sabato 26 gennaio 2013

Nove morti a Suez nel corso di manifestazioni sindacali, Mursi alla TV invita la gente alla calma!

Come non era difficile prevedere il malcontento popolare egiziano verso lo stile di Governo (o la mancanza di esso) del Presidente Mohammed Mursi, dopo la vertenza delle modifiche unilaterali alla Costituzione (culminata con la resa -almeno temporanea- del Presidente) e dopo il rivolgimento interno della compagine governativa guidata da Qandil, non era affatto 'archiviato', ma covava semplicemente sotto la cenere pronto a riesplodere alla prima occasione.
E nessuna occasione poteva essere migliore del secondo anniversario della Rivoluzione del 2011, che diede il via al processo di trasformazioni che hanno portato Mohammed Mursi, l'FJP e l'Ikhwan musulmana a controllare il più importante paese del Mondo Arabo e dell'Africa del Nord, a costo, però, di una parziale o totale delusione di molti di coloro che in quei giorni di due anni fa scesero in piazza a manifestare e a scontrarsi (anche sanguinosamente) con gli sgherri di Mubarak.

E nuovo sangue é stato versato ieri nelle strade di Suez, dove almeno otto manifestanti e (forse) un poliziotto sarebbero stati uccisi e almeno 450 (in massima parte dimostranti) feriti nel corso di cruenti scontri in cui la polizia non ha esitato ad aprire il fuoco ad altezza d'uomo. I manifestanti chiedevano un rinnovo dei contratti di lavoro, miglioramenti salariali e maggiori tutele sindacali.
In serata il Presidente é apparso in televisione invitando la popolazione alla calma, ma non é detto che oggi e domani non possano vedersi altri scontri (speriamo non altrettanto cruenti) a Suez o in altre città d'Egitto.
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