Resisi conto di non potere utilizzare la Lega Araba come strumento per portare avanti i loro piani di destabilizzazione, attacco e 'regime change' in Siria i rappresentanti dell'Arabia Saudita hanno deciso, su esplicito ordine reale, di ritirare tutti i loro rappresentanti dalla missione di osservazione che, guidata dal Generale sudanese Mohammed Mustafa al-Dabi, sta verificando il vasto sostegno del popolo siriano verso il Presidente Assad e il suo Governo.
In una dichiarazione letta durante un meeting ministeriale dell'organizzazione interaraba tenutosi al Cairo nella giornata di ieri il Ministro degli Esteri di Riyadh, Saoud al-Faisal ha annunciato il ritiro degli osservatori attualmente in Siria. Gli altri Ministri degli Esteri presenti, coerentemente con i rapporti presentati da Al-Dabi, hanno invece deciso di prolungare la missione di altri 30 giorni e di continuare ad analizzarne rapporti e informative nel tentativo di ampliare e approfondire il punto di vista su quanto avviene nel paese.
Nella sua raccomandazione Al-Dabi, che si trova in Siria dallo scorso 26 dicembre, ha dichiarato che le autorità damascene si sono coerentemente e puntualmente dimostrate "estremamente cooperative" con la missione, permettendo agli osservatori di muoversi a loro piacimento, di interrogare e dialogare liberamente con la popolazione, di raccogliere importanti testimonianze e indizi che sono state utilizzate nella compilazione dei rapporti inviati alla Lega Araba.
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Sarebbe un onore servire agli ordini del generale sudanese, si vede che l'odore di petro dollari sauditi e qatarioti lo lascia indifferente.
RispondiEliminaex parà
Del resto, dove erano i Sauditi e i Qatariani quando Usa e Israele sconciavano e smembravano il Sudan col fasullo "referendum" che ha creato la nuova Repubblica del Cocco messa in mano al cowboy Salva Kiir?
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