lunedì 3 gennaio 2011

Reportage esclusivo sulla morte di Jawaher Abu Rachman, la donna palestinese uccisa dai gas israeliani

Riportiamo le parole di un Palestinese presente alla dimostrazione contro il Muro dell'Apartheid israeliano che é costata la vita alla trentaseienne donna palestinese Jawaher Abu Rachman, soffocata dai gas urticanti delle forze di occupazione sioniste.

La tomba di Jawaher (a sinistra), esattamente a fianco di quella di suo fratello Bassem Abu Rahmah, a sua volta assassinato dagli israeliani durante una protesta anti-Apartheid.
Un sabato ventoso e freddo a Bi'lin, con l'umidità che si insinua ovunque e ti faceva rabbrividire fin nelle ossa.

Un migliaio di persone si radunano per la protesta settimanale contro il Muro dell'Apartheid, mi sorprende vedere, al centro della folla, il sedicente Primo Ministro dell'Autorità nazionale palestinese, Salaam Fayyad, che si guarda intorno alla ricerca di obiettivi che lo inquadrino; chissà se ha dovuto fare richiesta come gli altri per i permessi israeliani di attraversare barriere e checkpoint che ormai frastagliano la Cisgiordania.

Si marcia, appena i "pavoni" di Fatah hanno finito di fare la ruota a beneficio dei media; dopo appena sessanta metri Fayyad si ferma di colpo e si guarda intorno come se si rendesse conto di aver lasciato il gas acceso in casa; afferra qualche mano, la scuote in un frettoloso saluto e scompare con seguito e guardaspalle...perfetto, tanto le foto e un po' di riprese le ha ottenute.

Dopo un po'l'Esercito ebraico di liberazione della Palestina (dai Palestinesi), inizia a bombardarci coi gas.



I sionisti sparano gas in due tipi di dispenser differenti: uno (rappresentato nel filmato sopra) é una specie di bulbo di plastica, aerodinamico e disegnato per ruotare velocemente lungo la traiettoria, disperdendo il gas in un'aria molto ampia con un volo irregolare e difficile da prevedere.

Il secondo tipo invece é un candelotto metallico molto più grosso e pesante: è con questo che ti tirano addosso, cercando sempre di colpire alla testa, sperando di ferirti o ammazzarti. Poi c'é il gas...chiamarlo semplicemente "lacrimogeno" é un eufemismo bugiardo come tutti gli slogan dei sionisti...é un vero e proprio agente soffocante e urticante: si sentono come centinaia di aghi di vetro che ti trafiggono bronchi e polmoni, persino le lacrime che si spremono fuori dagli occhi sembrano fatte di acido...e per quanto si cerchi di respirare la situazione non migliora, sembra quasi che una bestia feroce ti sia entrata dentro e ti stia facendo a pezzi, dagli alveoli in su.

Se sei al centro di una nube di gas, e non riesci a tirartene fuori coi primi due, tre passi, tutto diventa nero e quando riapri gli occhi, tossendo come un dannato, capisci che qualcuno ti ha tirato fuori.
Subhiyeh Abu Rahmah, ha perso tre figli a causa della disumana politica di occupazione sionista: prima Bassem e Abdullah e ora la figlia Jawaher.

Non hanno fatto in tempo a tirare fuori Jawaher, sorella di martiri, madre di figli che ricorderanno il suo coraggio e il suo sacrificio...Jawaher, morta per aver protestato contro chi vuole affettare e spezzettare la terra del suo Popolo, la terra dei suoi figli, la terra che ora la accoglie e la ricopre.

Jawaher, come i suoi fratelli, era una militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

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