mercoledì 13 aprile 2011

L'Egitto smette di costruire la barriera sotterranea con Gaza, piccata reazione israeliana


L'Egitto ha arrestato la costruzione della famigerata "barriera d'acciao" sotterranea tra il Sinai e Gaza, che avrebbe dovuto aiutare a serrare ancora più saldamente la stretta alla gola dell'enclave palestinese assediata, per meglio compiacere il regime ebraico dell'Apartheid che da quasi cinque anni strangola economicamente il ghetto a cielo aperto della Striscia.

La costruzione della barriera, per uno sviluppo complessivo di 9.920 metri, venne decisa dall'autocrate del Cairo Hosni Mubarak, fedele satrapo di Washington e Tel Aviv, più che logico dunque che alla sua caduta il governo provvisorio che sta gestendo, sotto l'egida dei militari, la transizione verso la democrazia, abbia fermato il suo sviluppo, soprattutto tenendo conto di quanto l'opera fosse impopolare presso l'opinione pubblica.

Agitando i soliti ipocriti spauracchi del 'terrorismo' e dell' 'insihurezza' lo Stato ebraico ha tentato di convincere gli egiziani a completare la barriera, ma finora non c'é stato niente da fare, né probabilmente ci sarà in futuro, una volta che si saranno tenute regolari elezioni democratiche.

Ufficiali e dignitari israeliani, masticando amaro, hanno indicato, come segni eloquenti del nuovo rapporto tra il Cairo ed Hamas, la recente visita di rappresentanti del Movimento di Resistenza in Egitto, con il fondatore Mahmoud al-Zahar (egiziano da parte di madre) a capo della delegazione e i prolungati incontri della stessa non solo col Ministro degli Esteri Arabi, ma anche con rappresentanti dell'Esercito e dell'intelligence.

"C'é una nuova intesa fra Gaza e il Cairo, facilmente collegabile con il clima pre-elettorale e con la convinzione pressoché matematica che la Fratellanza Musulmana vi giocherà un forte, forse decisivo, ruolo e che perciò sia importante mantenere buoni contatti con Hamas".


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