mercoledì 27 aprile 2011

Yossi Melman ammette: "Nel 1968 a Karameh le truppe israeliane subirono una secca disfatta, che venne dissimulata sotto un'assordante propaganda!"


A quarantatré anni dalla Battaglia di Karameh, che nel 1968 oppose le forze di occupazione israeliane ai fedayeen dell'OLP e all'esercito del Regno hascemita di Giordania lo storico militare e redattore del giornale sionista Haaretz Yossi Melman ha rivelato che, stando a documenti del Ministero della Difesa israeliano, recentemente desecretati, appare in tutta evidenza come l'esito dello scontro armato fu affatto diverso da come lo presentarono le fonti di informazione israeliane, sui cui irrealistici e distorti reportage diverse generazioni di 'esperti' e 'storici' parziali e prezzolati hanno imbastito una vulgata ipocrita e mendace.

Fin dalla sera del 21 marzo '68, infatti, tutti gli outlet di 'informazione' dello Stato ebraico si misero a strombazzare una 'presunta' vittoria israeliana in uno scontro tra forze combinate (fanteria, mezzi corazzati e aerei) che si era svolto attorno agli attraversamenti Allenby, Damia e Hussein sul Fiume Giordano; nonostante tutti i guerriglieri palestinesi dell'OLP e i regolari dell'esercito giordano si congratulassero tra loro per le gravi perdite inflitte agli attaccanti sionisti (era stato infatti Israele, per l'ennesima volta, ad aver violato un confine internazionale invadendo il territorio hascemita) e per averli costretti a una precipitosa evacuazione eliportata delle loro teste di ponte isolate e assediate, Israele si intestardì a definire quella di Karameh "una vittoria" e, come spesso accade, la menzogna ripetuta un numero sufficiente di volte divenne una mezza verità.

Ancora negli anni '80 e primi '90 pornografi militari come i redattori dei volumetti illustrati della 'Osprey' (giornalini buoni per le fantasie rambistiche di ragazzetti imberbi e panciuti lobbisti neocon), si diffondevano a parlare della 'vittoria di Karameh' nonostante che proprio da tale scontro, nel quale forze palestinesi semi-regolari affrontarono ad armi quasi pari il vantato esercito sionista, l'OLP avesse tratto la fiducia in sé stessa e il prestigio inter-arabo che ne fecero l'organizzazione di punta della Resistenza palestinese per almeno due decenni a venire; ora l'inganno é finalmente caduto e, per bocca di uno storico israeliano più onesto e imparziale dei suoi screditati colleghi, la verità su quel giorno di marzo di tanti anni addietro é ristabilita in termini incontrovertibili.


In un'intervista televisiva rilasciata in merito Melman ha aggiunto che, secondo la sua educata opinione, tra trenta o quarant'anni affioreranno le prove di simili manovre orwelliane riguardo anche l'invasione del Libano del 2006 e il 'pogrom' militare contro Gaza (l'Operazione Piombo Fuso); istanze nelle quali l'IDF ha dovuto interrompere l'azione armata senza avere raggiunto alcuno degli obiettivi dichiarati al suo inizio e, pure, Israele rifiuta pertinacemente di ammettere la sua sconfitta.

"Israele é la prima vittima della sua stessa propaganda" articola Melman, "L'incapacità di ammettere onestamente lo scacco di Karameh venne pagato salatamente nel 1973, quando, con lo scoppio della Guerra del Kippur/Ramadan, le truppe dello Stato ebraico entrarono in azione come se fosse ancora il 1967 (anno della fortunata aggressione alle spalle contro gli stati arabi confinanti) e subirono perdite gravissime, che forzarono gli Usa ad allestire in fretta e furia un ponte aereo per impedire il tracollo dell'IDF". Come a dire: chi si rifiuta di imparare le lezioni della storia pone le fondamenta delle sue future sconfitte!


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