Che cosa potrebbe portate sessanta membri di una milizia 'curda' a consegnarsi a una postazione dell'Esercito Arabo Siriano, perdipiù virtualmente circondata e collegata col resto della Siria libera solo da voli di elicottero?
Per capirlo bisogna tornare col pensiero ad alcuni anni fa quando, ostensibilmente, le milizie curde combattevano l'ISIS (almeno, dicevano di farlo, anche se abbiamo sempre sospettato, sulla scorta di alcuni indizi, che fingessero di farlo cercando di accordarcisi); in quel periodo anche alcune migliaia di cittadini siriani arabi si unirono ad esse.
Adesso, coi Curdi al servizio degli occupanti illegali americani, gli Arabi non hanno nessuna intenzione di rimanere in "this chickenshit outfit" (per dirla come Hudson di "Aliens") e per questo i sessanta di cui sopra hanno raggiunto la più vicina postazione dell'EAS, consegnandocisi.
Speriamo che il loro esempio venga seguito da molti altri!
Lavori forzati a vita, per ricostruire tutto ciò che con la loro scellerata scelta hanno distrutto.
RispondiEliminaAltro che riconciliazione, legnate sulla schiena per questi ratti e predoni.
Prima devono bonificare e poi chiudere tutte le gallerie che hanno scavato, poi ricostruire sotto il governo di capaci geometri ed ingegneri siriani e russi quanto disintegrato.
Catene ai piedi naturalmente.
Mi associo a Patrizia ma aggiungo che facciano almeno 2 donazioni di sangue al mese, ricostruzione del patrimonio culturale (dove siano in grado/mattoni e pietre) ad esempio la citata Palmira ma non in senso odierno ma antico, con tetti, giardini, colonne, bagni ecc... Da renderla vivibile.
EliminaCalma, a leggere l'articolo parrebbe possibile che questo gruppo in realtà potrebbe anche non aver mai levato le armi contro il governo siriano. È ovvio che le responsabilità vanno vagliate con rigore ma anche con giustizia e poi si può decidere
EliminaOppure sono spie... Lo sai che sono un inguaribile diffidente. Ben venga che non rompano più le scatole con il mitra ma i traditori e gli ipocriti al muro sempre, comunque, ovunque (o almeno tenerli d'occhio per ora... E in tempi più belli al muro).
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