mercoledì 30 marzo 2011

Abbas Sayyed continuerà lo sciopero della fame a rischio della vita!


Arrivato a rifiutare il cibo ormai da quattro intere settimane, severamente minato nel fisico dalla sua estrema scelta di Resistenza, Abbas al Sayyed, comandante delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio militare del Movimento musulmano di Resistenza Hamas, che era rinchiuso fino a pochi giorni fa nella galera sionista di Rimon, ha espresso, in una lettera inviata al suo avvocato, che non ha intenzione di interrompere la sua protesta fino a che tutte le sue richieste non verranno accolte.

Trasferito d'urgenza nella struttura ospedaliera della prigione di Ramleh, Sayyed é costantemente monitorato, ma ormai i suoi livelli di glicemia sono costantemente critici ed egli non può nemmeno issarsi seduto senza venire colto da spasmi di nausea e vertigine.

La sua lettera, che meriterebbe di venire inserita in un volume con le più belle e toccanti testimonianze delle vittime del regime ebraico dell'Apartheid, in un passaggio recita: "Nonostante abbia piena fiducia che entro poco sarò di nuovo libero, a Dio piacendo, mi sono impegnato in questo sciopero della fame per precise motivazioni di principio...potevo rimanere quieto e buono mentre il direttorie della prigione di Rimon, e i suoi ufficiali e il loro personale calpestavano e si facevano beffe non solo dei miei diritti, ma anche di quelli dei miei compagni di prigionia, oppure potevo prendere una posizione di lotta, una posizione di orgoglio, pazienza, dignità e fede...ho scelto la seconda opzione, raccomandandomi a Dio per tutto ciò che potrà venirne...".


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