giovedì 8 settembre 2011

Erdogan visiterà l'Egitto la prossima settimana: opposte reazioni alla prospettiva di una 'deviazione' verso Gaza!


Il Primo Ministro turco Recep Erdogan, capo del Governo monocolore con cui il partito di ispirazione religiosa AK ha dato forma alla maggioranza parlamentare assoluta ricevuta per la terza volta consecutiva la scorsa primavera, sta preparandosi a partire alla volta dell'Egitto per una missione ufficiale che, con l'approssimarsi dell'autunno e quindi delle elezioni politiche anche in quel paese, assume un importanza fondamentale per capire "da che parte tira il vento" nel Medio Oriente ancora scosso dai venti della 'Primavera Araba', che hanno fatto ruzzolare giù dagli scranni già un discreto numero di autocrati, tra cui il 'Faraone' Mubarak, attualmente sotto processo per il tentativo di repressione sanguinoso e inutile che fece oltre 800 morti tra gennaio e febbraio 2011.

In una conferenza stampa tenutasi gli scorsi giorni davanti a rappresentanti dei maggiori media turchi Erdogan ha confermato che il suo staff continua a "indagare e valutare" la possibilità di una visita alla Striscia assediata di Gaza da tenersi immediatamente dopo la conclusione del viaggio di stato al Cairo; già durante lo scorso mese di giugno il Premier di Ankara aveva espresso la sua intenzione di recarsi in visita nell'enclave palestinese sottoposta al disumano e illegale assedio sionista, nonché alle costanti offese aeree e militari (che ancora ieri hanno mietuto una vittima e causato tre feriti tra la popolazione civile), ma poi le conseguenze del voto politico e le procedure di formazione del nuovo esecutivo avevano fatto slittare la cosa.

Sono state diametralmente opposte, come da copione, le reazioni al di là e al di qua del ghetto palestinese assediato: se il parlamentare indipendente palestinese Jamal el-Khoudry, Segretario del Comitato Popolare contro l'Assedio di Gaza ha espresso il suo entusiasmo all'idea di una visita di Erdogan che risulterebbe "storica" e porterebbe un "decisivo e positivo impatto" sulle condizioni di vita dei Palestinesi "colpendo duramente" l'ormai quinquennale assedio israeliano un funzionario del Ministero degli Esteri sionista, attualmente occupato dal razzista Avigdor Lieberman, avrebbe dichiarato al Canale Due di Tel Aviv che la visita "rappresenterebbe un grave passo falso diplomatico".

Detto dal rappresentante di un Governo che ha preferito gettare ai cani i propri rapporti diplomatici, militari e commerciali con quello che una volta era il suo miglior interlocutore tra i paesi musulmani pur di non dover ammettere le proprie innegabili responsabilità nell'incidente della Mavi Marmara, l'affermazione ha tutto il gusto dei lunari 'nonsense' dei migliori film di Renato Pozzetto.
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