Arrivato nel capoluogo della Cirenaica Bengasi durante la giornata di ieri il capo della Diplomazia di Teheran Ali Akbar Salehi ha incontrato il Segretario del Consiglio Nazionale di Transizione, Mustafa Abdul Jalil recandogli un messaggio di congratulazioni firmato dalla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei e dal Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad nel quale i due esprimono l'augurio che, deposto e ucciso Gheddafi, si sia aperta per la Libia una stagione nuova da vivere all'insegna della Democrazia illuminata e ispirata ai valori del Corano.
Salehi ha comunque messo in guardia i leader del CNT da qualunque tentativo straniero di deviare la Rivoluzione libica dai suoi obiettivi e dagli interessi del popolo, offrendo nel contempo l'esperienza e il sostegno (morale e materiale) della Repubblica Iraniana, che trentadue anni fa, alla cacciata dello Scià-fantoccio dell'Occidente si trovò ad affrontare, sola, molte delle stesse sfide e delle stesse problematiche che oggi la Libia del dopo Gheddafi si trova di fronte. Jalil, da parte sua, ha ringraziato Teheran per l'offerta e per quanto già fatto a favore del popolo libico, con l'invio di aiuti umanitari e con le cure prestate ai feriti e i mutilati della guerra civile.
In serata Salehi ha lasciato la Cirenaica alla volta della capitale Tripoli, dove nella giornata di oggi incontrerà il nuovo Primo Ministro libico, Abdel Rahim el-Qib, e inizierà a prendere accordi per l'invio in Libia dell'annunciata commissione di inchiesta per accertare il fato di Imam Mousa Sadr, il religioso sciita di origine iraniana che, nel 1978, scomparve durante una visita in Libia e che si sospetta fatto rapire e quindi uccidere per volontà di Gheddafi.
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