sabato 30 giugno 2012

IRGC e IRIN rilasciano annunci e dichiarazioni sulle capacità navali della Repubblica Islamica Iraniana!

Il Comandante delle forze navali del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, Contrammiraglio Ali Fadavi ha dichiarato nella giornata di ieri che, grazie alla propria dottrina dell'autosufficienza tecnico-militare sarà possibile alla Repubblica Islamica, se mai forze nemiche dovessero compiere il madornale errore di ingaggiare battaglia con essa, dettare modi, tempi e caratteristiche dell'ipotetico conflitto, cogliendo l'avversario (o gli avversari) in contropiede e costringendoli a 'giocare secondo le regole iraniane'.

"La nostra Guardia Rivoluzionaria possiede vascelli leggeri e manovrabili in grado di lanciare missili antinave con un raggio di 220 Km; quest'accoppiata é in grado di costituire un vero e proprio incubo per qualunque avversario e, prossimamente, avremo a disposizione nuovi vascelli altrettanto flessibili e in grado di lanciare missili con un raggio di 300 Km e oltre".

Fadavi ha detto di rifiutare la distinzione fatta dai generali e analisti occidentali tra 'guerra convenzionale', 'guerriglia' e 'guerra asimmetrica', assicurando che le forze armate iraniane hanno elaborato piani e protocolli operativi "del tutto nuovi e rivoluzionari" che riserveranno a ogni ipotetico avversario "sorprese oltre la sua più ardita immaginazione".
In una notizia correlata il Comandante dell'IRIN, la Marina regolare iraniana, Contrammiraglio Habibollah Sayyari, ha annunciato che nuovi vascelli di superficie e sottomarini saranno presto inclusi nei ranghi della flotta di Teheran. Dopo essere riuscita a garantire sicurezza e libertà di navigazione non solo nelle sue acque domestiche e circonvicine, ma anche in tratti di mare relativamente distanti, a favore delle sue navi e di quelle internazionali dirette verso l'Iran e il Golfo Persico, ora la Marina di Teheran deve affrontare la nuova sfida di mantenere una credibile e importante presenza nelle acque trans-regionali (Mar Rosso, Mediterraneo, Oceano Indiano) e proiettarsi anche verso il Pacifico e l'Atlantico. Per raggiungere questo scopo serviranno nuovi vascelli con grande autonomia e, a questo proposito, potrebbero risultare "molto utili" i recenti progressi del programma nucleare nazionale.
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Il Presidente Mursi dichiara in Piazza Tahrir: "Nessuno potrà più permettersi di dare ordini all'Egitto democratico e islamico!"

Il Presidente egiziano Mohammed Mursi ha rivolto un discorso alla nazione dalla celeberrima Piazza Tahrir, luogo simbolo e fulcro della Rivoluzione che ha liberato il paese dalla tirannia filoamericana e filosionista di Mubarak, Rivoluzione che non avrebbe mai potuto avere successo se non fosse stato per il decisivo sostegno dell'Ikwhan, la Fratellanza Musulmana il cui Partito di Libertà e Giustizia ha prima fatto la parte del leone (47.9 per cento dei voti) nelle elezioni parlamentari di dicembre 2011 (recentemente annullate per le pressioni della Junta militare di Tantawi) e poi ha conquistato la Presidenza proprio con Mursi, battendo il candidato della restaurazione Ahmed Shafiq, attualmente latitante negli emirati del Golfo Persico per accuse di malversazione e corruzione.
"Grazie al vostro sostegno completeremo la transizione a uno stato completamente democratico e civile che sarà nazionalista, costituzionale, moderno e islamico!" ha dichiarato Mursi a centinaia di migliaia di sostenitori in visibilio che affollavano la piazza.
Il neopresidente ha giurato di raggiungere gli obiettivi della Rivoluzione affermando che il suo potere e la sua legittimità risiede nel popolo e che nessuno, personaggio o istituzione, può dirsi assoluto dal popolo e dal suo volere. Mursi ha anche assicurato che "nessuno darà più ordini all'Egitto" e che l'autonomia del Cairo sullo scenario internazionale sarà il faro guida del suo mandato.
Mursi giurerà oggi di fronte alla Corte Costituzionale, lo stesso organo che su pressione dei Generali ha annullato le elezioni e sciolto il Parlamento poco prima del ballottaggio delle presidenziali. In seguito comunicherà la lista dei Ministri per il suo primo Governo.
Uno dei primi impegni che si assumerà sarà quello di convincere il Consiglio Supremo delle Forze Armate ad abbandonare i poteri che si é arrogato recentemente e ad accettare di sciogliersi senza esitazioni o procrastinazioni in maniera che si possano organizzare nuove elezioni politiche in un clima sereno e senza spade di Damocle che incombano sul loro risultato.
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L'Esercito siriano elimina dozzine di nidi di terroristi e mercenari a Douma, Homs e Deir Ezzor!

Soldati siriani mostrano con orgoglio la bandiera dei terroristi catturata al termine degli scontri
Continua con grande successo l'offensiva delle forze armate siriane contro i gruppi mercenari e le bande di terroristi stranieri finanziati e sostenuti da Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Usa e Israele nel tentativo (finora sempre frustrato dalla determinazione del popolo e dall'efficienza dell'Esercito e delle forze di sicurezza) di precipitare il paese nel caos e nella violenza per istigare un "regime change" che installi un governo-fantoccio filoamericano e filosionista nel paese.
Questa autobomba qaedista avrebbe potuto fare dozzine di morti tra i civili siriani, ma é stata resa inoffensiva
 Negli ultimi giorni le unità dell'Esercito di Damasco hanno assaltato le basi e i covi di numerosi gruppi wahabiti nella cittadina di Douma, nei sobborghi della capitale Damasco, facendo decine di vittime e catturando dozzine di terroristi che non hanno avuto altra scelta se non gettare le armi e chiedere clemenza: macabre scoperte attendevano gli uomini delle forze armate che, esplorando i rifugi dei terroristi hanno trovato "prigioni" improvvisate e orribile "camere di tortura" dove i fuorilegge seviziavano gli sfortunati che cadevano nelle loro mani.  
Anche Bour Said, nella parte orientale del paese al confine con l'Irak, é stata teatro di una piccola 'battaglia' contro un nutrito gruppo di terroristi che é stato messo all'angolo e totalmente distrutto dall'Esercito mentre nel quartiere di Joret al-Shayiah, vicino ad Homs, numerosi covi e rifugi di criminali sono stati isolati e "ripuliti" dalla loro presenza: tra le vittime si sono contante personalità della galassia qaedista wahabita come Hisham Khabiyeh, Rateb Khabiyeh, e Ahmad al-Qassir. Tra le armi sequestrate ai prigionieri, sottratte ai morti e rinvenute nelle santabarbare dei covi smantellati sono state trovate vaste quantità di munizioni ed esplosivi di manifattura sionista, a conferma del sempre più pesante coinvolgimento di Israele nell'offensiva terrorista anti-Assad.
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venerdì 29 giugno 2012

Haniyeh dichiara: "Nessun futuro per l'occupazione sionista, né a Gaza né nel resto della Palestina!"

Intervenendo alle cerimonie di laurea dell'Università Islamica di Gaza in occasione della fine del trentunesimo anno accademico e della pausa estiva delle attività didattiche il Primo Ministro palestinese Ismail Haniyeh ha tenuto un'orazione nella quale, dopo essersi congratulato con i neo-dottori e con le loro famiglie ne ha paragonato la tenacia, e il successo negli studi allo spirito di lotta e dedizione che ha animato in questi ultimi anni tutta la popolazione della Striscia litoranea assediata dall'entità sionista di occupazione.

Haniyeh ha dichiarato che, come tutte le crudeli e disumane misure del regime ebraico sono state contrastate e rese vane dalla creatività, dall'inventiva, dallo spirito di sacrificio palestinese, così nel futuro la stessa esistenza di un qualcosa chiamato 'Israele' verrà messa in crisi e resa impossibile dalla volontà di riscatto e giustizia dei legittimi abitanti della Palestina, che riusciranno a liberarne ogni angolo "Dal fiume Giordano fino alle rive del Mediterraneo".

"Israele non ha un futuro in Palestina" ha dichiarato Haniyeh, echeggiando il tono e il significato di una simile dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, a inizio settimana, di fronte a una delegazione di attivisti filopalestinesi provenienti dall'Egitto, dalla Giordania e dal Libano.
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Condannato a 15 anni di carcere l'Ex Ministro del Petrolio egiziano per lo scandalo del metano regalato ai sionisti!

Una corte di giustizia egiziana ha condannato in contumacia l'Ex-ministro per gli Affari Petroliferi e un uomo d'affari a sua volta fuggiasco a quindici anni di detenzione per i loro ruoli nella "svendita" del metano egiziano a Israele.

Con questa operazione durata anni l'Egitto si é privato di enormi quantità di una materia prima di cui aveva estremo bisogno per il mercato interno o che avrebbe potuti, in alternativa, vendere a prezzi di mercato ricavandone utili favolosi e che invece ha "regalato" al regime sionista arrivando a coprire il 40 per cento del suo fabbisogno energetico e ricevendone in cambio il proverbiale "pugno di noccioline".

Sameh Fahmi, Ex-ministro di Mubarak e il come lui latitante Hussein Salem sono stati per questo condannati a passare tre lustri in carcere, qualora dovessero venire estradati, secondo quanto rivelato dall'Agence France Presse nella giornata di ieri.

Altri cinque imputati, uomini di governo e dirigenti dell'Agenzia egiziana per il gas e il petrolio avrebbero ricevuto pene accessorie variabili tra i 5 e i 10 anni di prigione. Fahmi si troverebbe in Spagna, dove é fuggito negli ultimi giorni della Rivoluzione di Piazza Tahrir, poco prima che Mubarak fosse costretto a rassegnare le dimissioni; Hussein Salem invece potrebbe trovarsi in Marocco, in Arabia Saudita o persino negli Stati Uniti.

Negli ultimi diciassette mesi gli impianti di pompaggio del metano egiziano in Israele sono stati ripetutamente colpiti da attentati esplosivi, portando alla completa interruzione del servizio.
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Nouri al Maliki, capo del Governo irakeno dichiara:"Inutili i negoziati, bisogna tornare alle urne ed eleggere un nuovo Parlamento!"

Il Premier irakeno Nouri al-Maliki capo del Governo di coalizione risultato dalle politiche del 2010 ma via via paralizzato dal progressivo sgretolamento del cartello elettorale "Al-Irakiya", abborracciato su ordine degli occupanti militari americani forzando in una tesa alleanza la "Lista del Rinnovamento" guidata dall'assassino e terrorista latitante in Turchia Tarik al-Hashemi, la "Lista Nazionale" di Iyad Allawi e il "Fronte Nazionale del Dialogo" di Al-Mutlaq. Questa 'Armata Brancaleone' riuscì a prendere due seggi in più dell'alleanza sciita guidata da Maliki, ma non poté evitare che le sue contraddizioni interne la consumassero lentamente fino a portare alla paralisi il Governo che essa sosteneva.

Generosamente e senza risparmio, per tutti questi ultimi mesi, Al-Maliki ha cercato rimedio all'incresciosa situazione attraverso il dialogo e il confronto ma senza risultati apprezzabili; in ultimo, come segnalato puntualmente su queste stesse pagine, Al-Maliki ha dovuto affrontare (e sconfiggere senza troppi problemi) i tentativi di tronconi e pezzi della coalizione disintegrata di sostenere un voto di sfiducia nei suoi confronti, con il sostegno nemmeno troppo segreto dei potentati sunniti del Golfo e della Turchia, ansiosi di intromettersi nelle questioni interne del paese mesopotamico.

Questa é stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso e, senza alcuna intenzione di continuare questo stillicidio di frantumazione parlamentare e imboscate orchestrate dall'estero per altri due anni (si dovrebbe tornare alle urne per il Parlamento nel 2014) Maliki ha dichiarato che é necessario andare a elezioni anticipate dove, si spera, questa volta non ci saranno intromissioni americane a falsare il risultato con alleanze forzose dirette contro la lista sciita.

Bisognerà vedere se, per raggiungere lo scioglimento del Parlamento, il Premier cercherà una maggioranza interna di deputati che sostengano la mozione, o tenterà invece la via presidenziale. Nella Costituzione irakena infatti il Parlamento può auto-sciogliersi con un voto a maggioranza assoluta oppure venire licenziato d'accordo tra il Primo Ministro e il Presidente della Repubblica.
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giovedì 28 giugno 2012

Il legittimo Premier palestinese Ismail Haniyeh supera ancora il cacicco Abbas nel gradimento dei Palestinesi!

Secondo recenti indagini demoscopiche l'attuale capo del legittimo Governo palestinese Ismail Haniyeh godrebbe ancora di un buon margine di preferenze nel gradimento della popolazione palestinese, che, se chiamata alle urne per scegliere chi mandare a occupare (dopo oltre tre anni dalla scadenza dell'ultimo mandato) la poltrona presidenziale tra l'attuale Premier e l'Ex-presidente Abbas (il cacicco di Fatah che senza titolo ha continuato a occuparla dal gennaio 2009 a oggi), non avrebbero dubbi nello scegliere il primo dei due per l'incarico.

Ovviamente a seconda degli istituti statistici la percentuale di distacco varia da un'incollatura (due punti percentuali) a un margine ben più ampio (nove, dieci punti in un caso) e ovviamente il divario tra i due possibili candidati é ben più vasto a Gaza, dove la popolazione ha potuto verificare con mano l'efficienza del Governo di Hamas pur tra tutte le difficoltà dell'assedio illegale e dei continui attacchi militari sionisti e meno nella West Bank dove, nonostante la connivenza e l'inanità di Fatah e della sua 'Anp' di fronte alle prepotenze e alle persecuzioni sioniste di militari dell'occupazione e coloni giudei fanatici e armati, molte famiglie dipendono dalla corrotta gestione degli 'aiuti occidentali' portata avanti da Abbas e complici per poter sopravvivere.
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Il Presidente Assad dichiara: "La Siria si trova in stato di guerra, ma abbiamo tutte le intenzioni di vincerla!"

Il Presidente siriano Bashir Assad, rivolgendosi all'assemblea dei Ministri del nuovo gabinetto di Governo guidato da Riad Hijab, ha dichiarato che lo stato in cui si trova oggi il paese "E' paragonabile a quello di una vera e propria guerra e, di conseguenza, tutti gli sforzi e tutte le iniziative politiche devono essere prima di tutto mirate a ottenere la vittoria e frustrare piani ed aspettative delle forze nemiche che cercano di portare il paese verso il caos per i loro tornaconti particolari".

Assad ha anche sottolineato l'importanza dell'impatto sociale dei progetti di sviluppo che aiuteranno la cittadinanza a migliorare le proprie condizioni di vita, come le iniziative per l'edilizia residenziale, che é stata fatta oggetto di un dicastero apposito nel nuovo Esecutivo. Il Presidente ha invitato poi il corpo diplomatico e il Ministero degli Esteri a continuare a migliorare le relazioni con la Russia e i paesi dell'Estremo Oriente e a perseguire nuovi accordi e patti con i paesi africani e latinoamericani.

"Saremmo stati disponibili a perseguire migliori relazioni anche con l'Occidente, non diversamente da quanto cerchiamo di fare nei confronti di altre arene politiche internazionali, anche verso quei paesi che in decenni più o meno recenti hanno cercato di colonizzarci direttamente o indirettamente ma dobbiamo tenere conto della realtà politica attuale, della posizione che alcuni paesi hanno deciso di assumere nei nostri confronti, realizzando dove risiedano i nostri veri interessi".
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mercoledì 27 giugno 2012

La vittoria di Mursi riempe di speranza i prigionieri palestinesi mentre i sionisti muovono basi militari verso l'Egitto!

Commentando la vittoria al ballottaggio presidenziale in Egitto del candidato della Fratellanza Musulmana Mohammed Mursi Youssef Rizqa, consigliere politico del Premier palestinese Haniyeh ha invitato il neoeletto presidente a prendere provvedimenti per aprire il varco di confine di Rafah al transito merci "il prima possibile" in maniera da decretare una volta per tutte la fine dell'odioso assedio imposto contro la Striscia di Gaza.
Il deputato palestinese Anwar al-Zaboun, relazionando sulla condizione dei prigionieri politici palestinesi nelle galere sioniste ha dichiarato che al diffondersi della notizia sulla vittoria di Mursi tutti i blocchi dove erano concentrati i detenuti palestinesi sono esplosi in applausi ed euforia, e vi sono stati episodi di celebrazione e condivisione festosa dei pochi dolci e generi di conforto che erano a disposizione nelle celle.
In una notizia correlata che lascia pochi dubbi su come il regime ebraico di occupazione della Palestina abbia percepito la vittoria di Mursi in Egitto arriva la conferma che cinque basi militari delle forze armate di Tel Aviv verranno chiuse nelle loro attuali locazioni e spostate verso il Sinai, in modo da essere più vicine al confine con l'Egitto. Nell'attuale clima di austerità e contenimento delle spese militari si capisce bene l'ansia sionista di tentare di rovesciare la Siria di Assad, in maniera da poter rilocare la massa del suo esercito contro un Egitto nuovamente percepito come minaccioso.
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Quarta cellula di estremisti sunniti legati alla CIA e al Pachistan neutralizzata in Iran dalla Guardia Rivoluzionaria!

Le forze di Sicurezza della Repubblica Islamica iraniana hanno colpito e distrutto una cellula terrorista wahabita legata a estremisti pachistani e attiva nel SudEst del paese, portando a quattro il numero di associazioni sovversive eliminate dallo scorso marzo a oggi e impedendo una consistente serie di attacchi e attentati sponsorizzati dalla CIA che dovevano servire a diffondere l'instabilità al confine con i paesi (Afghanistan e Pachistan) dove agiscono forze straniere di occupazione (NATO e americane).

Il Comandante delle truppe di terra della Guardia Rivoluzionaria, Brigadier Generale Mohammad Pakpour ha dichiarato nella giornata di ieri che nel corso dello scontro con i terroristi wahabiti quattro di essi sono morti mentre i loro complici sono stati catturati e posti sotto stretta sorveglianza in attesa di interrogatorio e giudizio. I wahabiti di Jundullah sono stati responsabili di alcuni attacchi e attentati, come quello del dicembre 2010 a Chabhar, costato 38 morti e quasi 100 feriti.
In seguito a quella strage le forze di sicurezza riuscirono a catturare il leader estremista Abdolmalek Rigi che, prima di venire giustiziato, confessò come la sua organizzazione ricevesse sostegno e ordini dalla CIA americana e come lui stesso fosse in viaggio per raggiungere i suoi 'controllori' presso una base USA in Khazakistan poco prima di venire arrestato.
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Commentatori politici dichiarano: "La vittoria di Mursi é un guadagno per i Palestinesi e una nuova sconfitta per Usa e sionisti!"

Secondo le dichiarazioni rilasciate da Kamel Wazni, commentatore politico di origine libanese, nel corso di una sua recente intervista da parte dell'emittente iraniana "all news" PressTV vi sarebbero ben pochi dubbi su come interpretare l'affermazione del capo del Partito di Libertà e Giustizia Mohammed Mursi al ballottaggio presidenziale egiziano, che lo ha portato sulla poltrona più alta del paese col sostegno inequivoco della maggioranza assoluta degli elettori. "Gli Egiziani sono chiaramente ostili e avversi a qualunque genere di rapporto tra il loro paese e l'entità sionista di occupazione della Palestina e vorrebbero 'rivedere profondamente' nel migliore dei casi i cosiddetti Accordi di Camp David firmati da Sadat nel 1979. Il popolo egiziano si sente vicino ai Palestinesi, specialmente ai residenti di Gaza e, se l'Ikhwan e il suo partito vogliono restare in sintonia con gli umori popolari dovranno tenere conto di queste cose". Anche Saeb Shaat, analista residente in Irlanda, concorda sul significato ultimo dell'affermazione di Mursi: il bilancio del potere e dell'influenza in Medio Oriente sta cambiando precipitosamente, ogni mese che passa gli Usa e Israele hanno sempre meno amici e alleati, sempre meno appigli per la loro ragnatela di influenze e interessi, stanno perdendo e stanno perdendo malamente, reagendo in maniera avventata e irriflessiva come mostrano le recenti mosse della Junta militare Tantawi, che ovviamente sono state 'suggerite' dal Dipartimento di Stato Usa probabilmente spinto da qualche burattinaio della Lobby filosionista Usa, che controlla con pugno di ferro le mosse di Madame Clinton. Il candidato della restaurazione mubarakista, l'Ex-Premier Ahmed Shafiq, sarebbe fuggito dall'Egitto in direzione degli Emirati Arabi Uniti poco dopo la dichiarazione della sua sconfitta, ansioso di mettersi sotto la protezione dei corrotti sceicchi del petrolio che fino all'ultimo hanno sostenuto la sua campagna con finanziamenti illegali, bustarelle e voto di scambio, quando ha saputo che la Procura Generale dello Stato al Cairo aveva aperto un fascicolo su di lui per le sue attività sotto Mubarak, sia come Generale, che in seguito come Ministro dell'Aviazione Civile e come Premier. Sembra che approfittando delle sue posizioni di potere e dell'impunità accordata ai membri della "cerchia interna" di Mubarak Shafiq abbia malversato qualcosa come quattro miliardi di lire egiziane, oltre cinquecento milioni di Euro.
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martedì 26 giugno 2012

I Curdi, eterni traditori, hanno trasformato la loro 'provincia autonoma' in una dependance del Mossad!

Un rapporto pubblicato dal Consiglio di Sicurezza Nazionale della Repubblica Islamica, guidato dal Ministro dell'Intelligence Heydar Moslehi ha rivelato come, sotto la cortina della cosiddetta "autonomia" concessa loro dagli invasori yankee per il loro ruolo di sostegno nel permettere lo scempio della loro stessa patria i curdi irakeni avrebbero approntato una vera e propria "riserva di caccia" per agenti e operativi sionisti, da cui i killer e i trafficanti del Mossad possono ordire le loro trame contro l'Irak, il Caucaso e l'Iran in tutta tranquillità.
Questo fatto, che conferma come non vi sia limite alla capacità dei Curdi di vendersi e tradire, permette di capire come siano stati organizzati, anche di recente, gli attentati omicidi contro gli scienziati e i tecnici iraniani coinvolti nel pacifico programma nucleare di Teheran, in particolare quelli del 2010 e del 2012, i cui autori materiali, però sono stati efficientemente scoperti ed arrestati dalle forze di sicurezza iraniane. Secondo quanto riportato dal sito "Fardanews.com" i sionisti avrebbero a disposizione "persino una base con strutture militari" in territorio 'autonomo' curdo.
"Grazie alla cooperazione di cani e traditori il regime ebraico che occupa la Palestina ha a disposizione suolo confinante con la nostra sacra repubblica e lo usa per preparare sempre nuove minacce e attacchi sempre più malvagi contro il nostro popolo e le sue istituzioni rivoluzionarie", ha denunciato Heydar Moslehi, accudando Massoud e Mansour Barzani, leader curdi (nonché rispettivamente padre e figlio) di "ricevere regolarmente visite da emissari di Tel Aviv, appartenenti al Mossae e alle forze armate sioniste".
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Il Comitato del Governo libanese smentisce: "Il DNA prelevato dalla fossa comune libica 'non somiglia neanche' a quello di Moussa Sadr!"

E' ufficiale, dopo aver ricevuto le risultanze dell'analisi del DNA condotta sui vesiti e sui resti del corpo rinvenuto dalle autorità libiche in una fossa comune di vittime di Gheddafi e dove si riteneva potesse trovarsi anche il corpo di Mousa Sadr, religioso sciita e fondatore di Amal, il comptetente Comitato giudiziario di Sicurezza nominato da Beirut per valutare la questione ha annunciato che la salma in questione non é assolutamente quella dell'Imam libanese di origine iraniana. Secondo il libanese "Al-Intiqad" il Comitato ha rivelato che il DNA analizzato "non somiglia nemmeno" a quello di Sadr, di cui si hanno a disposizione esempi recuperati da ciocche di capelli. Le autorità libiche, per bocca dello stesso capo del Consiglio di Transizione Mustafa Abdul Jalil sembravano quantomeno "ansiose" di dichiarare chiusa la questione della scomparsa di Sadr e dei suoi due compagni di viaggio (Mohammed Yakoub e Abbad Badreddine), rapiti o forse uccisi per ordine di Gheddafi durante la loro visita in Libia nel 1978, ma é chiaro dai risultati dell'inchiesta che il caso é ancora aperto e che il Libano (non solo Amal, o Hezbollah, o la comunità sciita) non si accontenterà di "spiegazioni di comodo". Le ipotesi accreditate negli ultimi trentaquattro anni vorrebbero Imam Sadr e i suoi compagni di viaggio vittime di un complotto ordito da una parte dell'OLP contro di loro, vista la "minaccia" costituita dal nascente Movimento Amal alle attività delle milizie palestinesi nel Libano del Sud (allora chiamato "Fatahland") oppure addirittura incorsi nella incontrollabile rabbia dello stesso Gheddafi, 'offeso' dalla severa critica fatta da Imam Sadr ad alcune sue posizioni religiose.

Sadr fu l'unico religioso musulmano sciita a presenziare alla cerimonia di insediamento di Papa Paolo VI a Roma e per tutta la sua vita intrattenne fitti e fecondi dialoghi con molte personalità cristiane europee e orientali. Sempre a Roma, nel 2004, venne ritrovato il suo passaporto, secondo alcuni portato in Italia da qualche membro dell'entourage di Gheddafi durante le frequenti visite del leader libico in Italia.
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L'estradizione dell'Ex-premier libico scatena la polemica a Tunisi tra Governo e Presidenza!

L'Ex-premier libico Baghdadi al-Mahmoudi é stato estradato a Tripoli nel corso del passato week-end, ma la sua consegna alle autorità del Consiglio Nazionale di Transizione (che guida il paese nordafricano dopo la caduta del dittatore Gheddafi) ha scatenato una tensione che covava probabilmente da tempo tra il Capo del Governo Hamadi Jebali (del partito di maggioranza Ennahda) e Morcef Marzouki, Presidente tunisino, rappresentante del Congresso per la Repubblica. Infatti dopo avere in un primo momento accordato il proprio assenso all'estradizione Marzouki aveva recentemente cambiato idea ma Jebali, considerando la questione sua prerogativa esclusiva, non se ne é dato per inteso e ha finalizzato la procedura, che si é conclusa con l'invio a triboli di Al-Mahmoudi, dove é stato preso in consegna dalla locale Polizia Giudiziaria e messo in detenzione in attesa del processo per il suo ruolo nelle politiche repressive del regime tra il 2006 e il 2011. Il Premier a interim libico (Abdelrahim al-Kib) ha assicurato che il detenuto sarà trattato "in maniera umana e secondo tutte le raccomandazioni del Diritto internazionale", tuttavia non é chiaro quante e quali conseguenze possa avere la querelle istituzionale in Tunisia, se rimanere limitata ai soli Jebali e Marzouki o se invece debba segnalare un progressivo allontanamento tra le posizioni dell'islamico Partito Ennahda (detentore della maggioranza quasi assoluta dei seggi nell'Assemblea Costituente) e il più laico CPR.
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Portavoce siriano dichiara: "I nostri confini sono sacri e inviolabili, le nostre forze armate pronte all'azione per difenderli in ogni momento!"

Il Portavoce del Ministero degli Esteri siriano, Jihad al-Makdissi ha ripetuto in un comunicato rilasciato ieri che l'apparecchio militare turco abbattuto é stato preso di mira dopo avere violato lo spazio aereo sovrano della Repubblica Araba, sottolineando come i confini siriani (aerei, marittimi e terrestri) siano 'sacri e inviolabili' e come a difesa di essi le forze armate di Damasco siano prontissime a scattare nuovamente in azione 'anche oggi stesso' se necessario. 
Del resto a Makdissi é bastato citare le stesse parole di parte turca riguardo all'incidente per ricordare come Ankara stessa abbia già ammesso la violazione dello spazio aereo siriano. Il 'Phantom' turco é finito nei mirini di un complesso antiaereo che ha un raggio efficace massimo di 2500 metri; questo può dare un'idea dell'altitudine molto bassa alla quale stava volando, particolare che rende credibile l'ipotesi di una incursione turca alla ricerca di 'intelligence visiva' sui movimenti dell'Esercito di Assad, da registrare e poi passare alle bande terroriste attive nel paese.
Nella giornata di oggi la NATO terrà a Bruxelles un meeting convocato dalla Turchia durante il quale si discuterà di quanto accaduto. Al Makdissi ha dichiarato: "Se lo scopo dell'incontro NATO sarà quello di calmare la situazione e promuovere la stabilità nella regione evitando ripetizioni dell'accaduto, allora auguriamo ad esso ogni successo; se per contro l'obiettivo della riunione sarà la provocazione e la diffusione della tensione, ripetiamo che le nostre forze armate sono pronte a intervenire a difesa dei nostri confini tanto quanto le forze armate dei paesi NATO lo sarebbero nel caso che i loro confini venissero minacciati!".
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Anche Hezbollah invia le proprie congratulazioni a Mohammed Mursi, nuovo Presidente dell'Egitto!


Anche il Movimento sciita libanese Hezbollah nella giornata di ieri ha esteso le proprie congratulazioni al neopresidente egiziano Mohammed Mursi per la sua "storica vittoria elettorale raggiunta attraverso la massiccia e coerente mobilitazione delle masse popolari egiziane, profondamente coinvolte dal messaggio di riscatto dell'Islam politico portato avanti dal Partito di Libertà e Giustizia e dalla Fratellanza Musulmana Egiziana".

"Ci congratuliamo col grande e glorioso Popolo d'Egitto per aver saputo difendere le conquiste della Rivoluzione contro i tentativi più o meno scoperti di restaurazione e normalizzazione portati avanti da forze politiche interne ed esterne negli ultimi mesi" si legge nel messaggio spedito da Beirut al Cairo e firmato dai più alti dirigenti di Hezbollah a partire dal Segretario Generale Hassan Nasrallah. "Questa vittoria arriva a un punto cruciale nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi della benedetta rivoluzione di Piazza Tahrir".

"Hezbollah, i suoi aderenti e i suoi sostenitori pregano Dio il Misericordioso affinché conceda al Presidente Mursi di portare la grave responsabilità della guida del paese attraverso uno stadio cruciale della Storia del Paese e della Regione, permettendogli di soddisfare le aspirazioni e le richieste del popolo e riportare l'Egitto al suo posto preminente nel Mondo Arabo e nell'Umma musulmana, difendendo le cause della nazione e forgiando il futuro di tutto il Medio Oriente".
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lunedì 25 giugno 2012

I massimi dirigenti di Hamas si congratulano con Mohammed Mursi, nuovo Presidente egiziano e alfiere della Fratellanza Musulmana!


Il Leader del Politburo di Hamas Khaled Mishaal e il Premier del legittimo Governo palestinese Ismail Hanyieh hanno fatto le loro congratulazioni telefoniche al neopresidente egiziano Mohammed Mursi, il primo a venire eletto democraticamente nella Terra dei Faraoni, una volta che anche il Consiglio militare di Tantawi non ha avuto scelta (con quattro giorni di ritardo su quanto annunciato) di dichiararlo ufficialmente vincitore dei ballottaggi tenutisi recentemente.
 
L'Ufficio Informazioni del Movimento Hamas, in un comunicato stampa ha riportato come Mishaal abbia augurato al leader dell'FJP "ogni successo nel condurre l'Egitto verso il progresso e la prosperità illuminate dall'Islam politico, unica soluzione ai problemi del paese, faro verso cui tutto il mondo arabo e islamico devono volgersi al più presto".
 
Ismail Haniyeh, dal canto suo, ha augurato "la miglior fortuna" a Mohammed Morsi a partire dall'obiettivo di condurre presto il paese a nuove elezioni politiche dopo che quelle di novembre sono state annullate dai generali e per strappare a questi i poteri di budget e di veto riguardo la Costituzione che si sono arrogati nel 'vuoto di poteri' causato da quella balzana decisione.
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Dozzine di mercenari tedeschi e portoghesi arrestati in Siria: i qaedisti non bastano e la NATO mobilita tagliagole prezzolati!

Grande successo delle forze armate e di sicurezza siriane che hanno strozzato sul nascere le attività di un gruppo di circa quaranta cittadini tedeschi (molti di origine turca o mediorientale) che, sotto la copertura di una fittizia "agenzia di sicurezza" stavano organizzando un canale di traffico d'armi ed esplosivi a favore dei terroristi wahabiti e qaedisti attivi nel paese col sostegno di Turchia, Arabia Saudita e Qatar, forse programmando di unirsi direttamente a loro nell'organizzazione e nella realizzazione di attacchi esplosivi e massacri di civili; i fasulli 'contractors' che apparentemente avrebbero dovuto occuparsi di proteggere personaggi influenti e facoltosi, giustificazione credibile nel clima di tensione diffuso dalle attività terroristiche delle bande straniere, volevano invece incrementarne il ritmo e la letalità ma hanno trovato pane per i loro denti nell'Esercito e nelle agenzie di sicurezza di Damasco. Questo 'bottino' di prigionieri stranieri fa salire a 300 il numero di cittadini di stati esteri arrestati perché coinvolti nell'insorgenza terrorista: tra essi si contano ovviamente sauditi, qatarioti, turchi, giordani, libici, ma anche francesi, inglesi, tedeschi e, ultimi arrivati, anche numerosi portoghesi, tutti reduci di unità paracadutiste dell'Esercito di Lisbona poi "riciclatisi" come mercenari. Il crescente coinvolgimento di cittadini occidentali mostra come l'originale impegno degli emirati sunniti e della Turchia si sia rivelato insufficiente a raggiungere risultati decisivi, tanto da convincere la NATO a mobilitare i suoi tagliagole 'a contratto', visto che é arcinoto che le agenzie di mercenari agiscano agli ordini degli Eserciti e dei servizi segreti imperialisti che 'subaffittano' loro le operazioni troppo sporche e troppo rischiose in cui non si azzardano a impegnarsi direttamente. Il Brigadier Generale iraniano Massoud Jazayeri, Vicecapo di Stato Maggiore dell'Esercito, ha dichiarato nella giornata di ieri che, fortificato dall'esempio della Repubblica Islamica il sentimento di orgoglio e Resistenza si é diffuso da Teheran verso Ovest attraverso Beirut, Damasco e Bagdad, tanto da costituire ormai uno dei tratti salienti della politica libanese, irakena e siriana; un elemento talmente radicato da essere ormai inamovibile e non-negoziabile, cardine della difesa contro cui il complotto imperialista-sionista-sunnita si é consumato i denti inutilmente in questi ultimi sedici mesi.
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domenica 24 giugno 2012

La Repubblica Islamica Iraniana celebra la Guardia Rivoluzionaria promettendo di elevare ancor più il suo potenziale deterrente!

Nel corso delle cerimonie che hanno celebrato nella Repubblica Islamica la Giornata ufficiale del Corpo della Guardia Rivoluzionaria (IRGC) il Comando Supremo delle forze di terra dell'Esercito ha inviato ai colleghi della Guardia un attestato di profonda stima e riconoscimento del 'fondamentale' apporto dato dall'organizzazione alla costruzione di un valido sistema di know-how indipendente e autonomo che ha rafforzato in maniera incommensurabile le capacità scientifiche, tecniche e difensive di Teheran, in omaggio alla dottrina dell'Autosufficienza Militare.
La dichiarazione dell'Esercito ha anche affermato che ormai la cooperazione tra le forze regolari e la Guardia Rivoluzionaria é ormai prassi normale e quotidiana con uomini e reparti dell'uno e dell'altra pronti a scattare all'unisono per contrastare con forza decisiva ogni genere di minaccia contro il paese, da qualunque parte essa provenga e verso qualunque obiettivo possa essere rivolta. Il Presidente del Parlamento dei Majlis, Ali Larijani, da parte sua ha sottolineato l'urgenza nel migliorare e raffinare sempre più le capacità difensive della Repubblica, di fronte al moltiplicarsi dei segnali di instabilità e aggressione da parte di Arabia Saudita e altri sceiccati petroliferi del Golfo, degli Usa e soprattutto dell'entità sionista di occupazione della Palestina. Contro queste ripetute minacce, ha affermato Larijani, Teheran deve essere in grado di poter mobilitare una 'decisiva preparazione militare' che funga da deterrente per le più avventate misure a cui, altrimenti, gli esponenti e i complici dell'arroganza imperialista globale potrebbero essere tentati di fare ricorso.
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I dirigenti dell'opposizione di 'Al-Wefaq' aggrediti e feriti dagli sbirri di Re Al-Khalifa dichiarano: "Il regime ha scelto la violenza cieca!"

Il Segretario Generale del movimento Bahreini di opposizione alla tirannia degli Al-Khalifa, l'Al-Wefaq, ha sottolineato, nelle prime dichiarazioni pubbliche rilasciate dopo essere stato ferito dagli sbirri del regime lo scorso venerdì, che l'intervento della polizia reale é stato contrassegnato dall'esplicita e premeditata volontà di aggredire e ferire i manifestanti, sparando loro contro proiettili di plastica alla testa e al torso da distanze minime in maniera da annullare la loro presunta "non-letalità".
E' infatti noto che i proiettili di plastica con anima in metallo 'anti rivolta' devono venire mirati contro gli arti e solo da certe distanze. In una intervista rilasciata dopo il suo ferimento lo Sceicco Salman ha dichiarato che il regime degli Al-Khalifa "ha esplicitamente deciso di confrontare le proteste con la violenza più cieca e senza freno come é stato evidente a chiunque abbia visto i poliziotti venerdì sparare a manifestanti che stringevano mazzi di fiori in mano".
Anche altri leader di Al-Wefaq, come Hasan al-Marzouq (foto sopra) e Jawad Fairooz sono rimasti feriti negli scontri. Lo Sceicco Salman é rimasto colpito alla schiena e alla spalla nel corso della repressione del rally tenutosi a Bilad al-Qadeem, che non aveva nessun elemento provocatorio e violento e si teneva sotto lo slogan: "Il nostro pacifico movimento sconfiggerà ogni ostacolo". In particolare gravi sono risultate subito le condizioni di Hasan al-Marzouk, che é stato visto sanguinare copiosamente dalla ferita al collo inflittagli da un proiettile di plastica che si é frantumato lacerandogli le carni.
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Altri morti e feriti a Gaza, come al solito nell'assordante e ipocrita silenzio dei paesi occidentali!

Continuano i caroselli assassini di jet e droni robotizzati sionazisti sopra il ghetto assediato di Gaza: Ussama Ali, 42enne, residente civile di Gaza City, é il nome dell'ultima vittima della frenesia assassina delle forze armate sionaziste, che sembrano essersi scatenate in una vera e propria ridda infernale sopra la Striscia litoranea; se si dovesse aspettare una presa di posizione o anche solo un richiamo da parte delle ipocrite e corrotte 'democrazie' occidentali, le SS di Tel Aviv avrebbero tutto l'agio di sterminare fino all'ultimo Palestinese, visto che anche questa volta l'Unione Europea, gli Usa, il Canada, l'Australia e gli altri paesi occidentali si fanno notare solo per il loro silenzio che lascia Israhell libero di esplicare tutta la propria ferina malvagità. In particolare Fawzi Barhoum, portavoce del Movimento di Resistenza Hamas, ha dichiarato ai microfoni dell'Agence France Presse che il computo delle vittime é ormai salito a 16 e che con il continuo totale e acritico sostegno degli Usa, l'ipocrita e immorale silenzio europeo e le dichiarazioni di 'solidarietà' meramente e unicamente verbali dei paesi arabi le forze militari sioniste potranno farlo lievitare ulteriormente nei prossimi giorni. Hamas, ha però avvisato Barhoum, non resterà a guardare e già ora sta preparandosi a rispondere a tono alle aggressioni sioniste e a "punire" l'arroganza e il cinismo degli attaccanti. Barhoum ha invitato la Lega Araba a decidere attive misure di sanzione e rappresaglia contro l'entità sionista di occupazione e ha invitato l'organizzazione Fatah e il suo 'Governo' di Ramallah a interrompere ogni sorta di cooperazione con il regime sionista, fino a quando questo insiste nell'attaccare militarmente i civili della Striscia di Gaza.
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