sabato 20 ottobre 2012

La Siria tronca i collegamenti energetici con Turchia, Giordania ed Egitto e si rivolge all'Iran per le sue necessità

In un importante sviluppo della crisi siriana il Governo di Damasco ha annunciato di avere ormai del tutto scollegato il paese dagli elettrodotti Turchi ed Egiziani (che passavano attraverso la Giordania) rivolgendosi unicamente all'Iran (tramite il vicino Irak) quale fornitore di energia elettrica.

La mossa, che rafforza la stabilità energetica siriana e stringe ancor di più i legami che attraversano i paesi dell'Asse della Resistenza, mette al sicuro il paese da ricatti da parte di Ankara e anche del Cairo, dove la Presidenza egiziana, pur senza sbilanciarsi eccessivamente, ha mostrato di prediligere una soluzione all'insorgenza terrorista che preveda comunque un 'regime change' morbido e negoziato.

Intanto la Russia di Putin ha annunciato che acquisterà in blocco la produzione petrolifera siriana (pur non avendone alcun bisogno essendo un esportatore netto di gas e idrocarburi), concedendo così un importante aiuto al suo più fidato alleato mediorientale, la cui economia é stata gravemente colpita dalle attività delle bande armate wahabite sostenute da Riyadh, Ankara e Doha.
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Nave di solidarietà verso Gaza attaccata da forze sioniste: nuovo atto di pirateria internazionale di Tel Aviv

Da poco più di cinque ore la 'Estelle', nave svedese con equipaggio di volontari determinati a raggiungere Gaza per rompere anche solo simbolicamente l'assedio sionazista al ghetto palestinese é inseguita e messa in pericolo da numerose unità della marina di Tel Aviv in quello che si annuncia un lugubre (e forse sanguinoso) replay degli eventi della 'Mavi Marmara'.

Victoria Strand, portavoce dell'organizzazione umanitaria che ha organizzato la missione ha confermato che l'equipaggio vede chiaramente le navi sioniste avvicinarsi e allontanarsi ritmicamente, riducendo tuttavia ogni volta la loro distanza dall'imbarcazione.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi sperando per il meglio.
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Un complotto inquietante attorno alla bomba di Beirut e dietro di esso la mano del Mossad!

Non si sono ancora finite di seppellire le otto vittime di Ashrafiyeh che i contorni di una cospirazione mostruosa sono stati tracciati attorno a esse. La bomba che ha sventrato il quartiere maronita di Beirut e che era stata mirata contro il Colonnello dell'Intelligence Wissam Hassam (foto sotto), con ogni probabilità é stata collocata dal Mossad israeliano.

Questa la vendetta dei sionazisti di Tel Aviv per l' "offesa" del drone di Hezbollah che ha ridicolizzato la pretesa 'inviolabilità' delle difese aeree israeliane. E non mirata contro gli sciiti di Hezbollah, ché un attentato a Dahiyeh avrebbe soltanto acceso di zelo vendicativo i seguaci di Nasrallah e avrebbe causato rappresaglie dieci volte peggiori contro i suoi mandanti, ma contro i loro avversari, nella speranza di istigare i maroniti, finora partner piuttosto "freddi" nel complotto filo-wahabita contro la Siria di Assad a impegnarsi maggiormente contro Damasco e contro il Governo di Najib Mikati.








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venerdì 19 ottobre 2012

Ce l'hanno fatta! Hariri e complici riportano il Libano al terrore indiscriminato della Guerra Civile! Bomba a Beirut, morti e feriti

Una bomba ad alto potenziale probabilmente nascosta in un'automobile è detonata nel quartiere cristiano maronita di Ashrafiyeh, nella capitale libanese Beirut, durante l'ora di punta pomeridiana.

Dai primi rapporti si parla di otto morti e oltre settanta feriti, moltissimi dei quali mutilati e in gravi condizioni. Il Ministero della Salute libanese, tuttavia, per ora conferma soltanto tre morti.

 Le galline tornano al pollaio e chi semina vento raccoglie tempesta, la strage di oggi é il risultato dell'imbecille, inane politica di alleanza tra i cristiano-maroniti 'di Destra' legati ai partiti della Falange e delle Forze Libanesi e il mezzo-saudita Saad Hariri coi suoi nuovi amici sauditi, salafiti-wahabiti dell'internazionale mercenaria del terrore pagata dagli emiri Saoud e Al-Thani.

 Non abbiamo alcun timore di smentite o depistaggi, la mano assassina di Beirut é legata al corpo marcio e corrotto dell'Alleanza 14 Marzo, i Cristiani del Libano ne tengano conto.
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Lettera del Presidente Mursi al criminale di guerra sionista Shimon Peres solleva polemiche e critiche!

Quella che si vede in pic é una copia della lettera nella quale, rivolgendosi al Governo del regime ebraico di occupazione della Palestina il Presidente egiziano Mohammed Mursi si dichiara "grande e buon amico" del criminale di guerra Shimon Peres, attualmente 'presidente' dell'entità sionista e, nelle righe successive, dichiara di "essere desideroso di mantenere e rafforzare le cordiali relazioni attualmente esistenti" nonché di avere nominato Atef Mohamed Salem Sayed El Ahl quale ambasciatore a Tel Aviv.

A fronte del vespaio di polemiche suscitate dal "leak" di questo documento che é diventato di dominio pubblico il portavoce presidenziale Yasser Ali non ha potuto che confermare l'autenticità del documento nel corso di una intervista resa al quotdiano "Al-Ahram", specificando che usando quelle espressioni cordiali il Presidente stava "soltanto seguendo il consolidato protocollo diplomatico". Nel documento, mettiamo in evidenza noi, l'entità sionista di occupazione non viene mai chiamata 'Israele', ma (sottolineiamo sempre noi) non viene nemmeno chiamata come dovrebbe.

Non contestiamo, per il momento, la necessità per l'Egitto di condurre una 'realpolitik' di coesistenza con Tel Aviv, ma obiettiamo sulla scelta di modi e termini con cui questa coesistenza (si spera temporanea) viene punteggiata e condotta.
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Ammar Bagdache del Partito Comunista Siriano mette in guardia gl'imperialisti: "Illuso chi crede di piegare la Siria!"

Intervista a Ammar Bagdache, segretario generale del Partito Comunista Siriano (PCS). In mezzo alla campagna di disinformazione sulla crisi in Siria – la maggior parte delle volte basata su testimoni senza nome che offrono cifre “indeterminate” – Ammar Bagdache, segretario generale del Partito Comunista di quella nazione araba, ha acconsentito a condividere con il giornale cubano Granma una realtà molto distante da versioni mediatiche parziali. 


Quali sono stati i principali compiti portati avanti dal PCS da quando si è scatenata la crisi?  

In primo luogo, la lotta per preservare l’indipendenza nazionale, la sovranità e la linea patriottica antimperialista della Siria, e per gli interessi e le rivendicazioni delle masse popolari meno abbienti. C’è un altro compito molto importante, soprattutto nel contesto che ci viene imposto, la difesa della produzione nazionale. Applichiamo sempre la disposizione dettata dal leader storico del Partito, Khaled Bagdache: la difesa della patria e la difesa del pane del popolo. Il nostro Partito sta svolgendo un ruolo di mobilitazione molto importante con il popolo per denunciare la natura della cospirazione che è stata ordita contro di noi. Le prime mobilitazioni di massa, che dall’anno scorso sono state fatte davanti alle ambasciate delle grandi potenze, sono state organizzate ed hanno avuto una partecipazione sostanziale da parte del nostro Partito. Davanti alla sede diplomatica della Francia, il popolo ha chiarito che non dimentica i crimini commessi dal colonialismo francese nel nostro paese. Abbiamo innalzato uno striscione con la frase del Generale De Gaulle: “E’ illuso chi pensa di poter piegare la Siria.  

Che impatto hanno avuto nel paese le misure che il Governo ha preso dopo la crisi?  

Sono state prese molte misure per garantire l’ampliamento delle libertà democratiche, la più importante è stata quella di deroga delle leggi marziali, è stata proclamata anche quella dei partiti, ed è stata adottata una legge molto avanzata sulla stampa. Il PCS ha lottato per molto tempo affinché si restituisca la nazionalità siriana a quei kurdi che ne sono stati privati a seguito del censimento eccezionale che fece il governo reazionario nel 1962. Ci sono circa un milione di kurdi in Siria e la maggior parte ha la sua nazionalità, ma è stata ridata a 136 mila kurdi che non l’avevano. È stata pure proclamata una nuova Costituzione e alcuni analisti considerano che la cosa più importante è la modifica dell’Articolo 8 che stabiliva che il capo dello stato doveva appartenere al partito BAATH. La maggior parte delle misure democratiche che sono state adottate e le riforme che sono state fatte erano incluse nel programma di azione del PCS, che stava esigendo con gran forza la loro adozione.  

Il Consiglio dei Diritti Umani ha approvato una risoluzione che contiene una mozione di censura contro Damasco per la tragedia di Houla e prolunga di sei mesi il mandato della Commissione d’Inchiesta in Siria. Qual è la sua valutazione al riguardo, e cosa pensa del ruolo della Russia, della Cina e dell’ONU in questo conflitto?

Sul massacro di Houla, le informazioni che ha il PCS in quella regione sono che non è stata perpetrato da forze governative, ma dagli insorti, e l’hanno fatto tre giorni prima della discussione dell’argomento al Consiglio di Sicurezza affinché fosse uno strumento di pressione sull’organizzazione. Il ruolo di Russia e Cina è stato positivo rispetto alla crisi siriana, loro stanno difendendo i propri interessi geostrategici, tenendo conto delle forti pressioni che esercitano gli Stati Uniti su di loro, e per questo gli interessi di questi due paesi convergono con quelli del popolo siriano in difesa della propria patria e sovranità nazionale. Rispetto al ruolo dell’ONU, dalle posizioni che ha adottato il Segretario Generale, risulta chiaro che risponde disciplinatamente alle istruzioni degli Stati Uniti. In quanto all’attività dei suoi delegati Kofi Annan e ora Lajdar Brahimi, noi come partito politico siamo stati contrari a quell’iniziativa perché la sua essenza è stata quella di spogliare il Governo siriano degli strumenti con cui conta per assumere la difesa della propria sovranità.  

Un pronostico: Quale deve essere, secondo il partito Comunista, la conclusione della crisi in Siria?  
In primo luogo bisogna mantenere una posizione ferma, severa di fronte alle azioni sovversive e ai sabotaggi degli insorti. Quelli che non fanno azioni terroriste bisogna affrontarli con gli stessi mezzi cui loro ricorrono, con altri punti di vista e progetti. La sovversione, gli omicidi e le operazioni terroriste bisogna affrontarle con l’applicazione della legge. La garanzia fondamentale della fermezza della Siria risiede nel soddisfacimento delle necessità del popolo, questo significa che ci sono molte leggi economiche, sociali, che devono essere riviste. L’intento di arrivare a una soluzione di compromesso tra forze patriottiche e non patriottiche significa ritrattare gli interessi della patria, una involuzione. Non appoggiamo questo.  

Fonte: http://www.granma.cu/espanol/noticias/4octubre-es-iluso.html  
Traduzione dallo spagnolo: Rosamaria Coppolino (della redazione di“Contropiano”)
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giovedì 18 ottobre 2012

Grande esercitazione a Teheran per quindicimila membri della milizia popolare Basij!

I Basij, la milizia volontaria che salvò la Repubblica Islamica dall'aggressione concertata degli alfieri dell'arroganza imperialista globale coalizzatisi nel sostenere Saddam Hussein e la sua guerra di aggressione contro Teheran, si mobiliteranno domani in massa per una colossale esercitazione che vedrà circa quindicimila di loro, sotto la guida e la supervisione dello Stato Maggiore della Guardia Rivoluzionaria (IRGC) impegnati per tre giorni proprio nelle zone Orientali della capitale e nei distretti immediatamente circostanti.

La manovra, soprannominata "Ala Beit Ol Moqaddas", é stata decisa alcune settimane fa come prova di sdegno e determinazione di fronte alle vigliacche e blasfeme offese mosse contro il Profeta dell'Islam da parte del 'regista' Sam Bacile e dei suoi finanziatori sionisti, produttori di un film di propaganda islamofoba. Come gesto d'inizio dell'esercitazione i Basij si riuniranno in Piazza della Palestina per una dimostrazione. In seguito si impegneranno in esercizi di combattimento contro minacce convenzionali e contro la sedizione organizzata.

I Basij si sono distinti nel 2009 per il loro impegno nello sventare i tentativi di sobillazione voluto dalle potenze imperialiste che cercarono di sabotare con vili accuse propagandistiche il regolare corso delle elezioni presidenziali.
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Si schianta a terra un drone sionazista che sorvolava la Cisgiordania! Gli UAV fonte di continuo imbarazzo per Tel Aviv!

Non si é ancora spenta nelle alte sfere del regime ebraico che occupa la Palestina l'eco della figuraccia rimediata contro il drone di Hezbollah che ha percorso in lungo e in largo lo spazio aereo sionista senza venire avvistato o rilevato se non quando si trovava sopra il Deserto del Negev (più vicino all'Egitto che al Libano) che un altro imbarazzo é arrivato ad aggiungersi agli afterschock del primo e sempre per rimanere in tema anche questo legato a un drone, questa volta dell'aviazione sionista.

Un costoso velivolo senza pilota da circa cinque milioni di dollari di prezzo, infatti, é sfuggito al controllo dei suoi operatori remoti, schiantandosi al suolo nei territori occupati della Cisgiordania, presso Nablus. Fonti bene informate del quartier generale aeronautico hanno riportato che il pilota abbia cercato di condurlo in un atterraggio di fortuna dopo avere sperimentato "gravi noie" alla stabilità e alla portanza, ma eventualmente ne abbia perso del tutto il controllo.

Sempre nel corso del 2012 un altro drone sionista era precipitato vicino Gedera.
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mercoledì 17 ottobre 2012

I Giuda sionazisti continuano a tradire la parola data: allarme del Centro Prigionieri Palestinesi, otto detenuti liberati nel 2011 ri-arrestati a tradimento!

Riyadh Al-Ashqar, Direttore del Centro Studi sui Prigionieri Palestinesi ha dichiarato in un accorato appello trasmesso ai rappresentanti della stampa, ai Governi della regione e alle organizzazioni internazionali attive in Medio Oriente che, contrariamente agli accordi siglati sotto gli auspici egiziani per la liberazione dell'Ebreo francese Gilad Schalit (catturato dalla Resistenza palestinese mentre a bordo di un 'panzer' da 50 tonnellate si apprestava a invadere Gaza), otto detenuti palestinesi liberati lo scorso autunno sono stati proditoriamente ri-arrestati dalle forze di occupazione del regime ebraico.

Questo dimostra per l'ennesima volta, se mai ve ne fosse stato ancora bisogno che con il Giuda sionista, traditore e spregiatore di ogni parola e di ogni carta firmata, non é possibile addivenire ad alcun compromesso che non si basi sulla schiacciante minaccia della Resistenza armata come deterrente. Quante volte Israele ha osato bombardare il Libano dal 2006 a oggi? Nessuna, perché sa che dal Libano possono piovere in ogni momento tanti razzi e tanti missili da far diventare invivibili le città di Tel Aviv, Haifa e oggi persino Gerusalemme occupata.

Per ottenere risultati solidi e definitivi contro l'occupazione ebraica la Resistenza armata e il sentiero della lotta non sono opzioni o alternative, esse sono gli unici sentieri praticabili.
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Le ultime vittime dei gas tossici di Re Al-Khalifa: un dimostrante e una bimba di nemmeno un anno!

Una cosa si può dire delle tirannidi impiantate e coltivate in Medio Oriente dall'arroganza imperialista globale. Esse non retrocedono di fronte a nessuna iniquità, per esse la crudeltà più disumana é una abitudine costante, che esse si chiamino 'Regime ebraico in Palestina', 'Dinastia Al-Saoud', 'Dinastia Al-Thani', 'Dinastia Al-Khalifa', 'Terroristi wahabiti in Siria' o in qualunque altra versione si declinino i vari nomi e sigle del servilismo e dell'abiezione.

Secondo i più recenti dispacci delle agenzie internazionali nell'Isola-Stato di Barhein due nomi si sono aggiunti a quelli delle centinaia e centinaia di vittime della repressione reale (facilitata da truppe saudite, qatariote e dai crudeli e fanatici mercenari reclutati in Pachistan) che prosegue indisturbata nel totale disinteresse e silenzio ipocrita dei principali "difensori dei diritti umani" (quando fa loro comodo).

Uno dei due morti era un uomo adulto che aveva preso parte a una marcia di protesta, ma la seconda, Huda Sayed Nima Sayed Hassan, era una bambina di nemmeno un anno, avvolta e soffocata a morte dalla coltre di gas urticante "Made in Usa" venduto dal Nobel per la Pace Obanana al suo alleato Re Al-Khalifa.

I protocolli di uso degli agenti gasogeni urticanti proibiscono severamente di sparare i candelotti contro case o edifici proprio per evitare che un ambiente, da essi saturato, si trasformi in una camera a gas. E proprio in una vera 'camera a gas' che prima era la sua cameretta, ha trovato la morte la piccola Nima, ennesima vittima illamentata della follia dei tiranni sunniti del Golfo.
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Le truppe di Assad circondano ed espugnano una enorme base terrorista sotterranea a Homs!

Un vero e proprio "bunker sotterraneo" era stato ricavato dai terroristi wahabiti nel sottosuolo della città di Homs, presso il Souk al-Hashish; per assediare questa vera e propria fortezza nascosta, bloccarne tutte le uscite e costringere alla resa le dozzine di mercenari che la occupavano é stata necessaria una vasta manovra militare che ha visto le truppe del Presidente Assad ancora una volta trionfatrici.

All'interno del tunnel-bunker sono state trovate grandi quantità di armi saudite e turche, con tanto di munizioni ed esplosivi, apparati elettronici di comunicazione e scorte di farmaci e materiale medico rubato alle cliniche e agli ospedali del popolo siriano.

Nella zona di Al-waar al-Jadeed invece un laboratorio per la produzione di bombe e mine é stato scoperto e smantellato dalle forze governative, mentre a Qusayr tre furgoni equipaggiati di mitragliatrici e un ingente gruppo di terroristi sono stati intercettati e distrutti in una violenta battaglia.
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martedì 16 ottobre 2012

Malattie veneree in crescita tra i Palestinesi che lavorano per gli occupanti sionisti: donne israeliane li forzano a rapporti non protetti!

Nell'ipocrita e corrotto Occidente le campagne contro le 'molestie sessuali' sul luogo di lavoro sono "territorio di caccia" privilegiato per femministoidi carrieriste e misandriche che possono dare libero sfogo alle loro ubbìe costruendo narrative ridicole che vogliono ogni uomo simile al lupo cattivo dei cartoni di Tex Avery e ogni donna come una vittima predestinata delle sue fregole ferine; invece nella Palestina sottoposta all'occupazione del regime ebraico esiste davvero un problema di 'sexual harassment' le cui vittime sono i lavoratori palestinese, preferibilmente sotto i 35 anni, avvenenti e ricattabili tramite il permesso di lavoro.

Secondo l'Ufficio Statistico Centrale dei Territori Occupati palestinesi il 77 per cento dei lavoratori che ogni giorno dalla West Bank vanno a lavorare in Israele ha subito "almeno una volta" una molestia da parte di una donna sionista, percentuale che grosso modo corrisponde alla quasi totalità dei giovani sotto i 35 anni e di aspetto mediamente piacente.

Ovviamente i lavoratori palestinesi, che hanno impiegato mesi e molto denaro sottoforma di tangenti e bustarelle alla burocrazia sionista per ottenere il permesso di lavoro (da cui dipende il salario che magari mantiene la loro famiglia) non possono che tacere e sottostare al ricatto. Ma considerazioni morali a parte il ricatto sessuale delle 'cougar' sioniste espone i giovani Palestinesi a un serio rischio per la salute: infatti tra i lavoratori che godono di permesso sono in vera e propria esplosione le malattie veneree, in primis l'HIV, trasmesse loro dai rapporti non protetti cui vengono obbligati.

Anche in questo caso si vede come i lavoratori vittime del mindset sionista che vede i Palestinesi come oggetti da sfruttare (in ogni senso).
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Siria, Irak ed emirati arabi del Golfo: siete pronti al nuovo "terremoto" mediorientale? Chi rimarrà in piedi dopo la scossa?

Nell'ambiente dei cronisti di eventi mediorientali e degli analisti politici e strategici gira la voce che, durante una recente riunione della NATO il rappresentante di un partner non secondario dell'alleanza (a seconda di chi racconta la storia esso diventa di volta in volta quello britannico, francese o tedesco) abbia chiesto a bruciapelo ai colleghi riuniti in assise: "Ebbene, quanti di voi pensano che Assad possa venire destituito dalla guerriglia?" e che nessuno dei presenti, dopo un istante di riflessione, se la sia sentita di alzare la mano.

Tra la costante avanzata delle forze governative siriane che schiacciano un nido di resistenza terrorista dietro l'altro e respingono sempre più tentativi di infiltrazione dai confini turchi e libanesi e il costante sostegno strategico, politico e diplomatico che Damasco continua a ricevere da Bagdad, Teheran, Pechino e soprattutto Mosca le speranze che Assad possa 'ruzzolare' giù dalla sua poltrona a breve sono ormai appese a un filo sempre più sottile a meno di non sperare in un grandissimo colpo di fortuna come un attentato che lo elimini improvvisamente.

Il Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo Persico, tra l'altro, é profondamente spaccato tra una fazione interventista, guidata da Arabia Saudita e Qatar e seguita con molto meno entusiasmo dagli Emirati Arabi Uniti e una 'neutralista' capitanata dal Kuwait e dall'Oman (che non vuole inimicarsi il potente vicino iraniano con cui ha faticosamente costruito rapporti amichevoli).

Proprio in questi giorni il Presidente iraniano Ahmadinejad visiterà il Kuwait, per vedere quali prospettive esistano di spaccare ulteriormente il GCC in due, mentre da poco é rientrato in Iran il Ministro degli Esteri che ha visitato il Qatar per dichiarare all'Emiro Al-Thani che le sue azioni verso la Siria hanno totalmente distrutto il prestigio che si era costruito con la creazione di Al-Jazeera e con il sostegno alla Causa palestinese.

Intanto in Irak, paese fondamentale per la 'reach' iraniana in Siria, il Premier sciita Maliki sta staccando sempre più contratti di sfruttamento dei giacimenti petroliferi del paese a favore di compagnie cinesi, mettendo le 'Big' del petrolio americane nell'angolo e dopo avere comprato quattro miliardi di dollari di armi russe ha anche invitato le compagnie moscovite a riprendere il filo dei legami interrotti con la caduta di Saddam.

Come si vede l'intero scacchiere mediorientale é in moto e l'effetto domino non tarderà a farsi sentire.
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Lunga vita alla Resistenza palestinese! Il Primo SA-7 é stato sparato contro un apparecchio sionazista!

Fonti affidabili riferiscono che per la prima volta in assoluto un missile antiaereo spalleggiabile 'Strela' di fabbricazione russa é stato sparato dal ghetto assediato di Gaza contro un velivolo sionazista che incrociava nei cieli sopra la Striscia.

Il lancio del missile antiaereo, che pur mancando il bersaglio ha convinto il codardo pilota sionista a desistere dalla missione omicida che era stato inviato a compiere (si sa, i sionisti si sentono forti solo quando possono incrudelire contro 'nemici' che ritengono inermi, come donne, vecchi, bambini e civili disarmati; contro avversari in grado di rispondere al fuoco perdono tutta la burbanza), segnala l'apertura di una nuova fase nello scontro militare tra la superpotenza sionazista e la Resistenza palestinese.

Finora droni e jet con la "svastica a sei punte" erano sicuri di non correre alcun rischio volando sopra Gaza e riversando contro le sue case, le sue scuole, i suoi ospedali e i suoi cittadini bombe guidate, razzi e missili. Tuttavia si sapeva che da tempo Hezbollah, l'Iran e anche la Siria, i paesi cioé dell' "Asse della Resistenza" stessero cercando di fornire ai gruppi palestinesi loro alleati missili antiaerei spalleggiabili (MPSAM), da tempo presenti nei loro arsenali.

Hezbollah aveva sparato missili 'Strela' e 'Igla' contro i jet sionisti nella guerra d'estate di 6 anni fa. Non si sa ancora con certezza a quale gruppo armato appartenesse lo 'Strela' lanciato contro il velivolo sionista: alcuni dicono ai Comitati Popolari di Resistenza (vicini a Hezbollah), altri alla Jihad Islamica palestinese rifornita dall'Iran.
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Anche il Gran Mufti sunnita di Beirut dichiara: "Il drone di Hezbollah si é rivelato un'ottima mossa" e rinnova la sua polemica con Hariri!

Il Gran Mufti sunnita del Libano, Mohammed Rashid Qabbani, ha dichiarato nella giornata di ieri che a suo dire l'impresa del drone di Hezbollah che ha penetrato le difese aeree sioniste fino al Deserto del Negev é stata "Una ottima mossa dal punto di vista strategico".

In passato i partiti dell'Alleanza 14 Marzo guidata dal mezzo saudita Saad Hariri avevano provato a usare la figura del Mufti sunnita come parte della loro campagna settaria e denigratoria contro Hezbollah e la Resistenza, col risultato di alienarsi questa importante figura religiosa che anche ieri non ha mancato di rinvigorire la sua polemica contro il Movimento Futuro e il suo leader.

"Non accetto, non ho mai accettato e mai accetterò di venire manipolato o controllato da qualcuno e questo é il motivo principale del mio dissidio con 'Al-Mustaqbal' (Movimento Futuro) e l'Alleanza 14 Marzo, un motivo che non risiede nella politica, che non é di mio interesse, ma che ha motivi individuali e personali giacché non ritengo che i leader di queste formazioni siano persone capaci.

Che Saad Hariri sia un incapace é stato chiaro e lampante alla redazione di 'Palaestina Felix' fin da quando decidemmo di soprannominarlo 'Renzo Bossi Libanese', ma fa piacere che anche il Gran Mufti di Beirut se ne sia reso conto.
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lunedì 15 ottobre 2012

Hezbollah rivela nuovi dettagli sul drone 'Ayoub' mentre il regime ebraico silura il capo della difesa aerea!

Lo Sceicco Naim Qassem, Vicesegretario Generale di Hezbollah, parlando a una cerimonia presso la scuola Al-Mustapha ha rivelato che il drone 'Ayoub' lanciato dalla Resistenza sciita e scoperto dagli occupanti sionisti della Palestina solo quando si trovava ormai sul Negev, dopo avere ripreso e trasmesso messaggi delle difese aeree sioniste e della centrale nucleare 'pirata' di Dimona é solo uno dei mezzi che verranno messi prossimamente in campo contro il regime ebraico.
Intanto nel regime ebraico di occupazione Doron Gavish, già comandante della difesa aerea é stato prontamente 'trombato' dopo la vergognosa debacle della scorsa settimana, al suo posto é stato nominato Shachar Shochat, che però proviente dalla branca amministrativa dell'aviazione sionista, essendo stato fino a ieri capo del programma pensionistico che garantisce lauti vitalizi agli assassini di donne e bambini di Gaza. Un 'contafagioli' della contabilità al vertice della difesa antiaerea? Questa scelta, come molte altre, denuncia il tasso di confusione mentale della leadership politico-militare di Tel Aviv. 
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Due militanti della Resistenza popolare assassinati vigliaccamente a Gaza da bombe sioniste, le Brigate Salah ad-Din si mobilitano!

Nella serata di ieri un nuovo bombardamento sionazista sulla Striscia di Gaza assediata ha colpito, insieme a due militanti dei Comitati di Resistenza popolare, anche cittadini civili del ghetto palestinese assediato. Si é trattato del terzo raid sionista, dopo i due che nella giornata di sabato e nelle prime ore di domenica sono costati la vita a molte vittime e il ferimento e la mutilazione di numerosi altri abitanti, una dozzina in tutto, tra cui almeno cinque bambini.

Prontamente é arrivata la dichiarazione delle Brigate Salah-ad-Din, braccio armato dei Comitati di Resistenza, che comunicando in Ezzuddin abu Nusayira e Ahmed Fatayer i nomi dei due caduti hanno dichiarato la loro immediata partecipazione a ogni operazione di rappresaglia come quelle intraprese recentemente dalla Jihad Islamica palestinese e, dopo qualche tentennamento, anche dalle Brigate Al-Qassam di Hamas, che hanno lanciato oltre sessanta razzi contro le basi militari e gli acquartieramenti dei miliziani ebrei di Sderot e Eshkol.
"Ci troviamo di fronte all'ennesima offensia sionista condotta col massimo sprezzo delle vite dei civili e nell'usuale silenzio degli osservatori internazionali; questo nuovo crimine, tuttavia, aumenta solo la nostra determinazione a persistere sul sentiero della Resistenza e della lotta contro l'occupazione; invitiamo tutte le altre fazioni palestinesi ad attivarsi per far pagare il fio dei suoi crimini all'entità sionista con tutti i mezzi possibili ed efficaci".
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domenica 14 ottobre 2012

Mahmoud Zahar: "Hamas deve prepararsi a un nuovo attacco sionista contro Gaza! Il drone Hezbollah é un 'evento storico'!"

Il leader storico di Hamas Mahmoud Zahar continua a dimostrarsi la personalità più seria, pragmatica e credibile in un gruppo dirigente che gli ultimi mesi hanno mostrato sempre più tentennante, diviso, incerto e intimidito dalle lusinghe monetarie degli emiri sunniti del petrolio.

Parlando durante un seminario tenutosi ieri nella Striscia di Gaza Zahar ha invitato Hamas a prendere sul serio le frequenti e ripetute minacce sioniste di un nuovo intervento armato contro Gaza, preparando le proprie brigate combattenti perché sia possibile ripetere l'exploit del 2008-2009 quando, sia pure con un costo orrendo in vittime civili dovuto alle barbare pratiche di combattimento sionaziste, la Resistenza armata non venne distrutta o piegata dalla famigerata operazione "Piombo Fuso", ma alla fine costrinse le truppe di Tel Aviv al ritiro.

Certo, quel risultato fu possibile soltanto con l'aiuto tecnico, tattico e materiale di Hezbollah, dell'Iran e della Siria di Assad; non pensiamo affatto che i corrotti sovrani Al-Saoud e Al-Thani possano rivelarsi altrettanto determinanti in una situazione di confronto armato, ma questo, per un oratore accorto e scaltro come Zahar, faceva evidentemente parte del messaggio, un ammonimento da leggersi, per così dire, 'tra le righe'. Zahar inoltre ha voluto commentare la recente questione del "Drone di Hezbollah", che ha lasciato con un palmo di naso la vantata difesa antiaerea sionista.

"Hezbollah, come sempre, conduce contro il nemico sionista una battaglia che non é soltanto militare ma anche politica e psicologica ed é in questo senso che bisogna interpretare il lancio del drone: un evento di portata storica che segnerà profondamente la leadership sionista, che ora sa di non essere più invulnerabile".
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Bashir Assad: da specializzando di oculistica a Presidente-guerriero, il leader siriano mostra la sua tempra

Chi ha avuto occasione di incontrare di persona il Presidente siriano Assad nelle ultime settimane ha detto di averlo trovato trasformato: non più il leader impeccabilmente fasciato in abiti civili che si offriva con la affascinante Asyma a fianco agli obiettivi e alle ottiche di fotografi e cameramen, non più il diplomatico abile e misurato che trattava a pari con Ahmadinejad, Nasrallah, Erdogan e Re Saoud, ma un leader in tenuta militare, spesso con la mimetica gualcita dall'essere rimasta indosso durante poche ore di sonno, che anziché chiedere pareri e consigli ad advisor e collaboratori impone decisioni e strategie che spesso si rivelano vincenti anche quando vanno contro la saggezza consuetidinaria.

"Al Presidente Bashar mancava l'esperienza del confronto militare, vivendola l'ha affrontata come tutte le altre sfide della sua vita: l'ha studiata, valutata e ne ha appreso i segreti nell'agirla da protagonista". Del resto questo non é una novità per il Presidente siriano: studente di oftalmologia e oculistica a Londra venne portato quasi di peso a Damasco quando risultò unico 'papabile' candidato alla successione del padre malato; non era stato 'selezionato' come delfino, ruolo che era riservato al fratello maggiore Bassil, morto nello schianto della sua Mercedes nel 1994, eppure si é rivelato un ottimo leader politico, adesso suo padre Hafez, già comandante dell'Aviazione e veterano delle guerre contro Israele sarebbe orgoglioso di vederlo cogliere successi anche come uomo di guerra.

Il cambiamento di tattica dei terroristi mercenari pagati da Arabia Saudita, Qatar e Turchia, che sono passati dal tentare di istituire una impossibile "zona franca" in territorio siriano ad attentati lanciati alla cieca dimostra la loro disperazione e la loro rabbia impotente. Il sostegno iraniano e russo continua a farsi sentire ed é molto prezioso, non soltanto dal punto di vista militare ed economico ma anche politico e diplomatico. Assad sa che in Teheran ha un alleato fedelissimo, fedele quanto lo fu suo padre per Khomeini durante la guerra del 1980-88 contro Saddam e Mosca non mostra alcun segno di cedimento o di stanchezza nel suo sostegno a Damasco.
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Nuovo eccidio sionazista contro Gaza: i jet di Tel Aviv massacrano tre persone e ne mutilano e feriscono molte altre!

Nella giornata di ieri un missile lanciato da un velivolo sionista ha ucciso un motociclista a Jabaliya nel nord del ghetto assediato di Gaza, uccidendolo sul colpo; un altro passante, investito dall'esplosione e gravissimamente ferito é stato portato al più vicino ospedale, giungendovi cadavere.

Ma la sete di sangue del Moloch sionista ha colpito ancora, sempre ieri, anche a Zeytoun, nel Sud della Striscia dove altri quattro civili, compreso un bambino di pochi anni, sono rimasti gravemente feriti.

All'alba di oggi, infine, un altro "coraggioso" top-gun sionazista ha scaricato bombe guidate e razzi contro Gaza; non vi sono ancora informazioni certe su dove si sia scatenata la furia sanguinaria dell'aviazione 'più morale del mondo' ma il bilancio, confermato dai servizi d'emergenza di Gaza é di un morto e un ferito grave.
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