sabato 3 dicembre 2011

"Good bye, Bagdad!" le truppe di invasione americane restituiscono al Governo irakeno la loro base principale!


Le forze americane di occupazione dell'Irak hanno restituito poche ore fa il controllo totale di quello che negli ultimi anni era stato il più grande complesso fortificato Usa in terra mesopotamica al Governo locale, segnando un vero e proprio 'punto di non ritorno' nello smantellamento della loro presenza militare nel paese.

Il cosiddetto 'Victory Base Complex' o VBC secondo la pratica angolamericana di appioppare acronimi a ogni cosa, dai Comandi supremi ai servizi igienici (W.C. appunto) sorge proprio a fianco all'aeroporto internazionale di Bagdad (quello già da tempo tornato in mano irakena) ed era suddiviso in dodici sottosettori, che comprendevano, tra l'altro, il Comando nazionale delle forze di occupazione, il principale snodo logistico dell'esercito invasore e una base aerea totalmente autonoma e indipendente.
Come il Mangiafuoco collodiano gli Usa fanno danzare i loro burattini fino a che risultano utili, poi ne fanno legna per il camino!
Circondato completamente da un anello di barriere di cemento anti-esplosione lunghe oltre 42 chilometri, festonate da volute di cavalli di frisia a scoraggiare eventuali attacchi della Resistenza, é stato anche il luogo di detenzione di Saddam Hussein, già alleato degli Usa e loro pedina nella guerra contro l'Iran, in attesa della sua esecuzione dopo la 'condanna' emessa da una corte-canguro nominata dagli Usa, priva di ogni validità giuridica.

Una volta affollato da circa 170mila persone (tra truppe combattenti, sussistenza, salmerie e tecnici) il complesso ne ospita circa diecimila, anche loro in procinto di prendere armi e bagagli e tornare a casa. Dietro di sé gli invasori a stelle e strisce non si lasciano quel fedele e obbediente vassallo (magari con la bandiera criptosionista bianca, gialla e azzurra!) in cui gli allucinati 'neocon' dell'Amministrazione Bush pensavano di trasformare l'Irak. Piuttosto un paese in lenta fase di ripresa da otto anni di stragi e di guerra civile settaria, un paese dove il sentimento antiamericano e anti-imperialista é quasi più forte ora che ai tempi di Saddam e dove gli sciiti, costituenti la maggior parte della popolazione, sono finalmente al timone dello Stato e delle sue istituzioni.

Solo vaste distese di croci bianche rimarranno a testimoniare delle migliaia di militari morti in Mesopotamia inseguendo la chimera del 'Nuovo secolo americano', oltre a tutti quelli suicidatisi una volta smobilitati e lasciati senza sostegno e senza cure per i traumi provocati dalle atrocità viste e commesse.
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