L'agenzia stampa della Repubblica Popolare Cinese, la Xinhua, ha riportato la notizia che un paio di migliaia di studenti universitari giordani dell'ateneo di Amman si sono radunati ieri in un sit-in presso il campus per chiedere l'immediata chiusura delle relazioni diplomatiche con il regime sionista di occupazione e l'espulsione dell'ambasciatore di Tel Aviv. Richiesta che regolarmente riemerge nelle frequenti manifestazioni che hanno scosso il regno ascemita nell'ultimo anno, per reazione al malgoverno e come effetto delle proteste della 'Primavera Araba' negli altri paesi della regione, la richiesta di chiusura dell'ambasciata sionista é stata ieri reiterata a causa dei continui attacchi aerei alla Striscia di Gaza.
Gli studenti hanno chiesto al Re Abdallah II di denunciare il disgraziato 'Trattato di Wadi Araba', firmato nel 1994, con il quale il suo predecessore Hussein riconosceva il regime ebraico e hanno invitato l'Egitto ad aprire del tutto il varco di confine di Rafah ponendo unilateralmente fine al blocco sionista del ghetto palestinese assediato. I giovani giordani hanno così echeggiato richieste e inviti simili arrivate in questi ultimi giorni dalla Cina, dall'Iran, dalla Turchia e dal Segretariato Generale della Lega Araba.
All'inizio della settimana sembrava che Israele, piegato dalla incessante rappresaglia palestinese che non ha interrotto per un solo istante la risposta militare a base di razzi e colpi di mortaio, fosse disposto ad accettare la proposta di tregua offerta dall'Egitto, ma, meno di 24 ore dopo, gli attacchi militari contro l'enclave palestinese costiera sono ripresi, anche se finora senza vittime; la Resistenza di Gaza ha annunciato di avere preso atto della fallacia dell'impegno sionista per la tregua e di essere pronta a riprendere le proprie risposte militari.
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