giovedì 13 settembre 2012

Io sto con il terrorismo, di Nizar QABBANI نزار قباني


I
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo la rosa e la donna 
il potente verso ...
e l'azzurro del cielo ...
Un watan .. nulla vi resta...
né acqua, né aria ..
né tenda, né cammello,
e nemmeno lo scuro caffè arabo!!

II
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo con tutte le nostre forze
i capelli di Balqîs
e le labbra di Maysûn
se difendiamo Hind, e Da`d
Lubna e Rabâb ..
e la pioggia di Kohl
che scorre giù dalle loro ciglia come i versetti della rivelazione.

III
Presso di me non troverai 
un poema segreto
o una parola nascosta 
o libri che io abbia chiuso dietro porte.
Non ho nemmeno una sola Qasidah
che cammini lungo la strada, indossando il Hijab.

IV
Ci accusano di terrorismo:
se scriviamo delle rovine di un watan
frammentato, debole ...
un watan senza indirizzo
e un'ummah senza nomi

V
Io cerchi i resti di un watan
nessuno dei suoi grandi poemi resta ancora
salvo i lamenti di Khansa.

VI
Io cerco un watan nei cui orizzonti
non si trova alcuna libertà
rossa .. azzurra o gialla.

VII
Un watan che ci vieta di comprare un giornale
o di ascoltare le notizie.
Un watan in cui agli uccelli
è vietato cantare.
Un watan in cui, per il terrore,
gli scrittori si abituano a scrivere del nulla.

VIII
Un watan, che somiglia alla poesia delle nostre terre:
un vano parlare, 
senza ritmo,
importato
'Ajam, dal volto e dalla lingua contorti:
nessun inizio
nessuna fine
nessun rapporto con le preoccupazioni delle persone
o con la terra
o con la crisi dell'uomo.

IX
Un watan ...
che si reca ai colloqui di pace 
senza onore
e senza scarpe.

X
Un watan,
gli uomini orinano nei loro pantaloni ..
restano le donne a difendere l'onore.

XI
Sale nei nostri occhi
sale sulle nostre labbra
sale nelle nostre parole
come possono le nostre anime sopportare tanta aridità?
Un'eredità che ci proviene dal secco Qahtan?
Nella nostra Ummah, nessun Mu`awiya, e nessun Abu Sufiyan
non resta nessuno per dire "NO"
e guardare in faccia coloro che si vogliono arrendere
hanno ceduto le nostre case, il nostro pane, il nostro olio d'oliva.
Hanno trasformato la nostra luminosa storia in un mediocre negozio.

XIII
Nelle nostre vite, non resta alcuna Qasîdah,
perché abbiamo perso la nostra castità nel letto del Sultano.

XIV
Si sono abituati a noi, gli umiliati.
Cosa resta all'uomo 
quando tutto ciò che resta 
è la vergogna.

XV
Io cerco nei libri di storia 
Ussamah ibn al-Munqith
Uqba ibn Nafi`
Omar e Hamzah
e Khalid, che sospinge le sue greggi alla conquista dello Shem.
Vedo un Mu`tasim Billah
che salva le donne dalla crudeltà dello stupro
e dal fuoco.

XVI
Io cerco gli uomini degli ultimi giorni
ma tutto ciò che vedo sono gatti impauriti
spaventati per se stessi, dal 
sultanato dei topi.

XVII
Si tratta di una travolgente cecità nazionale?
Siamo diventati ciechi ai colori?

XVIII
Ci accusano di terrorismo
se ci rifiutiamo di morire
con i bulldozer israeliani
che strappano la nostra terra
strappano la nostra storia
strappano il nostro Evangelium
strappano il nostro Corano
strappano le tombe dei nostri profeti
Se questo è stato è il nostro peccato,
quanto è bello, allora il terrorismo?

XIX
Ci accusano di terrorismo 
se rifiutiamo di farci cancellare 
dalle mani del mongolo, dell'ebreo e dei barbari 
se scagliamo un sasso 
contro i vetri del Consiglio di Sicurezza
dopo che se ne è impossessato il Cesare dei Cesari.

XX
Ci accusano di terrorismo
se ci rifiutiamo di trattare con il lupo
e di stringere la mano a una prostituta

XXI
Amrika
contro le culture dei popoli
senza cultura
contro le civiltà dei civili 
senza civiltà
Amrika
un potente edificio
senza muri!

XXII
Ci accusano di terrorismo:
se rifiutiamo un'era
Amrika è diventata 
la sciocca, la ricca, la potente
tradotta, giurata
in Ivri.

SECONDA PARTE

XXIII
Ci accusano di terrorismo: 
se lanciamo una rosa 
a Gerusalemme 
ad al-Khalil
a Ghazza
ad an-Nasirah
se portiamo pane e acqua 
a Troia assediata.

XXIV
Ci accusano di terrorismo:
se alziamo la nostra voce contro
i nostri dirigenti regionalisti.
Tutti hanno cambiato le loro scommesse:
dagli unionisti
ai mediatori.

XXV
Se abbiamo commesso l'orrendo delitto della cultura
se ci ribelliamo agli ordini del grande califfo 
e contro la sede del califfato 
se leggiamo il diritto o la politica 
se ricordiamo Dio 
e leggiamola Surat al-Fat-h 
se ascoltiamo la predica del venerdì
allora siamo ben versati nell'arte del terrorismo

XXVI
Ci accusano di terrorismo
se difendiamo la terra 
e l'onore della polvere 
se ci ribelliamo allo stupro del popolo 
e allo stupro di noi stessi
se difendiamo le ultime palme nel nostro deserto 
le ultime stelle nel nostro cielo 
le ultime sillabe dei nostri nomi 
l'ultimo latte nel petto delle nostre madri 
se questa è la nostra colpa 
come è bello il terrorismo.

XXVII
Io sto con il terrorismo
se è in grado di salvarmi 
dagli intrusi dalla Russia
Romania, dall'Ungheria e dalla Polonia
Si sono insediati in Palestina 
hanno messo i piedi sulle nostre spalle 
per rubare i minareti di al-Quds
e la porta dell'Aqsa
per rubare gli arabeschi 
e le cupole.

XXVIII
Io sto con il terrorismo 
se potrà liberare il Messia, Gesù di Nazaret,
e la vergine, Meriam Betula
e la città santa 
dagli ambasciatori della morte e della desolazione

XXIX
Ieri
la strada nazionalista era vivace 
come un cavallo selvaggio.
I fiumi erano ricchi dello spirito di giovinezza.
Ma dopo Oslo,
non avevamo più denti:
ora siamo un popolo cieco e disperso.

XXX
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo con tutte le forze 
il nostro patrimonio poetico 
il nostro muro nazionale 
our rosy civilization
the culture of flutes in our mountains
and the mirrors displaying blackened eyes.

XXXI
Ci accusano di terrorismo:
se difendiamo quello che abbiamo scritto
l'azzurro del nostro mare
e l'aroma dell'inchiostro 
se difendiamo la libertà del mondo 
e la santità dei libri 

XXXII
Io sto con il terrorismo 
se è in grado di liberare un popolo 
dai tiranni e dalla tirannide 
se è in grado di salvare l'uomo dalla crudeltà dell'uomo 
di riportare il limone, l'ulivo e gli uccelli nel sud del Libano 
e il sorriso nel Golan

XXXIII
Io sto con il terrorismo 
se mi salverà 
dal Cesare di Yehuda
ae dal Cesare di Roma 

XXXIV
Io sto con il terrorismo 
finché questo nuovo ordine mondiale 
sarà condivisa 
tra Amrika e Isra'il
a metà

XXXV
Io sto con il terrorismo 
con tutta la mia poesia 
con tutte le mie parole 
e tutti i miei denti 
finché questo nuovo mondo
sarà nelle mani di un macellaio.

XXXVII
Io sto con il terrorismo 
se il senato degli Stati Uniti
si arroga il giudizio 
decreta premio e punizione 
Io sto con l'Irhab [terrorismo]
fino a quando il nuovo ordine mondiale
odierà l'odore dell'A`rab.
Io sto con il terrorismo 
fino a quando il nuovo ordine mondiale
vorrà uccidere i miei figli 
e darli in pasto ai cani.
Per tutto questo 
alzo forte la mia voce:

Io sto con il terrorismo
Io sto con il terrorismo
Io sto con il terrorismo ...

Ringraziamo il blog "Di Liberismo si Crepa" per averci fatto scoprire questa emozionante poesia.
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