sabato 3 agosto 2013

E' rottura totale tra Ankara e Riyadh, mentre la stella di Erdogan nel mondo arabo tramonta forse in maniera definitiva!

Sempre più tesi i rapporti tra Ankara e Riyadh, specialmente da quando, eliminata la 'scomoda' concorrenza qatariota la Casa di Saoud sta prepotentemente cercando di tornare a essere l'unico referente degli Usa in Medio Oriente, scavalcando le ingerenze neo-ottomane di Erdogan che si basavano in larga parte sul suo rapporto preferenziale con l'Ikhwan musulmana in diversi paesi arabi.

In particolare in Egitto, l'Arabia Saudita é stata prontissima a sostenere fin da subito il golpe militare anti-Mursi e ad aprire una sostanziosa linea di credito ai Generali e al Governo da loro nominato per tenere a galla l'economia egiziana in questi mesi e impedire nuove tensioni, misura che ha fatto infuriare i Turchi, che si sono affrettati a denunciare con velenose parole le 'ingerenze' saudite al Cairo.

L'Arabia Saudita aveva sempre mantenuto ottimi rapporti con l'autocrate Mubarak, ovvio che veda di buon occhio i generali che fanno parte a pieno titolo dei residui del vecchio regime che hanno mantenuto le loro posizioni e il loro potere anche dopo le dimissioni dell'ex-Presidente.

Immagini esclusive dall'evento di Lonate del Garda per la Giornata Internazionale di Gerusalemme!

Queste tre immagini arrivano direttamente dagli amici di "Stato & Potenza" che nella serata di ieri si sono riuniti vicino a Lonate sul Garda per celebrare insieme ad alcuni importanti sostenitori italiani e non dell'Idea Euroasiatica e del Fronte Anti-Imperialista italiano la Giornata Internazionale di Al-Quds.
Riunire diverse dozzine di persone in Italia in pieno Agosto per discutere di argomenti di politica internazionale che vanno direttamente "contro" la vulgata imperiale filosionista e filoamericana che viene propalata ogni giorni dai massmedia venduti al regime é un risultato tutt'altro che da disprezzare, auguriamo a tutti i convenuti di ieri un buon proseguimento all'insegna dell'impegno e della lotta, con risultati futuri ancora più lusinghieri!

La Repubblica Islamica concede un credito oltre tre miliardi di dollari ad Assad in cambio di futuri investimenti!

Tre miliardi e seicento milioni di dollari, questa la cifra da capogiro che la Repubblica Islamica dell'Iran ha concesso in credito alla Repubblica Araba Siriana in un maggiore accordo economico che dimostra come Teheran non stia combattendo una 'battaglia di retroguardia' in Siria, ma sia in prima linea per ristabilire ovunque e completamente la regola della legge e l'autorità del Governo centrale che, dopo la pacificazione del paese aprirà le porte a imprese e business iraniani che investiranno pesantemente nella ricostruzione del paese, nella sostituzione, ammodernamento e miglioramento delle sue infrastrutture, rendendo ancora più saldi i rapporti tra Iran e Damasco.

Questa notizia fa STRAME delle speculazioni inani dei 'think tank' imperialisti che, dopo aver passato quasi due anni a preconizzare una "imminente" caduta di Assad (non capendo che l'insorgenza dei mercenari takfiri stranieri aveva poco o punto seguito nella popolazione civile siriana, persino in quella sunnita) adesso, di frotne alle continue vittorie delle forze regolari, hanno maldestramente fatto marcia indietro profetizzando che Assad sta cercando di mantenere un suo 'feudo' nelle zone a maggioranza Alawita e non sarà più capace di governare tutta la Siria.

A parte che se Assad avesse permanentemente perso il controllo di una considerevole porzione di territorio siriano la NATO non avrebbe esitato UN ISTANTE a dichiararla 'zona protetta' imponendo manu militari una No Fly Zone illegittima e schierando truppe sul terreno per difendere i suoi alleati terroristi wahabiti. Se non lo ha fatto é proprio perché i militanti non hanno MAI conquistato stabilmente un territorio abbastanza vasto, limitandosi a poter transitare per zone 'contestate' ma mai totalmente disertate dalle forze regolari.

Tre miliardi e seicentomila dollari non sono bruscolini, sono una testimonianza della certezza iraniana che Assad emergerà vittorioso dall'ordalia che il suo paese sta attraversando e che, una volta chiuso questo capitolo di storia siriana, l'economia iraniana staccherà la cedola dei benefici, trovandosi, senza concorrenza alcuna un intero paese in cui mettere alla prova la propria perizia nei settori dell'edilizia, dell'industria, delle infrastrutture e un mercato ansioso di beni di consumo dopo lunghi mesi di ristrettezze e penurie.

venerdì 2 agosto 2013

Agente di Dahlan arrestato a Rafah dopo una sparatoria: fingeva di essere uno 'sceicco' integralista!

Le forze di sicurezza egiziane hanno ingaggiato una sparatoria nel quartiere Safa della cittadina di frontiera di Rafah, al confine tra il Sinai e la Striscia di Gaza, arrestando un uomo di nome Fathi al-Falastini e alcuni suoi seguaci armati e confiscando diverso materiale che dimostrerebbe come essi si stessero preparando a colpire l'Esercito del Cairo nella Penisola.

La cosa inquietante é che, seppure l'uomo portasse il barbone e i paramenti tipici degli estremisti religiosi takfiri e si facesse chiamare 'Sceicco' dai suoi seguaci, a un controllo più approfondito é risultato essere un ufficiale della 'Sicurezza Preventiva' dell'Anp, membro della fazione Fatah (che da sei anni occupa senza legittimità l'Autorità palestinese in Cisgiordania) e in passato risultava legato al corrotto Mohammed Dahlan, l'ex 'Squalo' di Gaza, cacciato dal suo feudo (dal quale esigeva tangenti del quaranta per cento su ogni carico ai varchi di frontiera di Karni) da Hamas in seguito al fallito 'golpe' del 2007.

Al-Falastini apparentemente é fuggito oltreconfine in quell'occasione e da allora si é 'riciclato' come predicatore estremista, se su ordine di Dahlan o meno lo accerteranno prossimamente i magistrati egiziani; nella casa che occupava sono stati trovati documenti definiti "scottanti" che parlando di mercenari stazionati a Rafah e Sheikh Zweid, nonché foto prese a distanza degli accampamenti militari di Safa ed Ahrash.

Grande manifestazione in corso di svolgimento a Londra per la Giornata Internazionale di Gerusalemme!!

Si é tenuta questo pomeriggio a Londra un'importantissima manifestazione nel quadro degli eventi per la Giornata Internazionale di Gerusalemme che ha visto l'intervento di rilevanti personalità palestinesi come Khader Adnan, sopravvissuto l'anno scorso a un lunghissimo sciopero della fame e l'ex-calciatore e attivista Mahmoud Sarsak.

Il rally, tenutosi in Portland Place proprio dietro gli edifici della BBC, che ogni giorno emana dai suoi studi svergognata propaganda filosionista, ha radunato migliaia di persone e ha mostrato come gli ideali che 34 anni fa ispirarono l'Ayatollah Khomeini a dedicare l'ultimo venerdì di Ramadan  alla Causa della Palestina offesa e occupata sono ben vivi e popolari in Europa, nonostante le Lobby a Sei Punte che cercano di comprare politici imbelli e senza onore.

Dopo avere marciato compatti fino all'ambasciata statunitense, i partecipanti alla grande manifestazione si disperderanno circa un'ora dopo la pubblicazione di questa notizia, certi di avere dato un segnale chiaro e forte di fratellanza e solidarietà col Popolo di Palestina.

Anche il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina 'affonda' le nuove 'trattative' imposte da Kerry!

Dopo la manifestazione di protesta organizzata dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (e duramente repressa dagli sgherri di Abbas) e dopo le ficcanti critiche al previsto nuovo 'round' di fasulli e inutili 'negoziati' imposti ai cacicchi di Fatah dal Ministro degli Esteri Usa John 'Lurch' Kerry non solo da parte del FPLP ma anche dalla Jihad Islamica Palestinese e da Hamas, anche il Fronte Democratico per la Liberazone della Palestina (DFLP) ha espresso il suo totale e radicale rifiuto di ogni nuova 'trattativa' col regime sionista.

Secondo 'Quds Press' l'ufficio relazioni esterne del DFLP ha denunciato come questi 'dialoghi' violino in lettera e in spirito tutti i requisiti indicati dal Comitato Esecutivo dell'OLP per la ricostruzione di un fronte politico palestinese comune e basato sulla Resistenza. Ancora una volta Fatah tenta di agire come se fosse l'unico rappresentate politico dei Palestinesi quando tale 'supremazia' non ha alcuna base popolare e democratica ed é solo basata sul suo ruolo di recipiente dei finanziamenti Usa ed europei e sulla sua occupazione coatta dei posti di potere dell'Anp.

Celebriamo tutti insieme la Giornata Internazionale di Gerusalemme così come la volle l'Ayatollah Khomeini!

Oggi ricorre come ogni anno la Giornata Internazionale di Gerusalemme (Al-Quds), ricorrenza voluta dall'Ayatollah Khomeini per sensibilizzare gli spiriti liberi e gli amici della Causa Palestinese al problema dell'occupazione da parte del regime illegale ebraico di una delle città più importanti per la Storia e la Cultura umana, la cui identità araba (cristiana e musulmana) sta rischiando di venire cancellata sotto la coltre asfissiante di una fittizia e fasulla 'ebraicità' che non é mai esistita nel senso omologante e distruttivo con cui la intendono i sionazisti, che vorrebbero trasformare Al-Quds in un rozzo luna-park per turisti americani sionisti.

Nel nostro paese eventi per la Giornata Internazionale saranno organizzati dall'Associazione Islam Shia Italia a cui da subito lanciamo il nostro saluto e la nostra riconoscenza per portare anche in questo paese assediato dalla pestifera lobby sionista, il refolo di libertà e di consapevolezza partito trentaquattro anni fa dalla Teheran rivoluzionaria.

Un altro importante simposio si terrà nei dintorni di Lonato del Garda questa sera e vedrà l'intervento tra gli altri del Segretario di Stato & Potenza Stefano Bonilauri dell'ottimo Ali Reza Jalali (nostro 'ospite' fisso e commentatore sempre graditissimo) e di Claudio Mutti della rivista 'Eurasia'


giovedì 1 agosto 2013

Il Presidente Assad celebra la Giornata delle Forze Armate visitando direttamente le prime linee!

Ecco come un grande Leader d'uomini rende omaggio agli individui che ogni giorno mettono le loro vite sulla linea del fuoco per preservare l'autonomia, l'indipendenza, la libertà di un Paese ricco di Storia come pochi altri che nel corso degli ultimi due anni ha fornito al mondo un brillantissimo esempio di come sia possibile resistere anche a uno dei più malvagi e vasti complotti imperialisti orditi dall'inizio del nuovo secolo a questa parte.
Il Presidente siriano Bashar al-Assad ha visitato le prime linee nel Governatorato di Damasco, spingendosi fino a zone dove pochi giorni fa ancora si trovavano arsenali e covi di gruppi e cellule terroristiche. Poco più di un anno fa le forze regolari distruggevano la cosiddetta "Operazione Vulcano" con cui i mercenari takfiri volevano prendere d'assalto la Capitale, riuscendo soltanto a perdere definitivamente l'iniziativa; da allora in poi gli estremisti wahabiti non sono più riusciti a iniziare un'operazione offensiva, mentre l'Esercito Arabo Siriano li ha spinti sempre più alle corde.
La giornata di oggi é particolarmente significativa giacché ricorre l'anniversario delle Forze Armate; in tutto il paese esponenti del Governo (Ministri, parlamentari, sottosegretari, governatori) si sono avvicinati agli uomini sul campo esprimendo loro riconoscenza e gratitudine specialmente a nome della popolazione civile.

Jean Qahwaji: "L'Esercito é fedele ai valori democratici e di convivenza su cui si basa la Repubblica Libanese!"

Il Generale Qahwaji, Comandante in Capo dell'Armee Libanaise ha dichiarato in una intervista rilasciata ieri che la forza da lui diretta non ha alcuna fedeltà o preferenza politica se non quella, istituzionale, di difendere i valori di Democrazia e Convivenza pacifica su cui si basa il Libano odierno ed é pronta ad affrontare chiunque voglia mettere in pericolo tali valori e l'autonomia e l'indipendenza dello Stato a prescindere da qualunque altra considerazione.

Qahwaji ha avuto il suo comando dell'Esercito esteso per 24 mesi per effetto di un Decreto speciale del Ministro della Difesa ad interim Fayez Ghosn, per evitare che le forze armate si trovassero senza leader in un momento in cui, a causa della perdurante Crisi di Governo, non esiste un'autorità civile in grado di nominare prontamente un suo successore.

PFLP (e Hamas) sparano a zero su Fatah e sui fasulli 'negoziati' imposti da John Kerry ai cacicchi di Ramallah!

Nella foto qui sopra vediamo cosa vuol dire "negoziare" secondo i satrapetti di Fatah installati da quasi sette anni senza alcuna legittimazione popolare o democratica ai vertici dell'Anp, che é ormai l'amministrazione Quisling della West Bank per conto del regime di occupazione sionista, che annette territori, costruisce colonie, brucia e devasta oliveti e mandorleti, scarica acque nere e rifiuti tossici a suo piacimento, ruba pozzi e falde acquifere a mano salva, mentre a reprimere la popolazione palestinese ci pensano, il più delle volte, i mazzieri di Fatah, diventati ormai abili quanto i sionisti a tormentare i legittimi abitanti della Cisgiordania.

 Per questi bei signori 'negoziare' vuol dire accomodarsi a una tavola imbandita con tovaglie di lino, fini porcellane e calici di cristallo e, tra una portata e l'altra, sentirsi elencare le imposizioni a cui dovranno adattarsi per volontà del 'popolo eletto', la 'razza superiore'. Dopo il caffé e l'ammazzacaffé i kapò di Ramallah tornano alle loro ville edificate e arredate coi fondi Usa e UE di cui dispongono come 'cosa loro' e impartiscono gli ordini relativi ai loro lacché, ai gendarmi e agli askari di Israele.

A denunciare la connivenza criminale tra i vendipatria di Fatah e gli occupanti di Tel Aviv ci ha pensato il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina che, in un comunicato rilasciato ieri ha ricordato a Fatah la futilità dei passati tentativi di negoziato, la vasta opposizione popolare a questo nuovo 'bout' di trattative e la necessità di abbandonare una volta per tutte la strada sbagliata e improduttiva imboccata ad Oslo e di formare una nuova strategia nazionale basata sulla Resistenza.

Anche Haj Abu Samer Mosa, della Jihad Islamica Palestinese, ha condannato la decisione di Abbas e soci indicando come essa contraddica il consenso popolare, ormai in massima parte avverso a ogni nuovo 'negoziato'. Una dichiarazione di simili toni é arrivata anche dal Governo della Striscia di Gaza, per bocca di un portavoce di Hamas.

mercoledì 31 luglio 2013

Sorpresa! Emerge dalla corte di Riyadh il Principe 'Bandar Bush', e vola a Mosca a incontrare Putin!

Esattamente a cinquantatré settimane dall'esplosione nella sede dei 'suoi' Servizi Segreti che ne uccise il vice e, secondo più di una fonte, ferì gravemente anche lui stesso, é stato rivisto in pubblico il Principe Bandar bin Sultan (detto anche 'Bandar Bush' per gli strettissimi rapporti con la famiglia di petrolieri texani), che é volato a Mosca per incontrarsi col Presidente russo Vladimir Putin.

Viene così smentita la versione di 'VoltaireNet' che voleva lo stesso Principe ucciso dall'esplosione (probabilmente una rappresaglia dei Servizi siriani per l'attentato terroristico di Damasco che nel 2012 uccise il Ministro della Difesa. Il Principe Bandar appare in forma, leggermente appesantito rispetto alle ultime foto disponibili e con un incarnato decisamente più scuro.

La tonalità della sua pelle può ricordare quella dell'Ex-dittatore yemenita Ali Abdullah Saleh quando, dopo un attentato che lo raggiunse nel suo stesso palazzo, e dopo una lunghissima degenza proprio (guarda caso) in Arabia Saudita, riemerse alla vita pubblica.

I Curdi siriani ormai completamente mobilitati contro i mercenari wahabiti, l'estremismo takfiro sa solo crearsi nemici!

Le forze armate dei 'Comitati per la Protezione del Popolo Curdo' hanno lanciato nelle scorse ore un appello alla mobilitazione di tutti i loro uomini per la lotta contro il Fronte Al-Nusra e Al-Qaeda in Iraq e nel Levante, le due sigle maggiori dell'estremismo wahabita attive in Siria e in Irak.

I Curdi fin dall'inizio dell'insorgenza takfira in Siria avevano tenuto un contegno piuttosto 'ambiguo' limitandosi a rafforzare la protezione armata alle loro comunità (che grazie all'illuminata politica del Governo godevano già di una amplissima autonomia vicina per certi aspetti all'autogoverno locale) e ad osservare lo sviluppo degli eventi, in maniera da potersi adattare alla situazione.

Adesso, dopo ripetuti attacchi alla loro gente e ai suoi leader, i Curdi hanno deciso che non é possibile mantenere la neutralità né tantomeno sperare che, se mai il Governo di Assad dovesse cadere, gli estremisti intolleranti wahabiti potrebbero mai rispettare i privilegi e le garanzie fornite all'enclave curda dal Governo di Damasco.

Obama ha sprecato dieci milioni di dollari cercando di corrompere ufficiali siriani perché disertassero!

Dieci milioni di dollari, anche in questo periodo di biglietto verde costituzionalmente debole sono comunque una cifra piuttosto imponente (più o meno sette milioni di Euro), ed é esattamente quanto sprecato dal Dipartimento di Stato americano (attraverso L’Ufficio Conflitti e Operazioni di Destabilizzazione) nel vano tentativo di convincere ufficiali dell'Esercito e della Polizia siriana a disertare dalle fila governative e passare dalla parte dei terroristi takfiri.

La spesa, autorizzata e supervisionata dall'occhialuto Rick Barton che vedete qui sopra ritratto in foto, non soltanto non ha raggiunto nemmeno parzialmente gli scopi previsti dall'amministrazione Usa, visto che pochissimi siriani si sono ribellati contro il Governo e tra essi una percentuale risibile fa parte delle forze armate o dell'ordine (la maggior parte dei pochi siriani datisi al terrorismo é costituita da estremisti sunniti già legati alla branca locale della Fratellanza Musulmana, già responsabile di una fallita rivolta armata nel 1982).

Inoltre, come già segnalato dalla nostra testata poco tempo fa, anche quei pochi cittadini siriani temporaneamente passati dalla parte dei takfiri, stanno rapidamente riconsiderando la loro scelta, da una parte disgustati dai crimini compiuti dai mercenari qaedisti contro la popolazione civile, in parte a seguito della catena di vittorie ottenute dalle forze regolari contro l'insorgenza wahabita.

martedì 30 luglio 2013

C'era la mano dei servizi segreti di Casa Saoud dietro la bomba esplosa di recente a Dahiyeh, la roccaforte di Hezbollah!

Come ci aspettavamo dopo la recente cattura della guardia del corpo del predicatore takfiro estremista Ahmad Assir (morto nel tentativo di attacco armato contro le forze militari libanesi finito con l'assedio e la presa della sua moschea-bunker di Bilal Rabban) "casualmente" emerge la notizia che il recente attentato esplosivo a Dahiyeh (quartiere sciita di Beirut Sud, roccaforte di Hezbollah) é stato portato a termine dai servizi segreti sauditi per intimidire e mettere sotto pressione il partito di Nasrallah attualmente impegnato ad aiutare l'alleato siriano Assad contro i terroristi mercenari presenti in Siria.

Questa rivelazione proviene direttamente dal 'gorilla' Abdel Wahed (come l'altra riguardo alla responsabilità di Assir e complici nell'attentato di settembre 2012 contro Michel Aoun?), in questo caso non ne abbiamo la certezza e sospendiamo temporaneamente il giudizio in merito per non venire poi smentiti da eventuali rivelazioni future, facciamo però notare come la tempistica di questa rivelazione permetta più di un ragionevole sospetto.

L'attentato segnalerebbe il ritorno dell'iniziativa nel piano imperialista-sionista anti-sciita e anti-Resistenza nel campo saudita dopo che per quasi due anni il regime wahabita di Riyadh si era fatto 'sopravanzare' dall'irruento (e irriflessivo) interventismo dell'ex-Emiro del Qatar Al-Thani, ora abdicato, che si era lanciato a sostenere a colpi di milioni di dollari gruppi e iniziative che hanno tutti fatto una ben misera e barbina fine, fino a costringere gli Usa e Israele a 'licenziarlo' restituendo a Riyadh il pallino delle operazioni.

Scontri nella West Bank, la popolazione contraria ai 'negoziati' con Sion viene duramente repressa dagli sgherri di Fatah!

Nella Cisgiordania sottoposta a occupazione e aggressioni sioniste impunite non avvengono soltanto fasulle manifestazioni "addomesticate" come quella di qualche giorno fa quando i venduti cacicchi di Fatah hanno mandato in piazza ragazzini e impiegati statali timorosi di perdere il posto a 'festeggiare' la giunta militare golpista in Egitto, ma anche genuine manifestazioni popolari che, essendo ovviamente di segno contrario a quelle gradite ai satrapi di Ramallah, vengono duramente represse con tutta la violenza di cui gli 'askari' delle forze di sicurezza vendute a Israele sono capaci.

La manifestazione in questione era stata convocata dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina per dimostrare coi fatti e coi numeri ad Abbas e complici che il popolo cisgiordano tutto chiede tranne che una "riapertura" delle fittizie e insincere 'trattative' col regime ebraico di occupazione. La manifestazione da subito é stata circondata e attaccata dai gendarmi di Fatah e alla fine si sono contati numerosi feriri, alcuni anche in gravi condizioni.

In che cosa Abbas e soci pensano che questi nuovi 'negoziati' possano essere diversi da quelli tenutisi per i precedenti vent'anni dai fasulli 'Accordi di Oslo' in poi devono ancora venircelo a spiegare: ovviamente il cacicco che usurpa la poltrona di Presidente dell'Anp da quattro anni (mandato presidenziale scaduto nel 2009 e mai rinnovato) e i suoi complici si preoccupano solo di lucrare altri milioni di dollari a Usa e UE coi quali continuare ad alimentare i propri conti privati e gli addentellati di corruttela e clientelismi che si sono costruiti in anni attorno alle proprie poltrone.

Quindici morti al Cairo in uno scontro tra negozianti e venditori ambulanti

Le autorità di polizia del Cairo si sono affrettate a liquidare il grave incidente di ieri come "violenza privata non collegata al clima politico" ma in qualunque altro paese una lite che finisce con quindici morti sarebbe classificata come 'strage' e trattata adeguatamente dai media, anziché venire spazzata 'sotto il tappeto' per 'amor di pace'.

Quale pace poi, nell'Egitto odierno?

Certo non quella fittizia e instabile spezzata ieri dal diverbio tra i proprietari di un negozio di cosmetici e profumi e i venditori ambulamnti che coi loro poveri carretti di pomodori, cipolle e meloni stazionavano sul marciapiede antistante. Accusati dai profumieri di "intralciare il passaggio" e di "allontanare la clientela" gli ambulanti hanno rifiutato di spostarsi e, in tutta risposta, hanno ricevuto fucilate e colpi di pistola esplosi dai proprietari del negozio.

In tutta risposta essi hanno appiccato il fuoco al negozio, trasformandolo in una bara ardente per i suoi proprietari e i loro familiari che si erano rifugiati dentro di esso. Risultato: quindici vittime accertate. Questo episodio dimostra come la polarizzazione politica della società e il costante ricorso alla piazza e alla violenza come 'arma' nel discorso istituzionale abbia cominciato a fare apparire 'normale' il ricorso alla forza letale anche in diatribe 'private'.

Chi scrive ricorda un'altra spirale simile: quando dall'instabilità politica al ricorso usuale alla violenza armata si discese nella vera e propria guerra civile: era la fine degli anni '70 e lo scenario era l'idilliaca "Riviera del Medio Oriente", scintillante di neon e alberghi di lusso: il Libano.

lunedì 29 luglio 2013

Dopo l'arresto del suo sgherro Wahed, emergono le responsabilità di Ahmad Assir nel tentato assassinio di Michel Aoun!

Lo scorso 24 settembre PALAESTINA FELIX riportò in esclusiva per l'Italia battendo sul tempo testate ben più famose e sproporzionatamente più ricche la notizia del fallito attentato contro il politico cristiano maronita Michel Aoun, già generale che nel finale della guerra civile libanese non esitò un attimo a farsi proclamare Premier dal Presidente uscente e impugnare le armi in nome della Repubblica dapprima contro i maroniti mafiosi e fascisti e poi persino contro le strapotenti truppe siriane che all'epoca occupavano mezzo paese, ristabilendo l'indipendenza del Paese dei Cedri almeno nella capitale, per diversi mesi.

Adesso, pochi giorni dopo l'arresto della guardia del corpo del rozzo predicatore takfiro Ahmad Assir, il quale, ricordiamolo é morto nel totale fallimento della sua provocazione armata contro quello stesso Esercito Libanese un tempo guidato da Michel Aoun, risulta (dalle affermazioni rese dal prigioniero davanti alla corte militare speciale) che fu proprio Assir, tramite il suo 'gorilla' ed altri estremisti sunniti, a organizzare quell'attentato che per fortuna colpì soltanto un'auto "civetta" del suo convoglio.

Siamo certi che questa non sarà l'ultima 'rivelazione' che sarà possibile udire dalla voce flautata di Ali Wahed; attendiamo pazienti ulteriori sue deposizioni.

Sostenitori di Mursi e dell'Ikhwan annunciano nuove proteste per oggi: si temono altri scontri e vittime!

Il faccione stolido e dal bassissimo indice occipitale (che indica ottusità e ristrettezza di idee) di Mohammed Mursi non é proprio il miglior "poster" attorno a cui radunarsi, ma i fedeli dell'Ikhwan musulmana in Egitto non hanno icone di maggior spessore da inalberare, devono quindi adattarsi alla bisogna. Dopo le manifestazioni pro-militari di venerdì (istigate dalla stessa giunta dell'Esercito) e i contro-rally che queste hanno scatenato la Fratellanza ha chiamato i suoi aderenti a raccolta anche oggi per "Una marcia di milioni che dovrà onorare i martiri dello scorso week-end).

Intanto, seppur timidamente, per non infastidire gli interessi di Usa e Israele nella destabilizzazione violenta del Paese delle Piramidi e nella polarizzazione della sua popolazione su fronti reciprocamente ostili, anche la nullità dell'UE, 'Lady Ashton' e il saltapicchio koreano dell'ONU, Ban Ki Moon hanno velatamente criticato il Cairo per "l'eccessiva violenza" usata per reprimere le manifestazioni del partito musulmano, risultate in dozzine di morti in tutto il paese.

Subito la giunta militare ha mandato un suo portavoce a tacitare le imbelli critiche di europei ed ONU agitando lo "spauracchio terrorista" a giustificare la strage di fine luglio. "Non possiamo scindere la repressione delle manifestazioni dai concreti rischi di terrorismo che attraversano il paese" ha dichiarato ai microfoni dei media amici (eredi dell'era autocratica di Mubarak) Moustafa Hegazy, 'consigliore' del Presidente imposto dai militari, Adly Mansour.

domenica 28 luglio 2013

L'Esercito siriano dilaga ad Homs ed espugna il principale bastione dei takfiri, la Moschea di Khaled ibn Walid!

Come dimostrano eloquentemente queste immagini, la Moschea di Khaled bin Walid, trasformata dai ratti terroristi in uno dei loro principali caposaldi nella cittadina di Homs é stata completamente "ripulita" dall'attacco delle forze armate siriane che hanno sbloccato la situazione e ottenuto la terza grande vittoria nella loro 'campagna estiva' dopo quelle di Qusayr e Talkalakh.
Sempre nel Governatorato di Homs, ma nella zona di Al-Sukhnah, il capo terrorista wahabita Abu Uthman al-Iraqi, del 'Fronte Qaedista di Al-Nusra' é stato abbattuto dalle truppe regolari dopo un feroce combattimento in cui tutto il quadro di comando della sua unità é rimasto distrutto.
I combattimenti nella Provincia di Homs sono di importanza strategica visto che il mantenimento del controllo sul confine col Libano previene l'afflusso di nuovi combattenti, nuove armi ed esplosivi che potrebbero rafforzare le unità della militanza takfira, gravemente colpite negli scontri di questi ultimi mesi e messe ormai alle corde.

Scambio di accuse tra Fatah e Hamas sullo sfondo del dissidio civile egiziano, invero un triste spettacolo!

Quando, anziché fare fronte comune nel nome della Resistenza, i Palestinesi si lasciano pilotare e manovrare secondo le agende e gli interessi di parti terze che non hanno alcuna intenzione di portare avanti le loro rivendicazioni irrinunciabili e di contribuire in alcun modo alla conquista dei loro inalienabili Diritti, ecco che quello che é uno dei più dignitosi, nobili e coraggiosi popoli del mondo riesce a dare al mondo uno spettacolo tutt'altro che edificante.

E' questo, in sintesi, quel che é successo ieri in seguito alla artificosa 'manifestazione' inscenata a Ramallah dalla fazione Fatah per 'sostenere' l'opera della giunta militare del Generale Al-Sisi, che in Egitto ha esautorato e arrestato il Presidente eletto Mohammed Mursi e ha istigato una serie di scontri interni tra sostenitori dell'Ikhwan e suoi avversari che finora ha provocato numerose centinaia di morti.

Alcune centinaia di militanti di Fatah e di lavoratori pubblici dell'Autorità Nazionale Palestinese (il regime di Bantustan egemonizzato senza mandato da Fatah fin dal fallito Colpo di Stato del 2007) sono stati riuniti a Piazza Al Manara a Ramallah e vi sono rimasti alcune ore cantando slogan in favore di Al-Sisi e dei militari egiziani agurando, tra l'altro, che questi possano fare "piazza pulita" dei Fratelli Musulmani.

Subito da Gaza é partita la ritorsione del portavoce di Hamas Ihab Al-Ghusain che ha accusato Fatah "di voler vedere l'Egitto bruciare nella Guerra Civile" e ha accusato la fazione dell'usurpatore Mahmud Abbas di avere "entusiasticamente preso parte negli ultimi mesi alla campagna di menzogne e calunnie contro Hamas tramite i suoi uffici del Cairo e i suoi contatti con uomini del vecchio regime di Mubarak".



Centinaia di morti nelle piazze d'Egitto, ma l'obiettivo dei Generali ora sono i militanti del Sinai!!

Rispetto ai primi rapporti arrivati questa mattina il numero dei caduti negli scontri di piazza che si sono susseguiti a ritmo intenso per tutta la giornata non soltanto nella capitale egiziana, ma anche negli altri principali centri urbani del paese ha continuato a lievitare fino a che, in serata, diverse agenzie e testate informative parlavano di qualcosa come 120-140 caduti, sia tra i ranghi dei sostenitori dell'Ex-presidente Mursi e dell'Ikhwan musulmana ma anche tra i cittadini favorevoli all'intervento militare che ha esautorato la leadership eletta nelle prime consultazioni democratiche del Paese.

Del resto era proprio stato il Generale Al-Sisi, capo della giunta militare, a invitare i cittadini a lui favorevoli a tornare in piazza ed é quindi su di lui che bisogna circoscrivere la responsabilità morale di questi oltre cento morti. Ma probabilmente un sabato di sanguinosi scontri di piazza era proprio quel che Sisi voleva visto che le forze regolari egiziane hanno "approfittato" della giornata di oggi per mobilitarsi nel Sinai con l'obiettivo di 'stroncare l'insorgenza dei militanti'.

Fin dalla cacciata di Mubarak il Sinai é stato teatro di azioni armate da parte di vari gruppi (in parte milizie tribali beduine, in parte cellule estremiste) che hanno più volte attaccato strutture militari e stazioni di pompaggio del metano verso il regime sionista e il regno ascemita. Ora sembra che i Generali del Cairo siano decisi a muovere contro questi gruppi armati e a distruggerli.

Cercheremo di seguire gli sviluppi nel teatro e di comunicarveli tempestivamente e precisamente, con le eventuali ripercussioni di questa 'guerilla hunt' anche nei confronti della Striscia di Gaza.

L'Arcivescovo cristiano ortodosso di Palestina, Atallah Hannah, chiama 'Servi di Israele' i terroristi anti-Assad!

Nessuno meglio dei Palestinesi sa chi siano, nel variegato palcoscenico politico-militare mediorientale gli alleati di cui ci si può veramente fidare e gli 'alleati' per modo di dire, quelli che al primo refolo di vento contrario sono in grado di lasciarti in braghe di tela con le più varie e articolate scuse e giustificazioni. Nel primo campo rientrano sicuramente i leader e i movimenti dell'Asse della Resistenza, per cui il problema degli innegabili e non-negoziabili Diritti del Popolo di Palestina sta alla base dell'intera 'Questione Mediorientale' e che non smetteranno di sostenere la lotta contro l'imperialismo sionista e americano fino a che un centimetro di Palestina Storica sarà soggetto a occupazione.

Nella seconda rientrano certamente gli islamisti di varie fatte (wahabiti, takfiri, fratelli musulmani e simili) che dal primo minuto in cui si sono trovati al potere (vedi quanto avvenuto in Egitto) non hanno trovato di meglio che rotolarsi sulla schiena facendo moine a Israele, tenendo ben chiuso Rafah e scatenandosi ad attaccare i "Tunnel della Vita" verso Gaza.

L'Arcivescovo cristiano-ortodosso di Palestina, Atallah Hannah, nel corso di un recente discorso ai media locali e regionali ha ribadito che quanti si siano recati in Siria per combattere contro il legittimo Governo del Presidente Assad, storico sostenitore dei Diritti dei Palestinesi, erede di una delle più immacolate e coerenti storie di Resistenza alle prevaricazioni, alle aggressioni e agli abusi sionisti, non sono altro che "pupazzi e marionette del Regime ebraico", riconoscendo il nesso di causa-effetto tra il desiderio di Tel Aviv di colpire lo snodo tra Iran ed Hezbollah (la Siria assadista, appunto) e la pronta organizzazione del complotto USA-NATO-wahabita contro Damasco.