mercoledì 17 novembre 2010

Vittoria decisiva per Hezbollah: Hariri disinnesca il "Tribunale speciale"

Questo post costituisce la terza e ultima parte del nostro reportage sulla situazione interna libanese, sulle minacce che gravano sul Paese dei cedri e sul suo futuro ed è, lo diciamo con sincera soddisfazione, una delle prime volte che la nostra redazione si trova superata dagli eventi.

Lo diciamo con soddisfazione perché, lungi dall'essere stati "bucati" da un incrinarsi del delicato equilibrio interno libanese o peggio, da un nuovo precipitare verso la violenza e la guerra civile, una volta tanto é stata la ragione e la saggezza ad avere la meglio sul settarismo e sul "tanto peggio tanto meglio".
Il settarismo e l'estremismo che minacciavano il Libano erano, ovviamente, a marca rigorosamente statunitense e israeliana (col vigliacco e supino appoggio delle cricche di cacicchi e satrapi arabi asserviti agli interessi occidentali), visto che né la Casa Bianca né Tel Aviv sembravano disposte a "perdonare" ai libanesi il "grave peccato" di aver reso Hezbollah il partito politico principale del paese, centro di una vasta coalizione di interessi patriottici che si oppone (insieme ai cristiani dell'ex-generale Aoun, agli sciiti filosiriani di Amal, al Partito socialista della Nazione siriana e ad altre formazioni di Sinistra) all'armata brancaleone che vede uniti i fascisti della Falange cristiana, i sunniti a libro paga di Sauditi ed emiri del Golfo e altri gruppi di Destra e conservatori.
Beirut ieri e oggi. I fomentatori delle accuse Anti-Hezbollah non avrebbero esitato a riportare il Libano nell'incubo della Guerra civile che ha sconvolto il paese tra il 1975 e il 1991.
Fedeli al motto "La democrazia vale solo finché ci fa comodo" Usa e sionisti, alla disperata ricerca di qualunque modo per minare e screditare il prestigio del partito di Nasrallah, dopo il fallimento dell'aggressione armata e del colpo di mano violento pensavano di aver trovato la carta vincente nel rapporto, di prossima pubblicazione, del Tribunale speciale per il Libano, che era stato creato per far luce sull'assassinio esplosivo dell'ex primo ministro, il businessman Rafik Hariri.

Attraverso un sottile lavorio di manovre poco chiare e false testimonianze (ormai scoperte e riconosciute come tali) il Tribunale speciale è stato plasmato e limato fino ad assumere la forma di quella che avrebbe dovuto essere l'arma anti-Hezbollah definitiva: un organismo che avrebbe "sparato" contro Nasrallah un pesantissimo documento che avrebbe incriminato per l'omicidio non meno di quattro dirigenti del movimento sciita.

Ma, precorrendo i tempi e giocando d'anticipo (il Tribunale emetterà il velenoso frutto della sua digestione non prima di Dicembre) l'attuale Premier libanese Sa'ad Hariri, figlio della stessa vittima dell'attentato, ha dichiarato la prossima pubblicazione di un contro-documento che scagionerebbe Hezbollah dall'omicidio Hariri. Saad, secondo il quotidiano As-safir, si appresterebbe a diffondere cinque punti che liberano il movimento sciita dall'accusa di omicidio di suo padre.
Questo testo sarebbe il risultato degli sforzi di mediazione compiuti dalla Siria, paese arabo vicinissimo agli sciiti e il cui prestigio internazionale è in continua e rapida crescita.
"Ben giocato, Mr. Assad", il presidente siriano, figlio ed erede di Hafez, il Leone di Damasco, sta quietamente costruendo un prestigio e un'influenza di cui suo padre sarebbe certo orgoglioso, senza bisogno di spargere sangue o dichiarare guerre, ma anzi, evitandole.

Il documento prevederà anche un prossimo meeting fra Sa'ad Hariri e Nasrallah, durante il quale si discuterà dell'integrazione dell'ala militare del partito nel sistema di difesa nazionale libanese (visto che senza Hezbollah le truppe sioniste stazionerebbero ancora nel paese).

Hariri, con tutta la lungimiranza e la saggezza che soprattutto nel Levante fanno la differenza fra un Uomo di Stato e un pupazzo (o un cadavere) si é reso conto che il Libano si trasformerebbe in una polveriera in qualunque caso di confronto diretto con la comunità sciita (fortemente intrecciata e identificata col movimento Hezbollah e col suo leader).
Nasrallah ha molto da rallegrarsi: ogni azione diretta di Hezbollah contro il Tribunale avrebbe offerto il fianco alle critiche del campo filoisraeliano; adesso il gioco d'anticipo di Hariri lo sgrava dall'assumersi tale responsabilità.

Il rischio che i partiti asserviti agli Usa e a Israele scatenassero nel paese le loro milizie, come le squadre armate addestrate da istruttori egiziani nel nord del Libano o i contractors della ditta privata "Security Plus" finanziata dai Sauditi e denominata sarcasticamente 'security minus' dopo la debacle del fallito colpo di mano del 2008 sembra quasi del tutto scongiurato e, se Israele e Washington vorranno di nuovo colpire Nasrallah, sembra che non rimanga loro altra scelta se non preparare contro il Libano una nuova guerra.

2 commenti:

  1. L'integrazione dei soldati di Hezbollah nell'esercito libanese mi fa un pò storcere il naso. Spero non sia uno stratagemma per "assorbirli" in un sistema che poi li potrebbe "paralizzare" in caso di aggressione sionista. Per me dovrebbero collaborare attivamente, Hezbollah e l'esercito libanese, ma rimanendo due blocchi distinti e autonomi.

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  2. Sono convinto che le forze di Hezbollah continueranno a godere di una certa autonomia, ma potranno interfacciarsi e cooperare con l'esercito nazionale per la difesa dei confini.

    Se ben leggi si parla di "integrazione nella difesa nazionale", non di "assorbimento" da parte dell'esercito.

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