giovedì 11 agosto 2011

Hussein Youssef Salman, un martire di Hezbollah fedele ai compagni fino all'estremo sacrificio


(Questo video commemorativo mostra il viso e la voce di Hussein Salman dal minuto 5:54 in avanti)

Hussein Youssef Salman, il martire di Hezbollah commemorato nell'articolo odierno, nacque il 17 gennaio 1975 a Ghobeiry, oggi quartiere meridionale di Beirut, all'epoca una comunità satellite staccata dalla città. Nato in una famiglia estremamente numerosa (aveva ben dodici tra fratelli e sorelle), le cui condizioni economiche non erano certo floride, Hussein si distinse da subito per il suo carattere calmo, conciliante e amorevole, diventando ben presto, come si usa dire "la consolazione dei suoi genitori"; quando la montante guerra civile e gli effetti dell'invasione israeliana del 1982 ridussero i suoi genitori praticamente sul lastrico egli non esitò a interrompere gli studi per iniziare subito a lavorare, consegnando tutti i propri guadagni al padre.


(Il testamento politico e spirituale di Hussein Salman, qui in versione completa, doppiato però in Urdu)

Nel poco tempo libero che gli lasciava questo genere di vita, Hussein mostrava una predilezione spiccata per le attività di gruppo e, nei momenti di svago, lo si poteva sempre trovare intento a organizzare partite di calcio, escursioni, gite al mare, in compagnia dei fratelli e di ragazzi del vicinato. Questo suo interesse per le attività sociali lo portò a frequentare gli Scout Al-Mahdi, gruppo tramite il quale poté avvicinarsi agli ideali e alle attività della Resistenza sciita, che fin dalla sua adolescenza esercitarono su di lui un fascino peculiare, quasi un richiamo.

Nel 1992, a diciassette anni, Hussein entrò nei ranghi di Hezbollah, dove, con sua grande gioia, riuscì a completare la propria educazione, visto che l'interruzione forzata del suo ciclo di studio costituiva per lui un'angustia particolarmente grave; non solo riuscì ad ottenere un diploma di istruzione secondaria ma, studiando per conseguirlo, rivelò doti di oratore che si accordavano benissimo al suo temperamento estroverso e persuasivo, facendone un leader naturale. Nel corso del 1996, durante l'aggressione sionista contro le forze della Resistenza, Hussein ebbe il suo battesimo del fuoco, distinguendosi sul campo di battaglia.

Nel corso dei combattimenti, tre membri della sua squadra trovarono il martirio e, a distanza di dieci anni, anche a lui doveva toccare quel destino. Impegnato in operazioni militari contro Israele nel corso della guerra d'estate del 2006, Hussein Salman accorse a prestare cure a un camerata, ferito da una 'bomblet' di una munizione a grappolo tra le migliaia lanciate indiscriminatamente dai sionisti sul Libano invaso; mentre stava offrendo i primi soccorsi al commilitone ferito una seconda munizione colpì l'area, uccidendo entrambi. Il corpo del martire venne riportato a Tiro e deposto a riposare, con tutti gli onori militari e religiosi, il 17 agosto 2006.
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