venerdì 29 novembre 2019

Il Primo Ministro irakeno si é dimesso, poco dopo un monito lanciato dall'Ayatollah Sistani!

La mezza figura Adel Abdul Mahdi, Premier irakeno venuto fuori dalle ultime elezioni politiche, ha rassegnato le proprie dimissioni dopo settimane di proteste contro l'inefficienza del suo Governo.

Rendiamoci conto: Abdul Mahdi aveva avuto la fortuna di 'ereditare' un Irak finalmente pacificato dopo che l'incubo dell'ISIS era stato affrontato e sconfitto da statisti di tutt'altra pasta quali Nouri al-Maliki e Haider Abadi.

Ma la sua insipienza e indecisione (e non bastava qualche occasionale presa di posizione "anti-Usa" a compensarle) gli hanno fatto invelenire contro l'opinione pubblica, in particolare per la pessima gestione dei servizi.

Solo una più rapida e decisa integrazione nell'Asse della Resistenza, con il rapido completamento di tutti i progetti di investimento infrastrutturale e di accordi commerciali con l'Iran (e anche con Libano e Siria), può venire incontro ai bisogni profondi dell'Irak e del suo popolo (che soffrono per le conseguenze di 40 anni ininterrotti di dittatura, guerra, embargo, invasione, occupazione, importazione di terroristi etc...).



Del resto l'arbitro della situazione in Irak rimane sempre l'Ayatollah Sistani, e lo sappiamo benissimo; infatti le dimissioni del nanerottolo Abdul Mahdi sono arrivate pochi minuti dopo che un messaggio di Sistani aveva ammonito le autorità di "trarre le conseguenze" dalla situazione corrente.

Come ho affermato nella mia recente intervista con PARS TODAY non esistono legami tra la massa dei dimostranti, pacifici e rispettosi dell'ordine e della proprietà e le frange violente finanziate da sauditi ed emiratini, che si sono rese protagoniste di attacchi anti-iraniani (spesso reclutate tra la feccia saddamita o filo-ISIS).

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