Se in Italia solo a pronunciare la parola "protezione civile" ci vengono in mente aitanti individui in tuta ginnica che ricevono "massaggi extralusso" da avvenenti brasiliane, nella Striscia assediata di Gaza la parola, per quanto diversamente resa e pronunciata, é in grado di suscitare ben altre reazioni e ricordi; a causa del protrarsi dell'inumano assedio sionista i militi della protezione civile di Gaza ammettono di avere meno di un quarto delle risorse e degli equipaggiamenti che sarebbero necessari a svolgere in piena e totale sicurezza il loro lavoro ma, pure, non demordono e continuano a impegnarsi per la sicurezza della gente dell'enclave palestinese.
Come é accaduto anche ai poliziotti e ai paramedici anche i militi della Protezione hanno versato il loro tributo di sangue all'aggressione militare sionista di "Piombo Fuso" e, tra coloro che non persero la vita, comunque, si contano alcuni dei feriti e dei mutilati più gravi, ustionati dal fosforo bianco mentre scavavano per cercare sopravvissuti, contaminati e intossicati dalle pesanti polveri di uranio e altre sostanze delle testate a metallo denso inerte.
Uno dei settori più colpiti dall'attacco sionista fu il dipartimento dei vigili del fuoco, presi particolarmente di mira dal fuoco degli assalitori, che volevano negare alle loro vittime la possibilità di combattere gli incendi e salvare quindi le strutture colpite; anche se ormai due anni sono passati dal 'pogrom' israeliano ogni settimana vi é una piccola emergenza da affrontare, a causa dei continui raid e attacchi contro infrastrutture civili e lavoratori palestinesi: pescatori, contadini, raccoglitori di detriti e così via. Il coraggio e l'abnegazione con cui i membri della Protezione Civile continuano nella loro missione con sempre meno mezzi e sempre meno fondi deve destare ammirazione non solo nei loro colleghi europei e occidentali, ma in qualunque persona di sentimenti umani.
Nella giornata di ieri, a Gaza, si é tenuta la cerimonia in onore della Giornata internazionale della Protezione Civile, che ha compreso momenti di commemorazione dei militi caduti nell'adempimento dei propri doveri, dimostrazioni pubbliche di tecniche di intervento e altri happening in tema; interrogato dai media locali e regionali il Direttore delle Operazioni, Col. Youssef al-Zahar, ha dichiarato che, nonostante abbia perso più del 40% dei propri equipaggiamenti, la Protezione Civile di Gaza é ancora in grado di far fronte alle esigenze della comunità, soprattutto grazie alla professionalità e alla dedizione dei suoi uomini.
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