Rasm al-Nayas, Al-Aziziya, Jubb al-Abyad, Raifa al-Bayaaa al-Saghria, Al-Bayaa al-Kabira, Ras al-Ayn, Al-Bowaydar, Kolat al-Bowaydar, Rasm al-Jahsh, Rasm al-Burj...sono questi i nomi degli ultimi villaggi e agglomerati liberat in queste ultime ore dalle forze siriane che, inarrestabili, si trovano ormai a meno di 2 Km di distanza dalla ex-base aerea di Abu Duhur.
In questa base, lo vogliamo ricordare, nel 2015 si consumò l'orribile massacro di 56 militari e miliziani siriani che furono sopraffatti dai terroristi takfiri stranieri.
Siriani che difendevano la loro patria vennero trucidati dai cani e dagli sciacalli venuti dalla Cecenia, dal Turkmenistan, dall'Egitto, dalla Libia, dal Marocco, grazie ai soldi dell'Arabia Saudita e al sostegno di Usa e israhell.
Adesso gli obici e i lanciarazzi governativi stanno già tuonando sul perimetro della base e si pensa che l'assalto decisivo per la sua riconquista e liberazione possa essere scagliato durante la notte, per massimizzare il vantaggio della Forza Tigre e di altre formazioni specializzate siriane e alleate, perfettamente efficienti nel combattimento al buio, al contrario della marmaglia takfira wahabita.
Nessun prigioniero, ne vivo ne morto, a ferro e fuoco.
RispondiEliminaGuai ai vinti.
EliminaChe dio protegga il SAA.
Facendo una media delle mappe e considerando che l'attacco verso la base aerea avviene su tre distinti assi, si può desumere che i barbari finiranno in due sacche separate, così avremmo di nuovo la caccia al pesce nel barile, good news e molta gloria per il popolo syriano.
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