giovedì 23 febbraio 2012

La Fratellanza Musulmana cerca un candidato presidenziale "con profondo e convincente background islamico"


La Fratellanza Musulmana egiziana nella persona del suo carismatico e riverito leader Mohamed Badieh ha rivelato che, per il ruolo di prossimo Presidente dell'Egitto non é stato ancora deciso ufficialmente il nome di un candidato al quale l'organizzazione, senza dubbio la più potente e influente del panorama politico-sociale del paese, possa concedere ufficialmente il proprio sostegno anche se, nello spirito di una intesa "che dovrà essere il più larga possibile" non pare intenzionata a nominare un suo membro per competere a tale carica.

Ovviamente, per essere papabile, un candidato esterno dovrà dare prova di "avere un retroterra islamico sufficientemente profondo e convincente"; l'Ikwhan egiziana, a differenza dei più ortodossi musulmani di Al-Nour, non pretende di trasformare tout-court l'Egitto in uno Stato coranico o in una Repubblica Islamica, pure vuole che i valori, la Cultura e l'impronta dell'Islam, che hanno forgiato la vita e la storia dell'Egitto fin dal settimo secolo dell'Era Volgare siano considerati e rispettati dalla futura architettura costituzionale.

"Alla fine", ha spiegato Badieh, "sarà naturalmente il Consiglio degli Esperti a decidere quale candidato soddisfi meglio il profilo ideale che abbiamo tracciato; potrebbe darsi anche il caso che esso sia costretto a indicare un membro della Fratellanza, ma preferiremmo far convergere il consenso su un nome esterno". L'atteggiamento si inserisce nel noto atteggiamento dell'Ikwhan che non tiene affatto a venire considerata un gruppo rivoluzionario o radicale, ma piuttosto una forza popolare e centrista, non dissimile dalle Democrazie Cristiane che per decenni interi hanno amministrato molti stati dell'Europa Occidentale.

Nonostante questa sua vocazione moderata la Fratellanza Musulmana recentemente ha stigmatizzato fortemente l'operato del Governo ad interim di Kamal Ghanzouri, succeduto all'ex-Premier Essam Sharaf dopo i sanguinosi scontri dell'autunno 2011, quando il precedente esecutivo aveva rassegnato in blocco le dimissioni al Consiglio Supremo delle Forze Armate. L'Ikwhan accusa Ghanzouri (e per estensione la giunta di Tantawi), di stare gestendo 'pessimamente' l'economia del paese e la sicurezza.
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