresentante della comunità maronita libanese concluderà oggi la sua visita di due giorni a Bagdad, un evento che rappresenta un "unicum" storico e, forse, segnala l'apertura di una nuova stagione di dialogo e solidarietà ecumenica, non solo tra cristiani d'Oriente di diverse sette (in Irak infatti i cristiani sono prevalentemente di rito siriaco) ma anche tra cristiani e musulmani.
Nel corso dei suoi colloqui col Vicepresidente irakeno Tareq al-Hashimi e col Patriarca siriaco Ignazio Giuseppe III Younan (foto sopra) Al-Rahi ha dichiarato: "Guardiamo con fiducia a un futuro di collaborazione coi nostri fratelli irakeni, di ogni religione e setta, verso un comune orizzonte di rifiuto della violenza, dell'intolleranza e della diffidenza. Tale obiettivo richiede un impegno a livello prima di tutto spirituale e speriamo che i politici lavorinoa tal fine, in maniera onesta e sincera". Al-Rahi ha concluso definendo la propria due giorni a Bagdad come un'occasione per dimostrare concretamente la solidarietà tra i cristiani libanesi e mesopotamici.
Il Patriarca, nel corso della messa celebrata nella chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Bagdad, straziata l'anno scorso da un crudele attentato che uccise più di cinquanta persone, ha osservato che solo aprendosi alla cooperazione con tutti gli altri settori della società i cristiani irakeni (ma anche di altri paesi del Medio Oriente) possono sperare di avere la meglio contro la minaccia del terrorismo, che usa la violenza proprio per fessurare e frazionare la società lungo linee etniche, religiose, sociali. Al-Rahi ha definito le vittime dell'attentato del 2010 "un sacrificio per il futuro dell'Irak, per la speranza di Pace, Giustizia e stabilità".
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