giovedì 11 agosto 2011

Detenuto politico palestinese entra in coma nella prigione di Nafha, "semplice" negligenza o esperimenti medici sionisti?


Zakariah Dawud Issa, prigioniero politico palestinese di 43 anni, originario di Khadar (presso Betlemme), rinchiuso nella prigione di Nafha, nel Negev, é entrato in coma dopo avere passato mesi e mesi privo delle più elementari cure mediche. La notizia, fatta filtrare dai prigionieri tramite i loro colloqui con legali e parenti, conferma come le galere sioniste siano vere e proprie 'caienne' dove i detenuti sono abbandonati a sé stessi, quando non attivamente perseguitati tramite la mancanza delle pur minime garanzie sanitarie e profilattiche.

Secondo quanto riportato dai suoi compagni di prigionia per interi mesi Issa ha sofferto di gravi sintomi che avrebbero richiesto un pronto check-up e terapie da parte dei sanitari del carcere, mentre invece le sue condizioni sono state lasciate libere di aggravarsi e minarne la salute fino a ridurlo l'ombra di sé stesso; innanzi tutto il detenuto ha iniziato a dimagrire paurosamente, riducendosi, dai circa 110 chili del suo peso originario, a 50-55 dal marzo 2011 a oggi, inoltre, episodi di blackout, straniamento e improvvisa perdita di coscienza hanno iniziato a perseguitarlo, accompagnati, infine, da strane crescite di tessuto molle sulla cute e sul collo.

Qualunque persona sofferente di sintomi così gravi sarebbe stata immediatamente trasferita in una struttura ospedaliera, mentre per Zakariah Issa é stato portato al Centro Medico Soroka soltanto dopo essere caduto in un coma da cui non si é ancora ripreso. Il Direttore degli Affari Mediatici Riyad al-Ashkar e il Ministro degli Affari dei Prigionieri di Fatah Atallah Abu Sabah hanno invitato le autorità israeliane a sospendere la pena dell'uomo in coma per consentirgli di ricevere le cure del caso. Alcuni osservatori non escludono che Issa sia caduto vititma di esperimenti medici israeliani, che spesso, esattamente come accadeva nei lager di Hitleriana memoria, prendono di mira i detenuti palestinesi come comode e disponibili 'cavie umane',
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