Di nuovo notizie di rivolte e sommosse anti-ISIS dalla Provincia di Deir Ezzour dove la gente comune attende con ansia l'arrivo delle truppe siriane che mettano fine ad anni di incubo imposto dai mercenari stranieri al servizio di Riyadh, Washington e Tel Aviv.
Di nuovo ad Albukamaal l'ufficio del Comandante Supervisore del 'Daash' é stato preso d'assalto da una folla inferocita che lo ha devastato, incendiato causando la morte del caporione takfiro e di diverse sue guardie del corpo.
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giovedì 3 agosto 2017
Deir Ezzour ormai in piena rivolta contro l'ISIS! Uffici incendiati, convogli aggrediti e leader linciati dalla folla!
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domenica 30 luglio 2017
Tre terroristi dell'ISIS linciati a Buleil, due colpiti da una donna a Salehiyeh, folla assale veicoli dei takfiri a Al-Hara!
Ancora coraggiosi episodi di resistenza popolare illuminano il quotidiano dei civili della Provincia di Deir Ezzour, mentre da sempre più vicino arrivano notizie delle avanzate delle forze governative che presto potrebbero liberare l'intero governatorato.
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mercoledì 26 luglio 2017
Comandante saudita dell'ISIS ucciso dai civili siriani tra le cittadine di Hajin e Baakan!
Come abbiamo testimoniato più di una volta la popolazione civile siriana è totalmente contraria all'occupazione e all'imposizione di assurde regole pseudo-religiose takfire da parte dei briganti dell'ISIS e più di una volta (come puntualmente testimoniato dai nostri articoli) ha colto l'occasione per vendicarsi degli invasori con gesti di rabbia e rivolta.
Un nuovo episodio del genere è avvenuto ieri tra le cittadine di Hajin e Baakan, nella parte Sudorientale della Provincia di Deir Ezzour quando un convoglio dell'ISIS che procedeva sulla camionabile che unisce i due centri é caduto vittima di un'imboscata tesa con una bomba improvvisata.
Un nuovo episodio del genere è avvenuto ieri tra le cittadine di Hajin e Baakan, nella parte Sudorientale della Provincia di Deir Ezzour quando un convoglio dell'ISIS che procedeva sulla camionabile che unisce i due centri é caduto vittima di un'imboscata tesa con una bomba improvvisata.
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giovedì 13 luglio 2017
Due leader dell'ISIS linciati in pieno giorno dalla folla siriana ad Al-Mayadeen!
Il continuo avvicinamento di forze governative alla piazza assediata di Deir Ezzour stimola la popolazione dell'intera provincia a manifestare sempre più apertamente il suo odio per il regime dell'ISIS, che sta ormai mostrando tutta la sua caducità e debolezza.
Ad Al-Mayadeen, dove pochi giorni fa un obiettivo dell'ISIS é stato obliterato dai Sukhoi dell'Aviazione Irakena, una folla di civili ha attaccato e letteralmente linciato Amir Zakat al-Mayadeen (detto Abu Maryam) e Abu Fatemeh Maghrebi, personalità estremamente in vista del sedicente "califfato".
Ad Al-Mayadeen, dove pochi giorni fa un obiettivo dell'ISIS é stato obliterato dai Sukhoi dell'Aviazione Irakena, una folla di civili ha attaccato e letteralmente linciato Amir Zakat al-Mayadeen (detto Abu Maryam) e Abu Fatemeh Maghrebi, personalità estremamente in vista del sedicente "califfato".
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lunedì 10 luglio 2017
Ad Albukamaal la popolazione civile insorge contro l'ISIS! Due veicoli dei terroristi e un autobus incendiati!
Gesti di rivolta e di vendetta violenta contro i mercenari stranieri dell'ISIS che nulla hanno a che vedere con la Siria e con la sua Storia e Cultura ce ne erano stati anche in passato e avevamo sempre dato loro il giusto rilievo.
Adesso possiamo confermare che una grande folla di civili si é radunata nella giornata di oggi ad Albukamaal, nell'angolo sudorientale estremo della Siria, acclamando le vittorie dell'Esercito governativo e scandendo slogan contro il 'Daash' e la sua violenza brutale e stupida.
Adesso possiamo confermare che una grande folla di civili si é radunata nella giornata di oggi ad Albukamaal, nell'angolo sudorientale estremo della Siria, acclamando le vittorie dell'Esercito governativo e scandendo slogan contro il 'Daash' e la sua violenza brutale e stupida.
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mercoledì 26 aprile 2017
Misteriosi combattenti eliminano sei takfiri dell'ISIS intorno a Deir Ezzour!
Ancora una volta misteriosi 'vendicatori' sono sorti dalla massa di cittadini siriani costretta a sopportare le angherie e le vessazioni del sedicente "stato islamico" e ne hanno abbattuto gli sgherri con raffiche di armi da fuoco, colpendo una postazione isolata e dileguandosi prima di poter venire notati o ancor meno individuati e identificati.
Non si tratta, come già accadde all'Ospedale Al-Mayadin, di una 'rivolta' alla Fuenteovejuna, ma di un'azione studiata, programmata ed eseguita senza sbavature date dall'impeto o dalla furia del momento, il che fa pensare a un commando addestrato o quantomeno organizzato da almeno una persona con esperienza in merito.
Non si tratta, come già accadde all'Ospedale Al-Mayadin, di una 'rivolta' alla Fuenteovejuna, ma di un'azione studiata, programmata ed eseguita senza sbavature date dall'impeto o dalla furia del momento, il che fa pensare a un commando addestrato o quantomeno organizzato da almeno una persona con esperienza in merito.
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giovedì 23 febbraio 2017
I difensori di Deir Ezzour riprendono la strategica Collina 23 e migliorano molto la propria posizione!
Forse galvanizzati dalla notizia della recente "ribellione anti-ISIS" dei cittadini di Al-Janineh, i militari e miliziani siriani che con settimane di durissimi combattimenti hanno negato al 'Daash' la soddisfazione di conquistare l'aeroporto della città sono riusciti anche a strappare ai loro avversari la strategica Collina 23.
Tale altura domina completamente la regione di Sakhra Makbat al-Kanasa e la Valle di Al-Thardeh che si stende a Sud del cimitero.
Pare che l'ISIS, conscio della capitale importanza della posizione, abbia sacrificato dozzine e dozzine di uomini per cercare, disperatamente, di mantenerne il controllo.
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mercoledì 22 febbraio 2017
Fuenteovejuna sulle rive dell'Eufrate, civili siriani massacrano takfiri dell'ISIS a un posto di blocco!
Come già successo all'ospedale di Al-Mayadin una folla di civili siriani esasperati dalle angherie dell'ISIS si é rivoltata in una "Fuenteovejuna" sulle rive dell'Eufrate, massacrando i takfiri che da anni li opprimevano.
Al contrario di altri eventi dove l'uccisione di terroristi del 'Daash' non è chiaramente attribuibile a una matrice spontanea e popolare ma anzi fa supporre operazioni speciali compiute da servizi segreti e agenti infiltrati, questa volta, proprio come ad Al-Mayadin, siamo certi che la rabbia e la voglia di vendetta siano partite veramente dal basso.
Al contrario di altri eventi dove l'uccisione di terroristi del 'Daash' non è chiaramente attribuibile a una matrice spontanea e popolare ma anzi fa supporre operazioni speciali compiute da servizi segreti e agenti infiltrati, questa volta, proprio come ad Al-Mayadin, siamo certi che la rabbia e la voglia di vendetta siano partite veramente dal basso.
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giovedì 2 febbraio 2017
Sette takfiri dell'ISIS ammazzati a Mosul da sconosciuti: furia popolare o "pulizia" della CIA?
Ancora cattive notizie, pessime, per l'ISIS, che ormai si ritrova a non essere sicuro nemmeno nelle sue "roccaforti" e non sempre per via di attacchi aerei o operazioni speciali siriane o irakene...a volte come all'ospedale Mayadin, basta anche solo la furia popolare, di cittadini che non hanno mai accettato o condiviso l'eresia takfira, a trasformare in zona pericolo quello che fino a poco prima era stato un dominio saldo e sicuro.
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venerdì 20 gennaio 2017
Attorno a Deir Ezzour nuovo attacco "misterioso" contro l'ISIS: nove takfiri uccisi!
Abbiamo informato i nostri lettori della sommossa dei civili siriani che hanno assaltato l'ospedale Al-Mayadin uccidendo tutti i takfiri dell'ISIS che vi si trovavano; adesso sembra che i dintorni di Deir Ezzour si confermino terreno che scotta per i seguaci del "califfato".
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mercoledì 18 gennaio 2017
All'ospedale di Al-Mayadin la folla esasperata dall'ISIS fa irruzione e massacra molti takfiri!
Una interessante notizia arrivataci nottetempo dai dintorni di Deir Ezzour.
Ad Al-Mayadin, località circonvicina alla città assediata, da tempo occupata dall'ISIS l'ospedale locale è totalmente interdetto ai residenti locali, ostaggio dei takfiri; infatti la struttura sanitaria serve solo ai bisogni dei terroristi feriti, e gli altri si fottano.
Ad Al-Mayadin, località circonvicina alla città assediata, da tempo occupata dall'ISIS l'ospedale locale è totalmente interdetto ai residenti locali, ostaggio dei takfiri; infatti la struttura sanitaria serve solo ai bisogni dei terroristi feriti, e gli altri si fottano.
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venerdì 21 novembre 2014
Burkina Faso: una rivoluzione tradita e normalizzata?
Ho avuto il piacere di tradurre per gli amici di "Stato e Potenza", questo ricco e completo articolo di Luc Michel sulla situazione in Burkina Faso, potrete trovarlo in lingua originale a questa pagina.
Fin dalle prime ore della rivoluzione del Burkina Faso avevo espresso su ‘Afrique Media TV’ le mie inquietudini su una possibile ‘normalizzazione’ della rivolta da parte di uomini legati all’Occidente, Esercito in primis. Affermai che sarebbero state l’agenda di Washington o quella di Parigi (differenti in spirito e fini, anche se a volte per qualche dettaglio coincidenti) che, infine, avrebbero dominato la situazione. I fatti recenti confermano la bontà dei miei avvertimenti.
IL COLONNELLO ZIDA NUOVO PREMIER, CIVILI INQUIETI
La transizione verso un potere non-militare, appena iniziata in Burkina Faso, é stata imposta da Washington con la minaccia di sanzioni; in omaggio formale a questa il Colonnello Isaac Zida, che aveva assunto la Presidenza a fine ottobre, si é dimesso solo per venire nominato Primo Ministro dal nuovo Presidente ‘civile’ (Michel Kafando -NdT-), segno che l’Esercito non ha nessuna intenzione di farsi da parte nel gioco politico. Questa persistenza dell’influenza militare sui centri di potere del paese ha suscitato inquietudine nella società civile e malcontento in quasi tutti gli abitanti della capitale Ougadougou interrogati in merito dalla France Presse.
Kafando, pesantemente responsabile nell’assassinio di Sankara, nel corso di un intervista a Radio France Internationale ha lasciato intendere che il Colonnello Zida, pressoché sconosciuto al pubblico appena un mese fa: “Potrà giocare un importante, essenziale ruolo nella stabilizzazione” del paese, insistendo sul “posto necessario” che l’Esercito deve avere in questo processo, proseguendo un impegno nelle vicende interne che é scattato subito dopo la fuga dell’Ex-presidente Compaoré.
Infatti, appena l’Ex-capo di Stato lasciò il paese verso la Costa d’Avorio, il 31 ottobre scorso, dopo 27 anni di ‘regno’ incontrastato, si produsse immediatamente un dualismo tra il Capo di Stato Maggiore Honoré Traore e il Capo del Reggimento di Guardia Presidenziale (Zida, appunto), che entrambe rivendicarono la presidenza, ma, contrariamente all’ordine di grado e anzianità, fu quest’ultimo a uscirne vincitore. Secondo il giudizio di un diplomatico esperto: “Zida ha compiuto un vero colpo di Stato, incruento, ma pur sempre colpo di Stato”.
Al termine di intensi negoziati che hanno visto protagonisti gli uomini delle Forze Armate, i partiti politici e la società civile, una Carta di transizione é stata adottata la settimana scorsa e un nuovo Presidente a interim (Kafando) ha preso il posto di Zida, col compito di portare il paese verso nuove elezioni fissate a dodici mesi da adesso. Kafando, già Ministro degli Esteri, ha una provata e sperimentata esperienza diplomatica e un profilo da tecnocrate ed é ben visto dalla maggiora parte dei cittadini del Burkina Faso, il Colonnello Zida, invece, é visto con minore entusiasmo anche se, come ha commentato Ablassé Ouedrago, uno dei capi delle Opposizioni “Non é un problema che Zida sia arrivato al premierato; del resto la Costituzione provvisoria non proibisce che un militare occupi quel posto”.
QUALE SARA’ LA REAZIONE DELLE PIAZZE?
“Non siamo solamente inquieti, c’é molto di più”, ha dichiarato alla France Presse Guy Hervé Kam, portavoce del Movimento Cittadino Balai, le cui capacità di mobilitazione massiccia della popolazione hanno giocato un grande ruolo nella cacciata di Compaoré. Il co-fondatore del movimento Balai, il cantante Sams’K le Jah, ha detto di attendere le prime mosse di Zida per poterlo giudicare, e ha rilevato che, al potere, spesso i civili si sono mostrati peggiori dei militari.
“Si deve verificare in quale misura questa nomina sia destinata a influenzare, cambiare o invertire l’orientamento della transizione”, ha commentato il politologo Siaka Coulibaly. Invece per Moussa Yabré, proprietario d’hotel, “La rivoluzione sarà soffocata”; “(L’Esercito) vuole rubarci la nostra lotta” rincara la dose Assane Ilboudo, studente, e Hama Ouderago, funzionario, chiama quello che é successo “Un colpo di stato travestito”, da parte del Colonnello Zida che “Ha già iniziato il suo one-man-show”. La gioventù che é scesa in piazza a contestare il regime di Compaoré e che ne ha causato la cacciata sembra particolarmente ostile a un potere militare che a suo dire ha compiuto “Un tradimento della rivoluzione” e potrebbe anche reagire con violenza, con una ripresa di manifestazioni e scontri di piazza. “Che Kafando abbia subito recuperato il capo della Guardia Presidenziale (di Compaoré) come Primo Ministro mostra di che enorme mascherata stiamo parlando”, esclama Philippe Edouard Kaboré, applaudito da un gruppo di studenti.
ZIDA, UN MILITARE LANCIATO DALL’OMBRA AL CUORE DEL POTERE
Sospensione dei consigli municipali e regionali, rimozione di due uomini-chiave dell’apparato pubblico con accuse di ‘sabotaggio’: il Colonnello prima della sua nomina a Primo Ministro aveva già mostrato che non considerava finito il suo ruolo pubblico con le dimissioni da Presidente e appena investito della nuova carica ha iniziato a fare mosse decisive. I fedelissimi del clan Compaoré installati alla Sonahby e alla Sonabel (società nazionali degli idrocarburi e dell’elettricità) sono stati rimossi con gravi accuse; subito dopo sono stati sospesi i consigli locali, a loro volta riempiti negli ultimi 30 anni di fedeli del vecchio Presidente.
Vediamo il ritratto di questo Colonnello: “Solido, gagliardo, dai baffi sottili e curati, abituato a portare occhiali senza montatura, questo ufficiale di religione protestante non dimostra i suoi 49 anni era praticamente sconosciuto ai suoi stessi concittadini prima della fuga del Presidente che aveva giurato di proteggere con la sua unità scelta”. Durante le successive tre settimane é salito sul palco e si é messo a dettare tempi e ritmi della transizione di potere. Sempre in uniforme, con basco rosso calcato sul cranio, forse in un tentativo di ricordare Sankara, ha ricevuto i capi di stato africani inviati dall’OUA che chiedevano un passo indietro delle Forze Armate e sempre di persona ha raccolto i numerosi attori della scena politica e pilotato il negoziato per l’avvicinamento alle elezioni.
Per quanto decise le azioni di Zida sono comunque ispirate a prudenza, anche mentre manteneva il titolo di Presidente ha fissato il suo Quartier Generale presso il Consiglio Economico e Sociale, e non nel palazzo del vecchio autocrate. Comunque il Colonnello rimane un uomo d’ordine, non certo un rivoluzionario, ed é ben sintonizzato con Parigi e Washington: “La stessa emersione di Zida come sfidante alla pretesa presidenziale di Honoré Traore deve esser vista come un moto collettivo dei gradi militari che si sono resi conto che il Capo di SM era troppo compromesso con Compaoré, mentre il relativamente giovane e soprattutto sconosciuto Zida aveva migliori chances di continuare a giocare un ruolo importante nella politica del paese”.
Zida deve la sua carriera al Generale Gilber Diendéré, laureato con Master in Management Internazionale all’Université de Lyon, é benvoluto dai soldati e può contare sulla lealtà incondizionata del Reggimento Presidenziale; quando nel 2011 il Burkina Faso venne scosso da un ammutinamento militare che tuttavia non riuscì a far crollare il potere di Compaoré, non subì nessuna aggressione da parte degli ammutinati, al contrario di altri ufficiali del Reggimento di Guardia Presidenziale. Ha servito come Casco Blu nel 2008-2009 in Congo ed é stato ufficiale di collegamento nel corso della Crisi in Costa d’Avorio, nell’ambito della mediazione portata avanti dall’Ex-presidente Compaoré. Nel 2012, e questo dovrebbe dirla lunga, ha seguito un corso di “tecniche antiterrorismo” in Florida.
L’Agence France Presse, parlando di lui in termini elogiativi, lo incensa: “Dando gesti di buona volontà per il rapido passaggio di potere in mani civili, Zida si é posto anche come difensore della sovranità nazionale”, riferendosi ai termini sprezzanti con cui ha respinto scadenze e termini che l’Organizzazione per l’Unità Africana ha tentato di imporgli per l’abbandono del potere. Significativamente Zida ha detto: “Il termine di due settimane non ci riguarda veramente, l’OUA potrebbe anche dire ‘tre giorni’, sarebbero i soli ad ascoltarsi mentre lo dicono”. Quello che possa dire il popolo Burkinabé che é sceso in piazza per cacciare il suo ex-datore di lavoro sembra interessargli anche meno.
Fin dalle prime ore della rivoluzione del Burkina Faso avevo espresso su ‘Afrique Media TV’ le mie inquietudini su una possibile ‘normalizzazione’ della rivolta da parte di uomini legati all’Occidente, Esercito in primis. Affermai che sarebbero state l’agenda di Washington o quella di Parigi (differenti in spirito e fini, anche se a volte per qualche dettaglio coincidenti) che, infine, avrebbero dominato la situazione. I fatti recenti confermano la bontà dei miei avvertimenti.
IL COLONNELLO ZIDA NUOVO PREMIER, CIVILI INQUIETI
La transizione verso un potere non-militare, appena iniziata in Burkina Faso, é stata imposta da Washington con la minaccia di sanzioni; in omaggio formale a questa il Colonnello Isaac Zida, che aveva assunto la Presidenza a fine ottobre, si é dimesso solo per venire nominato Primo Ministro dal nuovo Presidente ‘civile’ (Michel Kafando -NdT-), segno che l’Esercito non ha nessuna intenzione di farsi da parte nel gioco politico. Questa persistenza dell’influenza militare sui centri di potere del paese ha suscitato inquietudine nella società civile e malcontento in quasi tutti gli abitanti della capitale Ougadougou interrogati in merito dalla France Presse.
Kafando, pesantemente responsabile nell’assassinio di Sankara, nel corso di un intervista a Radio France Internationale ha lasciato intendere che il Colonnello Zida, pressoché sconosciuto al pubblico appena un mese fa: “Potrà giocare un importante, essenziale ruolo nella stabilizzazione” del paese, insistendo sul “posto necessario” che l’Esercito deve avere in questo processo, proseguendo un impegno nelle vicende interne che é scattato subito dopo la fuga dell’Ex-presidente Compaoré.
Infatti, appena l’Ex-capo di Stato lasciò il paese verso la Costa d’Avorio, il 31 ottobre scorso, dopo 27 anni di ‘regno’ incontrastato, si produsse immediatamente un dualismo tra il Capo di Stato Maggiore Honoré Traore e il Capo del Reggimento di Guardia Presidenziale (Zida, appunto), che entrambe rivendicarono la presidenza, ma, contrariamente all’ordine di grado e anzianità, fu quest’ultimo a uscirne vincitore. Secondo il giudizio di un diplomatico esperto: “Zida ha compiuto un vero colpo di Stato, incruento, ma pur sempre colpo di Stato”.
Al termine di intensi negoziati che hanno visto protagonisti gli uomini delle Forze Armate, i partiti politici e la società civile, una Carta di transizione é stata adottata la settimana scorsa e un nuovo Presidente a interim (Kafando) ha preso il posto di Zida, col compito di portare il paese verso nuove elezioni fissate a dodici mesi da adesso. Kafando, già Ministro degli Esteri, ha una provata e sperimentata esperienza diplomatica e un profilo da tecnocrate ed é ben visto dalla maggiora parte dei cittadini del Burkina Faso, il Colonnello Zida, invece, é visto con minore entusiasmo anche se, come ha commentato Ablassé Ouedrago, uno dei capi delle Opposizioni “Non é un problema che Zida sia arrivato al premierato; del resto la Costituzione provvisoria non proibisce che un militare occupi quel posto”.
QUALE SARA’ LA REAZIONE DELLE PIAZZE?
“Non siamo solamente inquieti, c’é molto di più”, ha dichiarato alla France Presse Guy Hervé Kam, portavoce del Movimento Cittadino Balai, le cui capacità di mobilitazione massiccia della popolazione hanno giocato un grande ruolo nella cacciata di Compaoré. Il co-fondatore del movimento Balai, il cantante Sams’K le Jah, ha detto di attendere le prime mosse di Zida per poterlo giudicare, e ha rilevato che, al potere, spesso i civili si sono mostrati peggiori dei militari.
“Si deve verificare in quale misura questa nomina sia destinata a influenzare, cambiare o invertire l’orientamento della transizione”, ha commentato il politologo Siaka Coulibaly. Invece per Moussa Yabré, proprietario d’hotel, “La rivoluzione sarà soffocata”; “(L’Esercito) vuole rubarci la nostra lotta” rincara la dose Assane Ilboudo, studente, e Hama Ouderago, funzionario, chiama quello che é successo “Un colpo di stato travestito”, da parte del Colonnello Zida che “Ha già iniziato il suo one-man-show”. La gioventù che é scesa in piazza a contestare il regime di Compaoré e che ne ha causato la cacciata sembra particolarmente ostile a un potere militare che a suo dire ha compiuto “Un tradimento della rivoluzione” e potrebbe anche reagire con violenza, con una ripresa di manifestazioni e scontri di piazza. “Che Kafando abbia subito recuperato il capo della Guardia Presidenziale (di Compaoré) come Primo Ministro mostra di che enorme mascherata stiamo parlando”, esclama Philippe Edouard Kaboré, applaudito da un gruppo di studenti.
ZIDA, UN MILITARE LANCIATO DALL’OMBRA AL CUORE DEL POTERE
Sospensione dei consigli municipali e regionali, rimozione di due uomini-chiave dell’apparato pubblico con accuse di ‘sabotaggio’: il Colonnello prima della sua nomina a Primo Ministro aveva già mostrato che non considerava finito il suo ruolo pubblico con le dimissioni da Presidente e appena investito della nuova carica ha iniziato a fare mosse decisive. I fedelissimi del clan Compaoré installati alla Sonahby e alla Sonabel (società nazionali degli idrocarburi e dell’elettricità) sono stati rimossi con gravi accuse; subito dopo sono stati sospesi i consigli locali, a loro volta riempiti negli ultimi 30 anni di fedeli del vecchio Presidente.
Vediamo il ritratto di questo Colonnello: “Solido, gagliardo, dai baffi sottili e curati, abituato a portare occhiali senza montatura, questo ufficiale di religione protestante non dimostra i suoi 49 anni era praticamente sconosciuto ai suoi stessi concittadini prima della fuga del Presidente che aveva giurato di proteggere con la sua unità scelta”. Durante le successive tre settimane é salito sul palco e si é messo a dettare tempi e ritmi della transizione di potere. Sempre in uniforme, con basco rosso calcato sul cranio, forse in un tentativo di ricordare Sankara, ha ricevuto i capi di stato africani inviati dall’OUA che chiedevano un passo indietro delle Forze Armate e sempre di persona ha raccolto i numerosi attori della scena politica e pilotato il negoziato per l’avvicinamento alle elezioni.
Per quanto decise le azioni di Zida sono comunque ispirate a prudenza, anche mentre manteneva il titolo di Presidente ha fissato il suo Quartier Generale presso il Consiglio Economico e Sociale, e non nel palazzo del vecchio autocrate. Comunque il Colonnello rimane un uomo d’ordine, non certo un rivoluzionario, ed é ben sintonizzato con Parigi e Washington: “La stessa emersione di Zida come sfidante alla pretesa presidenziale di Honoré Traore deve esser vista come un moto collettivo dei gradi militari che si sono resi conto che il Capo di SM era troppo compromesso con Compaoré, mentre il relativamente giovane e soprattutto sconosciuto Zida aveva migliori chances di continuare a giocare un ruolo importante nella politica del paese”.
Zida deve la sua carriera al Generale Gilber Diendéré, laureato con Master in Management Internazionale all’Université de Lyon, é benvoluto dai soldati e può contare sulla lealtà incondizionata del Reggimento Presidenziale; quando nel 2011 il Burkina Faso venne scosso da un ammutinamento militare che tuttavia non riuscì a far crollare il potere di Compaoré, non subì nessuna aggressione da parte degli ammutinati, al contrario di altri ufficiali del Reggimento di Guardia Presidenziale. Ha servito come Casco Blu nel 2008-2009 in Congo ed é stato ufficiale di collegamento nel corso della Crisi in Costa d’Avorio, nell’ambito della mediazione portata avanti dall’Ex-presidente Compaoré. Nel 2012, e questo dovrebbe dirla lunga, ha seguito un corso di “tecniche antiterrorismo” in Florida.
L’Agence France Presse, parlando di lui in termini elogiativi, lo incensa: “Dando gesti di buona volontà per il rapido passaggio di potere in mani civili, Zida si é posto anche come difensore della sovranità nazionale”, riferendosi ai termini sprezzanti con cui ha respinto scadenze e termini che l’Organizzazione per l’Unità Africana ha tentato di imporgli per l’abbandono del potere. Significativamente Zida ha detto: “Il termine di due settimane non ci riguarda veramente, l’OUA potrebbe anche dire ‘tre giorni’, sarebbero i soli ad ascoltarsi mentre lo dicono”. Quello che possa dire il popolo Burkinabé che é sceso in piazza per cacciare il suo ex-datore di lavoro sembra interessargli anche meno.
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giovedì 20 novembre 2014
Uscito dalla porta il Colonnello Zida rientra dalla finestra: diventa Primo Ministro!
Non avevamo fatto in tempo a 'compiacerci' dell'abbandono da parte del Colonnello Zida, già capo delle guardie del corpo dell'assassino di Sankara Blaise Compaore, della carica presidenziale da lui assunta ad interim dopo la fuga dal paese del suo datore di lavoro, che un nuovo sviluppo della situazione in Burkina Faso ci fa dubitare che quello che sta avvenendo sia un sincero passaggio verso la democrazia.
Infatti subito dopo aver lasciato la poltrona di Presidente all'Ex-ministro degli Esteri Michel Kafando Zida é stato subito da quest'ultimo nominato Primo Ministro (sempre ad Interim). Sembra proprio che, dopo le massicce manifestazioni popolari che hanno cacciato Compaore, nel Burkina Faso sia in atto una 'normalizzazione' dove tutti i posti di potere stanno venendo occupati da figure del regime precedente.
Staremo a vedere come evolverà la situazione, informandovi come sempre in tempo reale o quasi mano a mano che si concreteranno nuovi sviluppi.
Infatti subito dopo aver lasciato la poltrona di Presidente all'Ex-ministro degli Esteri Michel Kafando Zida é stato subito da quest'ultimo nominato Primo Ministro (sempre ad Interim). Sembra proprio che, dopo le massicce manifestazioni popolari che hanno cacciato Compaore, nel Burkina Faso sia in atto una 'normalizzazione' dove tutti i posti di potere stanno venendo occupati da figure del regime precedente.
Staremo a vedere come evolverà la situazione, informandovi come sempre in tempo reale o quasi mano a mano che si concreteranno nuovi sviluppi.
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venerdì 31 ottobre 2014
Sommossa caccia da Ougadougou l'assassino di THOMAS SANKARA, ma vi sarà un effettivo cambiamento??
Siamo stati recentemente contattati da un nostro giovane lettore che, in parte anche ispirato dalla lettura di Palaestina Felix, ha deciso di cimentarsi a sua volta nella creazione di un blog su questioni geopolitiche, potete trovarlo a QUESTO INDIRIZZO, intanto per incoraggiarlo, riprendiamo un suo articolo su una zona del mondo prossima a quella di solito oggetto del nostro interesse, che é stata recentemente scossa da un sommovimento popolare.
La geopolitica africana trema. In Burkina Faso i manifestanti hanno esibito atti di disobbedienza civile subito dopo le votazioni di Giovedì, nate per riformare la costituzione e consentire al presidente, Blaise Compaorè, di estendere il suo mandato a 27 anni di leadership.
Un governo, che si instaurò nel 1987 tramite un colpo di stato guidato da quest'ultimo e che fece deporre dalla carica di Presidente Thomas Sankara, e che oggi dopo anni di tensioni sociali si trova ad affrontare la disobbedienza delle masse popolari locali. Gli Stati Uniti e la Francia, quest'ultima ex potenza coloniale hanno espresso preoccupazioni per quanto sta accadendo in queste ore nel paese africano.
Centinaia di manifestanti hanno destabilizzato il cordone di sicurezza dell'esercito e hanno preso d'assalto l'edificio dell'Assemblea Nazionale nella capitale, Ouagadougou, saccheggiando gli edifici, dando fuoco a vari automezzi e infine attaccando la sede delle reti informative nazionali.
Continui assalti al parlamento nazionale dove inoltre molti uffici amministrativi sono stati devastati dalle fiamme. I manifestanti non hanno del tutto presidiato il parlamento. Un parlamento difeso dalla guardia nazionale che ha ferito centinaia di manifestanti e ucciso ben 3 persone. Il governo statunitense è "abbastanza preoccupato" per la crisi interna, mentre la Francia ha fatto appello alla calma.
La geopolitica africana traballa e penzola su di una lama sottile. Dopo anni e dopo vari tentativi di sovversione, la masse popolari del Burkina Faso tentano con qualsiasi mezzo di rovesciare un governo filo-occidentale e chinato al volere dell'Imperialismo.
POSTFAZIONE
Purtroppo le potenze che ordinarono l'assassinio del grandissimo e compianto Sankara non lasceranno "andare" l'Ex-Alto Volta così facilmente come sembra sperare il nostro amico; é recente l'aggiornamento secondo il quale unità dell'Esercito sono entrate in azione e lo Stato Maggiore abbia decretato disciolti Governo e Parlamento e instaurato uno stato d'emergenza della durata di un anno.
E' troppo presto per dire se questa mossa proteggerà una restaurazione 'morbida' o invece segnalerà un vero ed effettivo cambiamento.
Attendiamo e osserviamo sperando che il popolo del Burkina Faso dopo aver cacciato il Presidente dia il benservito anche a qualunque suo complice e lacché che tenti di riciclarsi.
La geopolitica africana trema. In Burkina Faso i manifestanti hanno esibito atti di disobbedienza civile subito dopo le votazioni di Giovedì, nate per riformare la costituzione e consentire al presidente, Blaise Compaorè, di estendere il suo mandato a 27 anni di leadership.
Un governo, che si instaurò nel 1987 tramite un colpo di stato guidato da quest'ultimo e che fece deporre dalla carica di Presidente Thomas Sankara, e che oggi dopo anni di tensioni sociali si trova ad affrontare la disobbedienza delle masse popolari locali. Gli Stati Uniti e la Francia, quest'ultima ex potenza coloniale hanno espresso preoccupazioni per quanto sta accadendo in queste ore nel paese africano.
Centinaia di manifestanti hanno destabilizzato il cordone di sicurezza dell'esercito e hanno preso d'assalto l'edificio dell'Assemblea Nazionale nella capitale, Ouagadougou, saccheggiando gli edifici, dando fuoco a vari automezzi e infine attaccando la sede delle reti informative nazionali.
Continui assalti al parlamento nazionale dove inoltre molti uffici amministrativi sono stati devastati dalle fiamme. I manifestanti non hanno del tutto presidiato il parlamento. Un parlamento difeso dalla guardia nazionale che ha ferito centinaia di manifestanti e ucciso ben 3 persone. Il governo statunitense è "abbastanza preoccupato" per la crisi interna, mentre la Francia ha fatto appello alla calma.
La geopolitica africana traballa e penzola su di una lama sottile. Dopo anni e dopo vari tentativi di sovversione, la masse popolari del Burkina Faso tentano con qualsiasi mezzo di rovesciare un governo filo-occidentale e chinato al volere dell'Imperialismo.
POSTFAZIONE
Purtroppo le potenze che ordinarono l'assassinio del grandissimo e compianto Sankara non lasceranno "andare" l'Ex-Alto Volta così facilmente come sembra sperare il nostro amico; é recente l'aggiornamento secondo il quale unità dell'Esercito sono entrate in azione e lo Stato Maggiore abbia decretato disciolti Governo e Parlamento e instaurato uno stato d'emergenza della durata di un anno.
E' troppo presto per dire se questa mossa proteggerà una restaurazione 'morbida' o invece segnalerà un vero ed effettivo cambiamento.
Attendiamo e osserviamo sperando che il popolo del Burkina Faso dopo aver cacciato il Presidente dia il benservito anche a qualunque suo complice e lacché che tenti di riciclarsi.
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