venerdì 4 marzo 2011

In Arabia Saudita scendono in piazza gli sciiti, anche Riyadh sarà toccata dalla "primavera araba"?

Una foto profetica? Re Abdallah di Saoud in compagnia di Mubarak e Ben Ali, manca solo Gheddafi!
 Sembra che, ormai, nemmeno la sclerotica e ultraconservatrice Arabia Saudita sia immune al vento del cambiamento portato dalla precoce "primavera araba" di questo inizio di 2011; a quanto riportano diverse agenzie di stampa del Golfo Persico, tra cui l'iraniana FARS, la cospicua minoranza sciita che vive sotto l'imperio della Casa di Saoud avrebbe convocato per domani, dopo le tradizionali preghiere del Venerdì, una serie di manifestazioni di protesta.

Gli sciiti, ben 5 milioni su 27 milioni di sauditi, sono a tutti gli effetti trattati come cittadini di "Serie B": svolgono lavori subalterni e umilianti, sono esclusi dalle copiose ricadute delle rendite petrolifere e, come ci si può aspettare in uno Stato che in pieno XXI Secolo mantiene ancora tutti i tratti distintivi della monarchia assoluta (con real casa sunnita), sono praticamente assenti in tutto l'apparato politico-burocratico del paese.

Ad attizzare le braci del malcontento che domani rischiano di divampare in un vero e proprio incendio, é stato l'arbitrario arresto nella cittadina di Hofuf, nella regione di Ihsa, del rinomato e rispettato capo religioso Tawfiq al-Amer, che la scorsa settimana ha invocato, in una predica tenuta in moschea, una monarchia costituzionale in luogo del presente regime e il riconoscimento dei diritti della minoranza sciita: un proclama tutt'altro che incendiario, ma sufficiente ai tirapiedi del Re Abd Allah bin Abd al-Aziz Al Sa'ud per scaraventarlo in carcere.

Già oggi, in una sorta di "prova generale" di quanto potrebbe accadere domani, le famiglie di 9 prigionieri politici incarcerati da oltre 15 anni senza nemmeno un'accusa formale hanno dimostrato davanti al Palazzo del Governatorato nella cittadina costiera di Dammam.

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