Il 'Centro Studi Ahrar sui Prigionieri' palestinesi di Ramallah ha lanciato l'allarme dopo le preoccupanti notizie di abusi traumatizzanti inflitti ai detenuti in isolamento nel carcere israeliano di Nafha, che hanno coinvolto persino prigionieri mutilati e con gravi problemi di salute come Ahmad Sadaat e Jama Abul-Haija.
Incappucciati, ammanettati e percossi, hanno dovuto attendere ben tre ore perché i loro secondini-aguzzini terminassero una "perquisizione" dei loro poveri effetti personali, molti dei quali sono stati rubati o danneggiati. Nelle carceri israeliane questi metodi, insieme alle inumane condizioni di detenzione, sono usati per incrudelire sui detenuti portandoli alla consunzione fisica o all'esaurimento nervoso.
L'oscurità in cui sono immersi, l'aria stantia, l'elevatissimo tasso di umidità delle celle e l'infestazione da insetti, sono tutti elementi scientemente calcolati dalel autorità carcerarie sioniste per mantenere i prigionieri sotto una costante pressione materiale e psicologica.
Il Direttore del Centro Studi, Rafaat Hamdouna, ha chiesto che la Croce rossa internazionale e altre organizzazioni umanitarie si mobilitino per ottenere al più presto il trasferimento dei prigionieri in condizioni di prigionia più umane.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento