domenica 2 gennaio 2011

Come i cristiani riescono a farsi odiare in Medio Oriente: estremisti evangelici si alleano ai sionisti contro il popolo palestinese

Mezzo milione di alberi piantati nell'ultimo anno e mezzo sulle terre ancestrali delle tribù beduine che vivono nel Negev sono stati comprati da una minacciosa congrega di fondamentalisti cristiani statunitensi che controlla la cosiddetta "God TV", un canale televisivo di rozza propaganda evangelica.

Un cartello piantato pochi chilometri a nord di Beersheva, la principale città del Negev, annuncia grandiosamente il piano per piantare un milione di alberi creando così la "foresta di God Tv".
Il fondatore del Fondo nazionale ebraico, il razzista e colonialista Yossi Weitz.
Il Fondo nazionale ebraico, organizzazione parastatale del Governo israeliano, ha il compito di rubare terra ai Palestinesi per lasciarla poi in mano a coloni ebrei fanatici e ultranazionalisti e per tale scopo ha ricevuto un contributo di 500.000 dollari statunitensi dagli editori di God TV.

Il coordinamento dei difensori dei diritti dei beduini (che annovera attivisti ebrei israeliani e americani fra le proprie fila) ha esposto il legame di cooperazione che esiste fra i fondamentalisti ebrei del movimento dei settler e gli integralisti cristiani evangelici, che sono spinti a sostenere le politiche razziste e vessatorie di Israele per una malintesa interpretazione della Bibbia.

Essi infatti pensano che la giudaizzazione della Palestina e l'espulsione dei suoi legittimi ed originari abitanti sia 'necessaria' per accelerare la Fine del mondo e il ritorno di Gesù cristo sulla terra. Tale ridicolo convincimento é confermato dallo stesso sito-web di God TV sul quale si possono leggere slogan come: "pianta un seme per dio" e dalle cui pagine il conduttore Rory Alec (foto sopra) annuncia: "Vi dico con certezza che Gesù é sulla via del ritorno!"

Gli alberi piantati occupano le terre ancestrali della tribù Aturi, il cui villaggio principale, Al-Araqib, é stato demolito dagli usurpatori sionisti per ben otto volte negli ultimi mesi. Lo scopo delle demolizioni sarebbe quello di convincere i beduini a trasferirsi nel "bantustan" preparato per loro dal regime israeliano dell'Apartheid: un miserabile agglomerato di catapecchie privo dei servizi più essenziali e circondato da recinzioni per prevenirne l'espansione.

Johnatan Stork, vice-direttore del reparto Mediorientale e Nordafricano di HRW, ha criticato i tentativi di deportazione dei beduini nei termini più netti definendo "semplicemente oltraggiosa" l'idea di sradicare una comunità dalla sua terra per rinchiuderla in una specie di riserva.

Il Fondo nazionale ebraico mira ad arrivare, attraverso angherie, demolizioni, attentati e intimidazioni a raggiungere un "fatto compiuto" prima che le Corti israeliane, a cui si sono appellati i difensori dei beduini, possano pronunciarsi sul caso.

Il coinvolgimento degli estremisti evangelici di God TV rischia di far diventare esplosiva una situazione già tesa, come ha spiegato Neve Gordon (foto sopra), professore di Scienze Politiche all'Università Ben Gurion: "La disputa fra il Governo israeliano, che agisce tramite il Fondo nazionale ebraico e i beduini era finora limitata a un complicato caso di rivendicazioni territoriali; l'aggiunta nell'equazione della variabile impazzita di God TV le dà una connotazione religiosa che rende tutto molto più complicato. Israele forse non lo sa, ma sta giocando col fuoco".

2 commenti:

  1. Sicuramente questi tipi di God TV sono fuori di testa, ma allora cosa si dovrebbe fare in Europa?
    Viste le dichiarazioni della maggior parte dei leader mussulmani, giustificheresti stragi all'uscita delle moschee?
    E se cio' succedesse, cosa risponderesti ad uno che ti dicesse "Beh, i musulmani si sono fatti odiare"?

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  2. ma allora cosa si dovrebbe fare in Europa?


    Si dovrebbe dare sostegno alle iniziative di boicottaggio dell'Apartheid israeliano tramite il rifiuto dei prodotti e dei servizi delle aziende che fanno affari con l'occupazione, l'esproprio e la giudaizzazione forzata.

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