martedì 7 dicembre 2010

Il Sudamerica riconosce la Palestina come stato: Brasile, Argentina, Uruguay!


Il Segretario generale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina Yasser Abed Rabbo ha comunicato lunedì mattina che, come previsto, il riconoscimento della Palestina come stato indipendente continua a prendere piede, non soltanto fra i paesi mediorientali e quelli in via di sviluppo ma, come già segnalato sulle pagine di Palaestina Felix, anche fra gli "sviluppati" stati occidentali e, ora, anche fra le nazioni "emergenti".

E' di questi giorni la notizia che, proprio agli sgoccioli del suo mandato, Ignacio Lula Da Silva, presidente ex-sindacalista in attesa di venire rilevato dal proprio successore eletto (la già eletta Dilma Rousseff), ha imposto forse per l'ultima volta la propria impronta alla politica estera del grande paese lusofono riconoscendo ufficialmente la Palestina come uno Stato sovrano e indipendente entro i confini internazionalmente stabiliti prima dell'aggressione sionista del 1967.

Ovviamente, non potendo, "essere da meno" dei vicini con cui si contendono il primato di "nazione più rappresentativa del Sudamerica", il riconoscimento ha messo in subbuglio la diplomazia di Buenos Aires che, con un iter speditissimo ed efficace, ha fatto sottoscrivere al Presidente Cristina Fernandez Kirchner un omologo riconoscimento diplomatico.
Certo, a chi osserva da vicino i rapporti fra Medio Oriente e Sudamerica non possono sfuggire le ironie nel considerare che, solo un paio di decenni fa, sia Brasile che Argentina, governate da "uomini forti" o giunte militari fascistoidi, erano ottimi amici e clienti dello Stato ebraico, presso cui si rifornivano di armamenti e da cui le varie polizie segrete apprendevano i più "raffinati" metodi di persecuzione e tortura da mettere in atto contro intellettuali, sindacalisti, guerriglieri e oppositori generici; adesso, finiti per sempre quei giorni e instaurate in ambo i paesi solide democrazie che coniugano libertà e diritti umani con una crescita economica che va dal soddisfacente (Argentina) al prodigioso (Brasile), i legami con il regime sionista si vanno rarefando e sfilacciando e si saldano e intensificano invece quelli col popolo Palestinese e le sue legittime aspirazioni all'indipendenza e all'autonomia.
Come già il Sudafrica dell'Apartheid anche la dittatura militare argentina manteneva "in forma" la sua flotta di caccia Mirage grazie ai ricambi, ai missili e alla tecnologia israeliana.
Il Presidente Lula, in risposta alle critiche e agli attacchi provenienti da Tel Aviv e da Washington (dove la potente lobby ebraica ha subito scatenato i suoi "mastini" nel Dipartimento di Stato per condannare i riconoscimenti) ha replicato che: "La richiesta di un riconoscimento ufficiale é consistente con i principi sostenuto dallo Stato brasiliano che appoggia e avvalla le aspirazioni palestinesi a uno Stato unito, democratico e sicuro sia dal punto di vista economico che militare". La Kirchner, dal canto suo, ha fatto notare come, più che un semplice 'fait accompli' politico-diplomatico il riconoscimento della Casa Rosada indichi anche una "Presa di posizione morale" dell'Argentina nei confronti della Palestina e dei suoi legittimi abitanti.

L'Uruguay, stato della "pampa" incuneato fra Argentina e Brasile, aveva già riconosciuto la Palestina come Stato indipendente alcune settimane prima dei suoi vicini.

Nessun commento:

Posta un commento