martedì 3 aprile 2012

Tariq Ali giudica la vittoria di George Galloway a Bradford West: "Una boccata d'aria dopo trent'anni di soffocante thatcherismo di 'Destra' e di 'Sinistra'!"


"La vittoria di George Galloway nell'elezione supplettiva di Bradford West (che ha visto il fondatore del 'Partito del Rispetto' fare letteralmente a pezzi il candidato dei Laburisti, Imran Hussein, staccandolo di oltre 10mila voti, in un seggio che era rimasto appannaggio dei socialdemocratici inglesi ininterrottamente dal 1974) é stato il più grande scossone mai dato a un sistema politico che negli ultimi 30 anni é stato dominato dall'ortodossia thatcherista".

Non sono parole nostre, ma di Tariq Ali, il grande commentatore politico di origine pachistana che in un articolo pubblicato dal Guardian indica come, lungi dall'esaurirsi con il pensionamento della sua inventrice il liberismo fascistoide di Dama Thatcher (che immaginiamo ora impegnata a sbavarsi addosso e a defecarsi nei pannoloni nei sussulti della demenza senile, appropriata ma forse ancora lieve pena dantesca per una figura di così scespiriana, fumettistica malvagità) ha imposto la sua dittatura sull'intero arco politico inglese, tanto che, per vincere qualche elezione di seguito, quello che una volta era il partito 'di Sinistra' dei lavoratori e degli operai inglesi dovette trasformarsi, sotto l'egida del vapido e corrotto Tony Blair, in una brutta copia del partito 'tory', arrivando perfino a marciare, armi spianate, dietro i vessilli neo-teo-con e filosionisti di Bush Jr. in Afghanistan e in Irak.

"I principi-base del thatcherismo", scrive T. Ali "hanno talmente permeato e inquinato il discorso politico inglese da trasformare un sistema bipolare piuttosto vivace ed equilibrato in una palude di 'grande centro', vagamente colorata di sfumature di 'Destra' e 'Sinistra' dove però i cardini dell'azione politica: austerità e tagli che favoriscono i privilegiati e colpiscono i lavoratori e i consumatori, sostegno alle guerre, alle invasioni e ai regimi di occupazione graditi alle elites, non erano mai messi in discussione".

In tutto questo la campagna elettorale di George Galloway, che a lungo i media convenzionali, addentellati e sinergici agli interessi delle elites, hanno cercato di screditare come un 'fenomeno da baraccone politico' é riuscita a fare breccia nei cuori e nelle coscienze di tutti coloro che non si sentivano rappresentati dagli usuali burattini, elettori inglesi di recente acquisizione, come immigrati e naturalizzati, ma anche di antichissimo lignaggio hanno risposto al suo appello come indicano le dimensioni della sua vittoria, e l'aspetto variegato della platea alla sua cerimonia di ringraziamento per il successo riportato.

Nemmeno la rimozione del canale televisivo iraniano di lingua inglese PressTV, sul quale Galloway appare regolarmente come commentatore dall'Inghilterra e analista politico, dalla piattaforma satellitare britannica, implementata dopo anni di lobbizzazione e ricatti da parte di gruppi filosionisti, iranofobi e islamofobi (potentissimi in Inghilterra) é riuscita a danneggiare più di tanto la visibilità e la notorietà del personaggio. Adesso, per continuare a sperare nella decisiva "inversione di tendenza" che potrebbe portare l'Inghilterra a spezzare l'incantesimo della Strega Thatcher prima ancora che la fattoria volante di una Dorothy qualsiasi le atterri sulla testa rosa dall'Alzheimer bisogna sperare nella vittoria di Ken "Il Rosso" Livingstone (a sua volta commentatore sul canale iraniano) alle prossime elezioni municipali di Londra; poi si vedrà...
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