sabato 19 gennaio 2013

Attentato a Tripoli Siriaca contro il Ministro dello Sport: ferite le guardie del corpo. "Chi ha sparato vuole far scoppiare la Guerra Civile!"

Raffiche di fucile d'assalto e una bomba a mano che hanno ferito cinque guardie del corpo e distrutto un veicolo della motorcade ministeriale; questo il bilancio del grave attentato contro Faysal Karami (Ministro dello Sport) che nella giornata di ieri ha scosso la già instabile situazione di Tripoli Siriaca, la povera metropoli del Libano settentrionale dove l'influenza dell'Alleanza 14 Marzo, ormai totalmente fuori controllo dalle mani del 'travicello' Saad Hariri e dirottata dagli estremisti filo-wahabiti finanziati da Riyadh rende l'atmosfera sempre più esplosiva.
Significativo il fatto che sia stato preso di mira Karami, un sunnita alleato con la Coalizione 8 Marzo, quindi per i qaedisti pro-Riyadh una specie di 'traditore'; la famiglia Karami, pur sunnita, non ha mai voluto avere nulla a che spartire con il campo filo-Usa, filo-Israele allineato con Sauditi e Qatar, tanto che il padre Omar Karami, a suo tempo già Primo Ministro, era stato valutato come potenziale alternativa a Najib Mikati al momento della conquista della maggioranza parlamentare ai danni di Hariri, ma aveva declinato l'incarico a causa della sua età avanzata e del convincimento che un giovane fosse necessario alla guida del paese.
Karami, con grande senso dello Stato e responsabilità, si é rifiutato di lanciare accuse e ha espresso il suo sollievo al fatto che non vi siano stati morti e la sua gratitudine alle guardie che lo hanno protetto; la sua residenza attualmente é circondata dall'Armee Libanaise che sta anche pattugliando le strade circostanti.

L'Ufficio Comunicazione di Hezbollah ha condannato questo attentato definendolo "Un tentativo di precipitare il Paese nel panico e nella violenza; tali spinte devono venire contrastate da tutta la Società nel suo complesso e le Autorità hanno il dovere di fare rapidamente piena luce sulle responsabilità morali e materiali di tale evento portandone mandanti ed esecutori di fronte alla Giustizia".
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