L'ISIE tunisino, Alta Autorità per le Elezioni, ha deciso, una volta archiviato con successo il processo elettorale che ha portato al potere il Partito del Rinascimento musulmano col consenso minoritario di CPR ed Ettakatol, di rendere omaggio ai martiri di gennaio, coloro che, donando la propria vita nelle manifestazioni e negli scontri di piazza che causarono la fuga del dittatore Ben Ali hanno reso possibile proprio le elezioni vinte a fine ottobre dall'Ennahda.
Non tutto é rose e fiori giacché, come denunciano le famiglie delle vittime, il Governo ad interim ha preferito non ordinare inchieste sulle responsabilità di quanti ordinarono la repressione violenta delle manifestazioni; si spera che l'Ennahda, una volta alle leve del potere, mostrerà più coraggio di un Governo transitorio che, in molte sue parti, era comunque espressione della Tunisia di Ben Ali o a qualche livello colluso e prosseno con essa.
La dignitaria dell'ISIE Ridha Turkhani ai microfoni dell'emittente iraniana di lingua inglese PRESSTV dichiara: "Lo Stato si é mostrato colpevolmente negligente: non ha compensato vedove e orfani dei martiri della Rivoluzione, non ha pagato le spese mediche dei feriti e di quanti sono stati resi invalidi dalla brutalità del regime, parliamo di centinaia di persone, e soprattutto non ha ordinato pronte inchieste sulle responsabilità della repressione". Le famiglie dei martiri, riunitesi in associazione, stanno esercitando pressioni sull'Arabia Saudita perché estradi l'ex uomo forte di Tunisi e sua moglie, l'avida Leila Trabelsi, perché possano essere processati in patria per i loro crimini.
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