lunedì 8 novembre 2010

Hezbollah si attrezza contro nemici interni ed esterni (Parte 2)

Continua con questi paragrafi il nostro apprezzamento della situazione politico-strategica libanese e l'atteggiamento assunto da Hezbollah, il movimento politico musulmano a base sciita, in relazione ad essa; dopo avere analizzato la situazione politica interna fra minacce palesi (come l'ostilità sempre più aperta dei partiti sostenuti da Stati Uniti ed Arabia Saudita, che non hanno esitato a fare uso scoperto della provocazione violenta in un paese uscito da una guerra civile fra le più spietate e distruttive dell'evo contemporaneo) e occulte (il famigerato 'tribunale speciale' trasformatosi da strumento d'inchiesta in arma contro Hezbollah) é ora il turno di valutare ed apprezzare le minacce esterne che insidiano il prossimo futuro dei seguaci di Nasrallah.

I leader del "Partito di dio" non hanno dubbi: Israele, il grande nemico del Libano indipendente, la potenza che vorrebbe il Paese dei cedri asservito sotto qualche cacicco locale dello stampo di un Saad Haddad o di un Mahmoud Abbas, non ha accettato la sconfitta patita con l'aggressione militare dell'estate 2006 e si sta rapidamente organizzando per un nuovo "round", che dovrebbe, nelle intenzioni dei pianificatori sionisti, raggiungere gli obiettivi sfuggiti quattro anni fa: l'emascolazione di Hezbollah come forza armata, il crollo della sua popolarità fra l'opinione pubblica libanese (non soltanto sciita) e, direttamente o indirettamente, la sottomissione politico-strategica di Beirut sotto la coalizione di partiti di destra sostenuti da Washington e da Ryiadh.

A tale scopo l'intero comando settentrionale di Tsahal é stato messo in fermento, a partire dal vertice, in cima al quale proprio a settembre 2006 é stato messo il generale Gadi Eizenkot. Costui, generale politicizzato nello stampo del likudnik Ariel Sharon o del nazista Ferdinand Schoerner della Wehrmacht, è convinto sostenitore della "Dottrina Dahiyeh", frutto dei think tank militari sionisti che eleva il crimine di guerra contro i civili a modalità operativa comune sostenendo la "necessità" di "infliggere gravi danni e distruzioni con forza sproporzionata a ogni centro abitato del territorio nemico" in modo da mettere in crisi le forze avversarie col grande numero di emergenze umanitarie causate dalle vittime civili innocenti.
Colpire donne e bambini per danneggiare l'apparato militare avversario, ecco l'ultima trovata del famoso "esercito più morale del mondo".
Si riconosce, in tale sistematico spregio di ogni regola etica di condotta bellica, l'impronta del brutale "pogrom" militare contro Gaza e i sionistologi sono piuttosto concordi nel ritenere che la spietata e irragionevole punizione collettiva inflitta agli abitanti della striscia quasi due anni fa sia stata la prima istanza di applicazione di tale dottrina (che mirava a "punire" i Palestinesi per avere eletto un governo di Hamas e per aver continuato a sostenerlo anche dopo il colpo di stato di Abbas e l'inizio dell'assedio di Gaza).

Contro tale piano mostruoso Hezbollah può reagire in un solo modo: migliorando le proprie capacità di difesa basate sul contrasto asimmetrico dei punti di forza del nemico, sul comando decentralizzato, sulla capacità di colpire obiettivi israeliani a distanza (tutte facoltà già brillantemente messe in mostra durante il conflitto di quattro anni fa) e acquisendo capacità che finora gli sono mancate: ingaggiare le forze aeree israeliane (con le quali viene portata a segno la maggior parte degli attacchi contro obiettivi civili) e acquisire la capacità di infiltrare il territorio dello stato ebraico per colpire i centri logistici e i cordoni di rifornimento delle truppe di prima linea.

L'attività di intelligence e ricognizione è fondamentale per entrambe gli obiettivi e gli uomini di Nasrallah la perseguono con convinzione, raccogliendo fruttuosi risultati, affidandosi soprattutto all'HUMINT e integrando questa con rilevamenti fotografici ed elettronici solo in maniera complementare; d'altro canto i sionisti (ormai preda della febbre "gadgettistica" che hanno contratto dai loro sponsor a stelle e strisce) sembrano ormai incapaci di perseguire con convinzione la strada dell'intelligence captata a orecchie e occhi umani e traggono la maggior parte dei loro assunti dai rapporti di droni, satelliti e computer.

Hezbollah si aspetta che qualunque forza israeliana lanciata all'assalto del Libano nella prossima guerra comprenderà l'ordine di battaglia al completo del Comando Settentrionale dell'IDF e cioé: una divisione corazzata regolare (36a 'Gaash'), una divisione di fanteria territoriale (91a 'Givati'), tre divisioni corazzate della riserva (210a, 319a, 366a) integrate da almeno altre sei brigate indipendenti fra paracadutisti, fanteria per l'impiego urbano, gruppi di commandos e unità complementari.

Per mettere in crisi e neutralizzare un dispositivo militare tanto imponente questa volta resistere come a Bint Jbeil e Ayta as-Shab potrebbe non essere abbastanza; da qui la necessità di fare mancare, a un nemico tanto tecnologicamente avanzato, la possibilità di esprimere sul campo tale superiorità, cercando, anzi, di trasformare questo suo 'asset' in una 'liability'. Tale intento potrebbe realizzarsi infiltrando squadre di commando in territorio israeliano e usandole per colpire i depositi e gli snodi logistici dell'IDF, azione che potrebbe lasciare le sue unità di punta a secco di munizioni, carburante e parti di ricambio in momenti chiave della battaglia per il Libano del Sud.
Contro convogli di munizioni, rifornimenti e carburante anche le armi più antiquate come questo razzo filoguidato Malyutka, ormai quasi inutile contro i carri armati, potrebbero avere buona riuscita.
I pianificatori di Hezbollah hanno individuato cinque ipotetiche zone operative dove condurre azioni di questo genere, dalla località costiera di Rosh Haniqrah a Quriyat Shimona, sulle pendici della valle di Hula, e le stanno suddividendo in 'sottozone', assegnando ognuna a un gruppo o più gruppi di commando specialmente addestrati per agguati e sabotaggi, in grado di rimanere nascosti per tutto il periodo di tempo necessario a individuare obiettivi di primaria importanza e quindi colpirli rapidamente ma a fondo.

Purtroppo non alla prospettiva (già di per sé abbastanza preoccupante) di un rinnovato assalto militare israeliano si limitano le angustie dei comandanti di Hezbollah, perché, vista la capacità di rifornire e mantenere operativi i suoi gruppi armati meridionali con "iniezioni" di personale e materiali dalle sue basi nella Bekaa, Israele quasi certamente cercherà di aprire anche un "fronte settentrionale" in occasione di un suo prossimo attacco, nel tentativo di impegnare sotto il fuoco l'intero apparato militare di Nasrallah per impedirgli di usare la parte "libera" come pool di riserve da cui rinforzare le unità impiegate contro Israele.

Da male armata milizia di partigiani Hezbollah ha saputo evolversi in una moderna forza militare che forse non ha eguali nella sua capacità di gestire combattimenti con un avversario superequipaggiato e senza scrupoli come Israele.
E, a questo fine, saranno chiamati a mobilitarsi i lacché e le quinte colonne di Israele, degli Usa e dell'Arabia Saudita annidate fra i partiti conservatori sunniti e maroniti, oltre che forse fra i Drusi del clan Jumblatt. In una prospettiva di conflitto intestino che potrebbe rigettare il Libano nell'orrore della guerra civile.

(FINE SECONDA PARTE, il reportage TERMINA in un ALTRO POST)

7 commenti:

  1. e acquisire la capacità di infiltrare il territorio dello stato ebraico

    Kacani hai capito perchè Israele ha costruito il muro ??? ci arrivi adesso ???

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  2. certo che gestire un blog che sponsorizza hamas un gruppo terrorista riconosciuto da tutta Europa è il colmo

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  3. Evidentemente lei non sa nemmeno dove sia costruito l'infame muro dell'Apartheid, signor Bario.

    La sua colossale e grossolana ignoranza non ci stupisce, ma vederla mettersi in ridicolo così crassamente a volte suscita moti di pena fra i nostri redattori più sensibili.

    Il muro dell'Apartheid sta attorno alla Cisgiordania/West Bank e non c'entra nulla con le operazioni della Resistenza contro obiettivi israeliani ma é solo un modo per occupare e rubare ulteriore terra ai Palestinesi come incontrovertibilmente dimostrato dallo studio pubblicato dalla Lega Araba.

    Hamas è un'organizzazione di Resistenza che si trova ogni giorno a che fare con l'incontrollata e selvaggia violenza degli assassini sionisti capaci di usare jet da centinaia di milioni di dollari per uccidere una donna o un bambino, lasciamo ai nostri lettori decidere cosa sia moralmente accettabile ed eticamente giustificato fare per contrapporsi a simili barbari.

    Comunque, per riportarla coi piedi per terra e farle fare l'ennesima pubblica figura da cioccolataio le facciamo notare che qui si sta parlando di Hezbollah e non di Hamas, ma vista l'ora pensiamo che lei abbia alzato parecchio il fiasco ed é perciò normale che non sia lucido.

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  4. @Bario: ma non hai nulla da fare nella vita al punto da venire a fare il confutatore perenne di questo blog? Se non ti piace questo blog, vattene su Informazione Corretta, quella sì che "vera informazione".

    Non c'è ne frega nulla di cosa pensi l'Europa di Hamas, questo perchè non possiamo considerare attendibile e imparziale chi condanna hamas ma poi riconosce quella forza politica, il Likud, costituita da criminali di guerra e razzisti dichiarati(come Liebermann).

    Tra l'altro, Hamas non è solo un gruppo armato o religioso ma anche un movimento sociale ben radicato nella società palestinese.

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  5. Ehhhhh...ma il sig. bario "informazione S-corretta" lo conosce bene, molto bene! Figuratevi che ieri ha addirittura segnalato una sua 'notizia' su OKNO.

    Fra l'altro, avete mai notato l'header di quel sito infame?

    La prima cosa che ti chiede, in alto a destra, sono soldi!!!

    Della serie: "il lupo perde il pelo ma...".

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  6. Già..un loro vizio!
    Cmq un refuso: nella fretta ho scritto Liebermann come membro del Likud, in realtà è membro di un partito ancora più infame e razzista, alleato del Likud. Però, poco cambia.

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  7. Sì sì, israel beitynu si chiama, figurati che stavo per fartelo notare, ma sei stato più pronto di me nel rendertene conto!

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