martedì 7 dicembre 2010

Lieberman porta il razzista Geert Wilders in Israele: a quando l'invito a Borghezio??

E' proprio vero che al peggio non c'é mai fine.

Qualche giorno fa lamentavamo il fatto che a rappresentare la tradizione diplomatica dell'Italia ci fosse l'abbronzatissimo e pettinatissimo Franco Frattini, il cui cursus honorum per la vicinanza e l'armonia fra i popoli ha la sua 'vetta' più o meno negli anni in cui faceva il maestro di sci.

Ma anche in Israele non se la passano bene.

Loro, per Ministro degli Esteri, hanno scelto un rantolante e bilioso individuo a nome Avigdor Lieberman, ultranazionalista di origine russa di quelli che le operazioni "Piombo Fuso" le scatenerebbe un giorno sì e l'altro anche mentre gli assalti alle flottiglie umanitarie li considererebbe tutt'al più come "pause defatiganti" nella continua ricerca di nuovi modi per perseguitare, tiranneggiare, evacuare, espellere e finalmente sterminare quanti più Palestinesi possibile, ancor meglio se tutti, ché le cose fatte a metà non gli vanno giù nemmeno un poco.

Intanto, per occupare il tempo in attesa della "Soluzione Finale" del problema dei Palestinesi, Avi Lieberman ha pensato bene di invitare un amico a visitare Israele, per mostrargli le bellezze del luogo e fargli conoscere una folla di estremisti razzisti e sionisti fondamentalisti con cui non poteva che trovarsi d'accordo.

La persona in questione è Geert Wilders, agitatore razzista e islamofobo che solo la fortuna di esser nato in una società notoriamente liberale e tollerante come quella olandese permette di poter dare libero sfogo ai suoi "venti", aromatizzati dai peggiori miasmi di bigottismo e xenofobia, che nel Paese dei Tulipani non si sentivano da parecchio tempo (mai abbastanza), forse dai tempi dell'occupazione nazista del 1940-45.

Wilders é stato ovviamente contentissimo di accettare l'invito dell'amico Avi: tutto giuggioloso e gongolante si é fatto scarrozzare su e giù per la Palestina occupata, ha indossato la kippah d'ordinanza, è stato invitato a cena e coccolato e, ovviamente, ha parlato male dei musulmani, degli Arabi in generale e dei Palestinesi in particolare.

Ha apertamente invocato la "pulizia etnica" della Palestina; buffo se si é fermato a pensare, dietro quella zucca vaporosa e ossigenata che si ritrova, che proprio nel suo Paese, l'Olanda, ha sede la Corte internazionale che sta giudicando i crimini degli ultimi "ripulitori etnici" dei Balcani, ne dubitiamo, ma sarebbe stato un bel pensiero da parte sua.

Ha invitato Israele ad "annettere" senza mezze misure la Cisgiordania; un po' più ambiguo é stato nell'omettere che cosa Israele dovrebbe fare dei tre milioni e mezzo di Palestinesi che ci vivono, ma non dubitiamo che sotto lo zuccotto paglierino un embrionale pensierino per risolvere anche quel problema il buon Geert lo abbia avuto.

Infine, ha letteralmente deliziato il suo pubblico sostenendo uno dei cavalli di battaglia della propaganda razzista israeliana, quello secondo cui: "La vera Palestina é la Giordania" e quindi tutti i Palestinesi dovrebbero andare lì.

Ovviamente Wilders é troppo superficiale e ignorante per sapere che fra i Beduini giordani memori delle cavalcate nel deserto al seguito di El-Orens e gli urbani, colti, raffinati abitanti della Palestina passa tanta differenza quanto fra un cowboy texano e un intellettuale bostoniano dell'Ivy League (anche senza fare confronti di merito fra i due, é certo che siano cose ben diverse) e, soprattutto, che l'ultima volta che Israele tentà di scaricare il "Problema palestinese" dalle parti di Amman i risultati furono meno che eccellenti.

La "scampagnata" israeliana del razzista Wilders é stata quindi un successone: se Avigdor Lieberman meditasse di organizzare una nuova 'ospitata' di qualche mestatore xenofobo europeo noi di Palaestina Felix abbiamo un suggerimento per lui: Mario Borghezio! Successo assicurato, ve lo immaginate il verdevestito ex-picchiatore fascista in visita a Israele? Forse potrebbe inizialmente preoccupare l'uditorio sionista inneggiando alla "lotta dei popoli", ma poi rimedierà inneggiando agli "islamici di merda" (cit. 3:02).

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