martedì 18 gennaio 2011

Israele sta creando un nuovo Frankenstein in Sud Sudan: trafficanti sionisti armano il proxy di Tel Aviv


Uno stato-canaglia incuneato fra le sorgenti nel Nilo e il Corno d'Africa, seduto su un mare di petrolio e con in mano le chiavi per strangolare l'Egitto chiudendo con dighe e altri sbarramenti le cataratte del Nilo, ecco il progetto degli Stranamore dello Stato ebraico, che già gongolano all'idea di trasformare il Sudan del Sud nel loro burattino in funzione anti-egiziana, anti-araba e anti-musulmana.

Più si avvicina il momento della secessione forzata conseguente al referendum-farsa imposto allo Stato sovrano di Khartoum dalla cospirazione Us-raeliana che ha lavorato indefessamente per questo scopo per almeno vent'anni (ma i progetti di squartamento del popoloso e strategico Stato sudanese sono stati elaborati dallo Stato ebraico molto tempo prima, almeno dai tardi anni '50 del XX Secolo) e più marchiana e strafottente diventa la condotta di Israele, pronto a gestire il Sudan meridionale come "cosa sua".
L'Ebreo Ucraino Semyon Mogilevitch, "Capo dei capi" della criminalità organizzata russa, legato a doppio filo a Israele
Sfruttando i suoi ottimi contatti con la criminalità organizzata russa e coi trafficanti internazionali d'armi lo Stato ebraico sta infatti riversando una inaudita quantità d'armi nel Sud Sudan: missili anticarro, cannoni antiaerei, armi leggere, mortai, pezzi d'artiglieria, carri armati, blindati, fuoristrada ed elicotteri.

E' fin troppo chiaro il progetto di utilizzare il nascente stato come agitatore regionale e portatore di minacce potenziali e attuali contro il Kenya, l'Etiopia, l'Uganda e soprattutto l'Egitto, che Israele teme sia sul punto di liberarsi dal giogo del cacicco di Washington Mubarak e riprendere quindi una posizione autorevole nel mondo arabo, a sostegno della causa nazionale palestinese e delle lotte di liberazione dall'influenza e dall'ingerenza statunitense, neocoloniale e imperialista.

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