giovedì 12 dicembre 2013

Dopo Al-Maliki e Karzai anche Sergei Lavrov visita Teheran: accordi e divergenze tra Russia e Iran!

A conferma di quanto la capitale della Repubblica Islamica sia sempre di più e sempre fortemente un 'passaggio obbligato' della diplomazia non solo Mediorientale e centrasiatica, ma 'tout court' di quella globale, dopo le visite del Premier irakeno e del Presidente afghano che si sono avvicendati a Teheran nel giro di una decina di giorni il Premier iraniano Zarif ha ricevuto ieri il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov.

Se Mosca e Teheran sono vicinissime su moltissime questioni, sostenendo punti di vista identici, e si sostengono l'una con l'altra (vedi l'insistenza russa sul fatto che l'Iran debba partecipare agli incontri ginevrini sulla situazione siriana), pure rimangono alcune questioni su cui i due paesi rimangono distanti o sono in corso di affontare e ridurre le loro divergenze.

Ad esempio, come rimarcato proprio da Zarif in chiusura della conferenza stampa congiunta con Lavrov, l'annosa questione della fornitura dei missili S-300, promessi da Mosca e oggetto di regolare contratto, inopinatamente bloccato dall'Ex-presidente Medvedev.

Il ricorso internazionale di Teheran é stato accolto e una salatissima multa attenderebbe il colosso russo dell'export militare (Rosoboronexport), tantopiù che con i missili ormai saldamente in mano ad Assad é solo questione di tempo prima che piani ed esemplari vengano consegnati da Damasco all'Iran a parziale compensazione degli sforzi militari e finanziari fin qui espressi a favore della Siria.

La Russia, per ottenere il ritiro della denuncia internazionale nei suoi confronti, sarebbe disposta a "upgradare" la fornitura aggiungendo dei modelli S-300MV, ottimizzati per l'intercettazione di missili balistici, alla originaria richiesta iraniana, limitata ai modelli antiaerei.


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