lunedì 2 aprile 2012

Ancora un martire palestinese vittima del regime ebraico: giovane di Rammun muore dopo sei giorni di agonia, colpito al petto da una pallottola sionazista!


Rashad Theib Shoukha, ventottenne del villaggio cisgiordano di Rammun, é morto nella giornata di oggi per le conseguenze di una ferita da proiettile riportata sei giorni fa, quando truppe del regime ebraico di occupazione invasero all'alba la povera casa che condivideva coi familiari, aprendo il fuoco indiscriminatamente e cogliendolo in pieno petto con una pallottola corazzata, una mostruosa munizione da guerra dalla calotta blindata progettata per sfrangiarsi e aprirsi all'impatto in modo che ogni frammento possa scavare e lacerare una straziante, tremenda ferita nel corpo umano che attraversa.

 Ovviamente le 'SS' in uniforme sionista avranno riempito i loro rapporti di spiegazioni fantasiose per giustificare il fatto di aver fatto fuoco da pochi passi su tre persone attonite e inermi: infatti oltre a Rashad, colpito al petto, anche i suoi fratelli Anwar e Akram sono stati feriti gravemente, rispettivamente alla gola e a una coscia; ma chiunque abbia mai subito la devastante esperienza dell'irruzione di una 'pattuglia dell'alba' sa che nelle ore piccole prima dell'aurora il metabolismo, la prontezza, le capacità reattive del corpo umano sono al minimo (é infatti l'ora in cui in tutti gli ospedali del mondo si registra il picco delle morti) e quindi pretendere che delle persone disarmate possano anche solo pensare di attaccare o reagire degli invasori che gli puntano contro i mitra é un esercizio di pura fantasia distorta.

Quel che é ancora più grave é il fatto, confermato dai parenti dei giovani, che dopo avere sparato e avere ridotto i tre fratelli Shoukha a terra e sanguinanti gli invasori sionisti abbiano VOLUTAMENTE e STUDIATAMENTE atteso per ORE ed ORE prima di permettere l'intervento di una ambulanza, lasciando che le loro vittime sanguinassero al suolo, in particolare Rashad, che, al suo arrivo nel più vicino ospedale venne subito considerato "un caso disperato". Ostinatamente, con tutta la tenacia propria dei Palestinesi, il giovane é rimasto attaccato alla vita per quasi una settimana prima di arrendersi. Siamo certi che la sua morte non sia vana e che alimenterà il risentimento e il desiderio di vendetta non solo dei suoi due fratelli, ma di tutta la famiglia, di tutto il villaggio di Rammun, dell'intera Cisgiordania sottoposta alle angherie sioniste a causa della viltà e della vigliacchieria di Fatah e dei suoi cacicchi collaborazionisti e asserviti.
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