Innalzando cartelli e striscioni che dichiaravano: "No alle riforme calate dall'alto", "Niente riforme a Polizia schierata", migliaia di abitanti della capitale giordana si sono riuniti dopo le consuete preghiere del venerdì marciando dalla moschea principale di Amman fino al Municipio e ai palazzi del Governo per mostrare al nuovo Primo Ministro Awn Khasawneh la loro determinazione a giocare un ruolo attivo nel processo di riforma politica di cui si aspetta l'avvio con il suo mandato.
Anche nelle città di Karak, Ma'an e Tafileh si sono avuti raduni simili; in ciascuno dei quali i convenuti hanno ribadito la loro richiesta per l'elezione del Premier (anche Khasawneh, infatti, é stato di nomina regia) che potrà essere diretta, in occasione di elezioni, oppure indiretta, tramite una camera a sua volta elettiva, ma che comunque dovrà riconoscere nel popolo e non nel Sovrano la fonte della legittimazione a governare.
Dopo un frenetico 'gioco delle sedie' che ha portato il sovrano di Casa Hashem a cambiare tre Primi Ministri nel corso di nemmeno dieci mesi, il messaggio sembra finalmente filtrato anche nella reggia, da cui é arrivato l'avviso che dal 2012 verrà 'permesso' (troppa grazia!) al parlamento di 'indicare' il Premier, che però poi dovrà venire 'approvato' dal Re. Ed é proprio questo aspetto a scontentare i manifestanti che vogliono che il Re di Amman non abbia maggior voce in capitolo sulla formazione del Governo nazionale di quanta non ne abbiano oggi Elisabetta II o Juan Carlos di Spagna.
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