Ancora una volta saggi e coraggiori leader sunniti, veri interpreti della sapienza musulmana della setta maggioritaria dell'Islam mondiale, spendono le loro parole per dissipare l'illusione mendace propalata da certe emittenti mediatiche asservite a ben noti interessi politici regionali e internazionali che vorrebbero dare a intendere ai loro spettatori che quella in atto in Siria sarebbe una sorta di 'Guerra di Religione' che vedrebbe contrapposti da una parte i sunniti e dall'altra sciiti, cristiani e alawiti.
Adesso é toccato al Gran Mufti di Damasco, Ahmad Badreddin Hassoun, ribadire il concetto che in Siria non sia in corso alcuna 'guerra civile' ma una campagna di aggressione esterna voluta da potenze straniere regionali e occidentali che prende di mira prima di tutto la Storia, la Cultura e la specificità unica di un paese che ha sempre accolto e benedetto le diversità di etnia, lingua, religione e denominazione, esempio, come il vicino Libano dei più fulgidi esempi di tolleranza e convivenza pacifica di tutto il Medio Oriente.
Hassoun ha inoltre smentito le affermazioni fatte da fonti vicine all'insorgenza terrorista che vorrebbero catalogare la presenza di uomini di Hezbollah nel paese come la prova di una 'occupazione sciita' (o iraniana) del paese, lodando invece l'esempio e le parole anche recenti del Segretario Generale Nasrallah e dichiarando che i militanti della Resistenza libanese si trovano in Siria per aiutare un paese fratello a difendersi dall'ingerenza e dall'occupazione imperialista e sionista esattamente come hanno difeso in questi anni il Libano, cogliendo le fulgide vittorie del 2000 e del 2006.
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