Lo Stato Maggiore dell'Esercito saudita ha emanato una chiamata speciale a 10,000 tra truppe scelte, riservisti e personale di sicurezza, mobilitandoli tutti in direzione delle province costiere orientali, dove si concentra la cospicua minoranza sciita che, con la giornata di ieri, ha iniziato una massiccia mobilitazione per protestare contro l'oppressione cui é sottoposta, contro l'arresto arbitrario di una rispettata figura religiosa e contro l'autoritarismo e la corruzione della Real Casa.
Re Abdullah e i suoi sodali contemplano con sincera preoccupazione il moto di insofferenza e ribellione che comincia a serpeggiare tra i sudditi sciiti o si dovrebbe dire tra i "regnicoli", visto che la monarchia saudita é gestita come un regno dell'ancien regime o, meglio ancora, come una corporazione totalmente amorale e senza controllori o supervisori al di fuori del suo Consiglio d'Amministrazione, occupato in toto da shareholder che appartengono alla Casa di Saoud.
Finora i proventi petroliferi e i corposi emolumenti Made in Usa (un miliardo e mezzo di dollari l'anno, il più copioso stanziamento a 'stelle e strisce' dopo i tre miliardi annui regalati a Israele), sono stati sufficienti a cullare i regnicoli in un comodo e tranquillo sopore di benessere e consumismo ma, tra tutti i venticinque milioni di abitanti, gli sciiti sono quelli che meno godono della particolarissima 'trickle down economy' in vigore a Ryiadh.
Solo ieri Re Saoud voleva usare le sue forze armate per schiacciare nel sangue rivolte sciite fuori dai suoi confini, oggi invece se le ritrova direttamente in casa...
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento