In seguito alle proteste di cui abbiamo dato notizia nella giornata di ieri, che hanno visto migliaia di partecipanti soprattutto nella città di Bengasi, culla della Rivoluzione, dove la stessa sede del Consiglio Nazionale di Transizione é stata attaccata e distrutta e lo stesso Moustafa Abdul Jalil ha dovuto allontanarsi coi suoi collaboratori protetto da un contingente di truppe, il suo Vice Abdel Hafiz Ghoga ha annunciato le proprie dimissioni.
"Non voglio che la mia presenza metta in difficoltà il Consiglio di Transizione e metta in pericolo gli interessi del paese che ora risiedono più che mai nella speranza di mantenere un clima pacifico e collaborativo, quindi ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni con effetto immediato". Queste le parole concise e inappellabili con cui Goga, già dignitario di Gheddafi, ha comunicato la propria scelta ai colleghi dell'NTC e al pubblico libico.
E' stata proprio la maniera 'disinvolta' con cui, quasi verso la fine della guerra civile, Ghoga aveva 'saltato la barricata' passando dalle fila dei fedeli del Rais a quelle degli insorti vittoriosi a far sorgere i primi mal di pancia nei suoi confronti anche se, la sua grande esperienza e la sua conoscenza della 'macchina' dell'amministrazione libica avevano inizialmente fatto spalancare le braccia a Jalil e soci quando questi aveva mostrato di voler saltare sul carro vincente.
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